La ragazza morta

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Rachel P. O. V.

Il pomeriggio Zack non si fece vedere, sul cellulare mi era arrivato un suo sms dove diceva che sarebbe stato fuori tutto il giorno e sarebbe rientrato sul tardi dopo ora di cena.

Povero...spero non si stressi troppo...

Pensai tra me leggendo quel messaggio.

Dato che Zack non sarebbe tornato decisi di sfruttare quelle ore per fare alcune ricerche sugli omicidi avvenuti in questi ultimi giorni. Aprii la pagina di google e digitai sulla tastiera "omicidi del giorno xx nella città xxxxxx". Premetti sul tasto invio e iniziai a cercare. Lessi molte pagine ma riportavano sempre le stesse inutili notizie, corpi a pezzi ritrovati in zone periferiche della città, la polizia non aveva trovato nessun indizio per risalire al colpevole. Le vittime non avevano niente in comune fra loro, sembrava che l'assassino scegliesse le sue prede totalmente a caso; Cliccai su alcune foto dei cadaveri: il loro corpo oltre ad essere squarciato riportava delle ferite su vari punti; lessi che probabilmente i cadaveri erano stati ridotti a brandelli dopo l'uccisione. Questo perché il sangue trovato sulle ferite risultava più secco rispetto a quello del cadavere a pezzi. La polizia sosteneva che le armi del delitto fossero due, la prima un coltello molto affillato, la seconda invece una lama molto grande adatta a squarciare i corpi.

Mi fermai un attimo a riflettere, da quel che ricordavo la falce di Zack aveva una lama così potente, però era andata distrutta nell'edificio, sarebbe stato impossibile recuperarla. Mi rallegrai a pensarlo, Zack non avrebbe mai potuto trovare un'arma del genere in una piccola città come la nostra, anche se l'avesse cercata nessuno poteva vendergliela. E inoltre, lui non era proprio il tipo che entrava in un negozio e chiedeva di comprare una falce. Ridacchiai a pensare una scena del genere.

Dopo quelle richerche mi convinsi che Zack fosse innocente e mi rilassai. Sentivo di essermi tolta un grosso peso dalle spalle.

Poggiai la schiena sulla sedia, presto mi capitò di sentire lo stomaco brontolare. Con tutte le ricerche che avevo svolto mi ero completamente dimenticata di pranzare. Mi alzai e andai in cucina a cercare qualcosina da sgranocchiare ma non trovai nulla che mi soddisfacesse. Alla fine decisi di scaldare il ramen in scatola che avevo comprato.

Per essere considerato cibo spazzatura mangiai quel ramen con gusto, si vede che ne avevo proprio bisogno. Ora mi sentivo meglio. Tuttavia i miei problemi non erano finiti, era rimasta un'altra questione irrisolta: La nuova sensei.

Il suo nome era lo stesso che avevo trovato scritto sul foglietto quella mattina, poteva essere la stessa persona? Non credevo. Perché Zack avrebbe dovuto incontrare quella ragazza, non so nemmeno se la conosca, poteva aver semplicemente trovato quel biglietto in tasca senza conoscerne il mittente.

Su questo non sapevo molto e molte erano ipotesi infondate senza né capo né coda. Meglio non saltare a conclusioni afrettate, l'unico modo per fare luce su questa storia era parlarne faccia a faccia con il sottoscritto.

Sentii il suono della porta di casa aprirsi, mi precipitai subito all'ingresso, Zack era lì con in mano due grandi buste della spesa.

<< Ho fatto un po' di scorte >> Disse prima di entrare. Capii che stava faticando molto, le buste erano belle piene. << Aspetta, fatti aiutare >> Ne presi una, accidenti se era pesante, dovetti tenerla con due mani per non farla cadere.

Entrammo.

La serata passò tranquilla. Per cena decisi di cuocere un po' di riso a vapore con qualche verdurina, tagliai il salmone formando dei sashimi che avremmo mangiato col riso. Mentre cucinavo vedevo il corvino intento a fissarmi con l'acquolina in bocca, mi veniva da ridacchiare, gli passai qualche fettina di sashimi mentre preparavo la tavola. Quando fu tutto pronto ci sedemmo insieme a gustarci il nostro piatto. Zack mangiò avidamente la sua ciotola di riso finché non la ripulì completamente. Chiese anche il bis << Mangia un po' di salmone, è molto buono >> Gli consigliai io addentando un sashimi.

Chiaccherammo serenamente quella sera dimenticando tutte le tensioni che c'erano state. Zack non si scusò per lo schiaffo di stamattina ma glielo perdonai comunque, non volevo più litigare. A fine serata quando stavamo smontando per andare a letto mi decisi ad affrontare l'unico argomento importante.

<< Zack senti... >> Lo chiamai. Il ragazzo si voltò verso di me con aria stranita. << Che c'è? >> Mi osservò << Sembri ansiosa >> Presi un bel respiro prima di continuare << Zack, di chi era quel biglietto? >> Andai diritta al punto. Zack mi fissò ma non disse niente, poggiò una ciotola che teneva in mano sul lavandino. Iniziò a lavare i piatti ignorandomi << Voglio saperlo! >> Insistetti alzando poco la voce e stringendo i pugni. << Per favore... >> provai più gentilmente << Credevo avessi capito, non ne voglio parlare >> Mi rispose Zack con le spalle voltate. Sospirai, avrei dovuto solo rinunciare? Perché Zack aveva dei segreti...non si fidava di me? Credeva che l'avrei potuto tradire?

Cominciai a innervossirmi, non mi sembrava giusto questo suo comportamento, non volevo più segreti << Zack, io mi sono fidata di te! Ti ho affidato la mia vita con una promessa, ti ho detto tutto di me! Io mi sono sempre fidata e vorrei che tu ricambiassi ogni tanto! Non voglio segreti tra di noi! >> Sbottai con un urlo contenuto. Mi sorpresi di quanto coraggio ebbi per parlare così liberamente senza paura. Zack si voltò verso di me, aveva un'espressione neutrale stampata sul volto...

  Zack P. O. V.

<< Non voglio che ci siano più segreti fra di noi! >> Mi disse una volta una ragazza, una bambina, Nora credo fosse il suo nome. L'avevo conosciuta molti anni fa, di lei mi erano rimasti pochi ricordi frammentati. Adesso, le parole di Ray mi avevano fatto ricordare di lei, di quello che passammo insieme. Lei era, l'unica persona che sembrava tenerci in qualche modo a me, nonostante il mio aspetto e le mie gesta. Strinsi i pugni, provavo uno strano dolore al torace eppure non avevo alcuna ferita, perché faceva così dannatamente male?!

Mi girai verso Rachel ma quella che vidi non era lei, era la figura della mia vecchia compagna di avventure. << Isaac? >> Mi chiamò con il mio vero nome, lo detestavo << Isaac, che stai facendo? Non ti riconosco più piccolo killer >> Rizzai i capelli. Il ricordo di quella ragazza mi faceva ribollire il sangue nelle vene, non tenevo più la mente lucida e scattai verso di lei afferrandola per collo << Vattene... >> Le dissi per intimidirla, iniziai a strozzarla << Vattene e non tornare più! >> Nora iniziò a tossire << Z-Zack... >> Presto mi resi conto che non stavo parlando con Nora, la sua figura in realtà era quella di Rachel. Sembrava quasi che mi fossi risvegliato da un sogno ad occhi aperti. Lasciai andare immediatamente la ragazzina la quale emise colpi di tosse molto forti. Mi guardò con lo sguardo incredulo e spaventato. << Perché...? Perché, Zack? >> Mormorò indietreggiando. << Ray io... >> Prima di finire la frase la bambina prese e fuggì nella sua camera. Si sentì il rumore di una chiave girare. Si era chiusa dentro.




Segreti. Angels of Death. (IN CORREZIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora