Capitolo 25

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Una settimana.
È passata una settimana dall'incidente di Jace.
Aila anche questa mattina non voleva andare a scuola.
Le giornate si facevano sempre più lunghe, non finivano mai.
Stava arrivando l'estate, il caldo inizia a sentirsi e la scuola è quasi finita;
Si faceva sera sempre più tardi e i ragazzi iniziano ad uscire sempre di più.
È una bella atmosfera ma non per Aila...
tutto sembrò un continuo andare avanti e lei non poteva, non riusciva a lasciare dietro Jace.
Rabbia e dolore divoravano l'anima della ragazza.
Tutti erano felici, sereni, aspettando con ansia l'estate ma Aila non riusciva a cogliere neanche una piccola parte di quei sentimenti, ormai niente contava più senza di lui.
È stata all'ospedale per quattro notti di fila poi è stata obbligata dalla madre a tornare a casa.
Ogni giorno dopo pranzo andava a trovarlo; gli parlava normalmente cercando sempre a non piangere ma è così difficile tenersi tutto dentro in queste situazioni.
Ormai non mangiava più niente, era dimagrita molto.
Lo stomaco si era chiuso ed il mangiare era diventato un qualcosa di pesante.
Faceva finta di magiare di fronte alla madre ma neanche lei ci credeva.
Aila si stava frantumando in mille pezzi;
I suoi occhi marroni sono spenti proprio come la sua anima.
I giorni passavano velocemente e Aila rimaneva sul tetto della sua casa.
Si ricordò ancora a quando incontrò lì Jace per la seconda volta? Forse? Al loro pranzo...
E le venne un sorrise a pensare alle loro inutili e stupide litigate , ma loro due erano fatti così ed erano perfetti insieme.
L'orgoglio è sempre stato un muro per entrambi ma proprio nel momento in cui stavano cambiando , insieme, tutto si spezzò.
Sul tetto inizia a far caldo, il sole spacca le pietre e non c'è neanche un segno di una nuvola, ma Aila dentro di se non sentiva il calore, non vedeva il sole;
Era fredda come il ghiaccio e vedeva solamente la pioggia battere sulla terra assieme alle sue lacrime.
Era un incubo ma niente e nessuno poteva svegliarla.
Il suo viso è scavato, puzzava sempre di fumo ed il suo corpo era diventato solo ossa.
Aila però è sempre stata una brava studentessa  e riuscì a finir l'anno scolastico con dei bei risultati, nonostante tutto...
La ragazza non riusciva a trovar più senso nelle cose.
Ormai non si curava più, si era dimagrita ed il suo bellissimo viso era un dipinto di tristezza e dell'angoscia più assoluta...

"Aila... AILA!"
"Che c'è mamma" rispose la figlia strillando
"Vieni in cucina"
Aila fece un sospiro, spense la sigarette velocemente, rientrò in camera dalla finestra e scese di sotto.
Arrivò in cucina e si sedette sulla sedia
"Dimmi" disse Aila alzando gli occhi al cielo
Theresa non riusciva più a vedere sua figlia, era diventata uno spirito
"Ma ti sei vista ? Come sei conciata ? Da quanto tempo è che non ti lavi ? Ti sei mai chiesta che idea si fanno le altre persone su di te?"
"Si ma me ne frego altamente" disse Aila con un tono acido
"Non usare quel tono di voce con me signorina, devi smetterla immediatamente di vivere così e di essere in questo modo" disse Theresa incrociando le braccia
"In questo modo cosa mamma?
Non mi frega un cazzo di quello che possono pensare le persone...
Ti ricordo che il mio amico sta in coma e probabilmente non si sveglierà più, quindi , scusami se non sono la figlia perfetta che volevi e scusami se non sono sempre solare ma penso che me lo posso permettere!"
Disse Aila strillando e lanciando la sedia all'indietro.
"E inoltre, penso che tu sia l'ultima persona per poter parlare, ti devo ricordare come stavi quando c'era ancora papà? Cavolo sei sempre stata depressa mamma ! E ci prendi anche i farmaci quindi devi solo che stare zitta"
Continuò Aila strillando
La madre la guardò sbalordita.
"Io non ceno, buonanotte" disse infine Aila girandosi e dirigendosi immediatamente verso la sua camera.
Si buttò sul letto e continuò fumarsi la sigaretta di prima lasciata a metà.
"Non finirà mai" disse Aila fra se e se

***

Il giorno dopo a scuola non è stato semplice.
Aila ignorava la maggior parte delle persone, in realtà non parlava con nessuno.
Iisac aveva smesso ormai di andare a scuola, mentre spesso si incontrava per il corridoio Skyler ma si ignoravamo a vicenda...
è incredibile come tutto possa finire in un solo giorno.
Aila era una bomba pronta a esplodere in qualsiasi momento.
Non riusciva a parlare con nessuno, esplicitamente co loro che avevano un sorriso enorme stampato sulla faccia, le facevano venire il disgusto.
Mentre tirava fuori i libri dall'armadietto la raggiunse matty... l'unico che è rimasto al suo fianco...
"Come stai?" Chiese lui delicatamente
"Sto" disse Aila sbattendo l'anta dell'armadietto.
"Mi dispiace Aila, ma sai che per qualsiasi cosa io sono qui vero? Non me ne andrò da nessuno parte..."
"Grazie matty... ora devo andare in classe , ci sentiamo"
Disse Aila frettolosamente.
Era l'ora di fisica.
Si siede al suo solito banco, e dopo il suono della seconda campanella la classe iniziò a riempirsi.
Aila aveva come compagno Iisac ma come sempre nell'ultimo periodo il suo posto era sempre vuoto oppure preso da qualcun altro.
Le ore passarono in fretta e Aila non vide l'ora di andare diretta all'ospedale a vedere Jace.
***
"Come sta?" Chiese Aila
"I medici dicono che è stabile ma ancora non si sa nulla perciò..."
Disse Iisac abbassando gli occhi
"Da quanto è che sei qui?" Chiese lei
"Da ieri notte... io vado a prendere un caffè, vuoi qualcosa?"
"No sto bene grazie" disse Aila
Iisac si allontanò e lei si mise sulla sedia accanto al letto di Jace...
Oggi non riusciva a parlare, forse la situazione stava diventando troppo pesante per lei.
Aila ammirava Jace e di quanto fosse bello anche in questo stato.
Una donna alta entrò nella stanza e risvegliò Aila dai suoi pensieri grazie al fastidioso rumore dei suoi tacchi.
La ragazza si Alzò in piedi e riconobbe immediatamente la donna accanto alla porta.
"Ciao Aila , come stai?" Disse lei
"K-k-Karen?" Chiese la ragazza
"Si sono io la mamma di Iisac e Jace... senti io non dovrei essere qui per molti motivi... ma avevo bisogno di vederti"
"Me?"
"Si... vieni qui presto ! Iisac non può sapere cosa stiamo facendo..."
Aila si avvicina a passo insicuro
"Tieni" disse Karen dandogli una sorta di diario.
È nero, molto rovinato e pieno di fogli sparsi al suo interno messi a casaccio.
"Ma cos'è ?" Chiese Aila prendendolo sulle mani.
"È il diario di Jace, lo so ... non sembra tipo da diario ma... scriveva molto e penso che tu lo debba leggere"
"Oh io non posso sono le sue cose private... non potrei mai."
Disse Aila sgranando gli occhi
"Senti Aila io vedo come stai , e so cosa provi... ti consiglio di leggerlo...poi la scelta è la tua"
Disse Karen girandosi e uscendo dalla stanza...
Aila si siede .... il diario di Jace è nelle sue mani, e ora?
Lo mise velocemente nella borsa prima che qualcuno la possa vedere e si diresse verso l'uscita dell'ospedale...
Dando a Jace un bacio sulla mano.
Ritornò a casa tardi e andò diretta sul tetto della casa con un pacchetto di sigarette nella mano sinistra ed il diario nero di Jace nella destra...
Passarono venti minuti prima che si decise a leggerlo, ma poi lo apri'.
Gli occhi caddero immediatamente su una data che risaliva ad un anno fa e trovò nella prima pagina una foto di Jace con ... suo padre?

-E

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