Verità e Bugie

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Rachel P. O. V.

Quando Zack rientrò in casa andò direttamente in camera sua. Decisi di lasciarlo perdere nonostante tutte le domande che mi assalivano il cervello.

Cosa gli era preso prima? Come faceva a conoscere Zara? Ma sopratutto perché l'ha attaccata in quel modo! Non aveva alcun motivo per farlo. Poi Zara, l'ha spinto via senza alcuna fatica...cosa sta succedendo qui?! Nulla di tutto questo ha senso!

Mi sedetti sul divano, sentivo il corpo e il cervello completamente sfatti, era stata una giornata lunga e molto faticosa. Erano successe troppe cose in queste ore, troppe preoccupazioni. Poggiai la testa su un cuscino per prendermi una pausa da tutto quanto, sentivo il sonno pesante impossessarsi del mio corpo. Mi addormentai lì per un po' di tempo finché non sentii qualcuno scuotermi leggermente risvegliandomi. Dopo che misi a fuoco il soggetto trovai Zack seduto fianco a me. << Sono crollata... >> Gli dissi ancora intorpidita dal sonno. << Già...Ray devo dirti una cosa >> Mi risedetti composta a guardarlo << Riguardo Zara? >> Il corvino strinse i pugni. Pensavo mi avrebbe attaccata ma restò fermo al suo posto. << Si riguardo a lei. Devi starle lontana ad ogni costo. >> Sbattei le palpebre perplessa << Sarà un po' difficile visto che è la mia sensei... >> Gli riferii << Allora è vero. Lei ti fa da sensei. Almeno su questo non ha mentito. >> Dopo quella affermazione partii subito con le mie domande << Perché dici che ha mentito?! E soprattutto perché l'hai attaccata prima! Non ti aveva fatto niente! >> Difesi la professoressa alzando il tono di voce, notai che Zack si arrabiò subito e d'istinto indietreggiai. Il ragazzo si sforzò per calmarsi, vidi chiaramente quanto era difficile per lui << Tu, non la conosci, non sai cosa è capace di fare, devi starle lontana >> Girai lo sguardo stavolta con determinazione << Dimmi che sta succedendo, se capisco mi risulterà più facile ascoltarti >> Zack emise un altro sospiro, forse era la volta buona che avrebbe parlato << Come ti pare: >>

Flashback

Zack P. O. V.

Era inutile ormai tenere nascosta la verità a Rachel, il danno era fatto, non ero riuscito a tenerla fuori da tutto. Iniziai a raccontarle dal principio:

Solamente la settimana scorsa mentre ero impegnato al bar con i soliti pallosi clienti mi capitò di trovarne una più strana del solito, i suoi capelli erano neri e gli occhi gialli come l'oro, si era seduta e la prima cosa che ha fatto è stato chiedere un caffé, tuttavia insistette perché fossi io a portarglielo. Quando raggiunsi il tavolo la ragazza mi guardò sembrava stupita nel vedermi, pensavo che fosse dovuto al mio aspetto. Mi disse che era tanto che mi stava cercando e doveva assolutamente parlarmi in privato, io rifiutai la sua proposta ma lei mi bloccò dicendo << Isaac, devo parlarti >> Conosceva il mio nome e questo mi lasciò sconvolto. Quando quella ragazza finì di bere si alzò lasciando un primo biglietto sul tavolo. Era per me, il mio nome ci era scritto. Quando lessi il biglietto trovai scritto di incontrarsi in una via periferica della città a pochi metri dal nostro appartamento. Non volevo andarci minimamente ma alla fine mi decisi a farlo. Così finito il mio turno mi avviai direttamente al luogo che mi aveva indicato. Infatti la trovai lì, mi stava aspettando. << Temevo non venissi! >> Quella ragazza fece una cosa che non avrei mai immaginato, tento di stringermi a sé in un...ecco, si, un abbraccio. << Ma che cazzo fai?! >> Le avevo urlato spingendola lontano, lì avrei dovuto capire che non c'era da fidarsi. << Si...perdonami, è stata un'azione stupida e azzardata... >> Disse lei sempre con un sorriso. << Volevo che venissi per mostrarti una cosa->> Presi il braccio della ragazza << Taci! Sono qui solo per sapere come fai a conoscere il mio nome! Quindi piantale con le chiacchere e parla! >> Quella ragazza non sembrava affatto intimorita da me; si liberò dalla mia stretta senza problemi << So che vuoi risposte, ma prima lascia che ti mostri una cosa >> Mi fece cenno di avvicinarmi, poi mi passo in mano un coltello da cucina, uno molto affilato. Ero scioccato, tenerlo in mano mi dava una strana sensazione. Quella stupida mi stava provocando in modo per me irrefrenabile, si avvicinò in un angolo nascosto del vicolo e io andai lì con lei. Nel vicolo vidi moltissimi cadaveri ancora sanguinanti e...c'era un ragazzo lì, pareva terrorizzato. << Cos'è sta roba? >> Urlai in preda alla rabbia, ricordo che in quel momento stavo impazzendo, il mio lato omicida cominciava a tornare a galla. Zara mi poggiò una mano sulla spalla << sappiamo entrambi quello che sei, quello che ami, Isaac, ti sto offrendo l'occasione di ritornare ciò che eri, ciò che vuoi essere >> Mi indicò il ragazzo, le sue intenzioni ormai erano chiare; voleva che lo uccidessi. Ho provato a resistere, ho provato non sprofondare di nuovo in quell'abisso ma Zara continuava a provocarmi con stronzate del tipo << Avanti. Non esitare. Libera la bestia in te, so che vuoi farlo >> Quella stronza ebbe la meglio, non riuscii a resistere a quella tentazione e con un colpo secco tagliai la gola al ragazzo prima ancora che questo potesse urlare pietà. A quel punto mi sentii strano, percepivo un'isolita sensazione, era un misto tra potenza e pazzia, non la provavo da molto tempo. L'adrenalina era salita alle stelle e in mente mi era rimasto un unico pensiero: Uccidere, uccidere, uccidere!

Avevo ritrovato il vero me, finalmente mi riconoscevo in ciò che avevo fatto! La ragazza corvina mi disse che era felice che avevo fatto quella scelta, si presentò a me come Isabel ma preferiva essere chiamata Zara. Propose di incontrarci ogni pomeriggio sempre a questa ora per uccidere insieme tutti i passanti del luogo. << Questa zona della città è perfetta, si trova lontana dal centro ed è ricca di vittime semplici da attirare >> Aveva spiegato lei, ho sbagliato ad accettare quella proposta. Decisi di non dirti nulla per non avere rotture, avevo fatto la mia scelta e non mi interessavano le conseguenze. A seguire quel pomeriggio passai gli altri a uccidere assieme a Zara, lei mi diede addirittura una nuova falce, le chiesi dove l'avesse ricavata ma non volle dirmelo. Lei come me si divertiva a giocare con le sue vittime prima di farle fuori, entrambi usavamo la tecnica dei tre secondi giusto per aumentare il divertimento. Tuttavia questo non durò a lungo, ben presto quegli stronzi degli sbirri cominciarono a starci addosso ogni giorno sempre di più, non sarebbe stato possibile continuare con questo ritmo. Solo qualche giorno fa Zara me lo confermò, disse che era arrivato il momento di fuggire...quel giorno compresi di aver fatto la scelta sbagliata, ignorando le conseguenze mi ero ritrovato con le spalle al muro senza soluzioni. Zara mi aveva detto di scappare con lei ma questa volta non potevo accettare. Lo stesso pomeriggio in cui mi disse di seguirla io decisi di tirarmi fuori, volevo smettere; e quella stronza, pur di attirarmi a sé cominciò a dire le peggio idiozie: dichiarò di essere mia sorella e di avermi cercato per tutto questo tempo, quelle frasi mi mandarono in bestia. Provai ad ucciderla, ma quella si dimostrò più forte di me e riuscì a fuggire...

Dopo quella giornata provai a smettere con l'omicidio ma non ci riuscii, le mie notti erano diventate insonni se prima non avevo fatto fuori qualcuno. Non so dirti la ragione per cui non ti dissi nulla, forse paura, o vergogna, non m'interessa cosa sia. Non riesco più a frenare quel desiderio...

Fine Flashback

Rachel rimase in silenzio per alcuni attimi, pareva confusa e turbata allo stesso tempo; l'avevo delusa, avevo deluso entrambi. << Zack... >> La interruppi a metà << Non dirlo, sono un mostro, lo sono sempre stato->> <<No! No, non lo sei! Sei umano! Questa è manipolazione Zack! Chiunque avrebbe potuto cedere come hai fatto tu! >> Mi urlò la ragazzina agitando bruscamente la testa << Io so che è così! >> continuò poi più debolmente, delle lacrime cominciarono a scivolarle sul viso ancora rossastro. Presi un sospiro e mi alzai dal divano << Non posso cambiare Ray, non potrò mai. >> Le dissi convinto. Mentre Ray era pronta a ribattere i la interruppì, << C'è altro Ray, quando cercai di uccidere quella tipa, lei mi sussurro in un orecchio una frase assurda... >> Rachel alzò un sopracciglio confusa << Che frase Zack? >> Sospirai << Mi disse: "Fa attenzione, lui è qui..." >>

Segreti. Angels of Death. (IN CORREZIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora