CAPITOLO 15

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RIMEDIARE

Finalmente è arrivato dicembre, il mio mese preferito e sono davvero felice, perchè tra poco arriveranno le vacanze di Natale e l'aria si inebrierà di una magica atmosfera e finalmente potrò camminare per strada con i miei strani maglioni con raffiguranti renne, alberi di Natale e fiocchi di neve, senza che nessuno possa guardarmi strano.
Come tutti i giorni arrivo a scuola in perfetto anticipo; saluto il conducente del bus e mi avvio verso il mio inferno personale. Appena scendo dal Pullman, vengo invaso da piccoli brividi, l'aria di mattina è davvero gelida, metto in testa il cappello del giubbotto e attraverso i cancelli della scuola e mi avvio velocemente verso l'entrata, perchè veramente si gela.

Una volta entrato l'aria si riscalda, quindi attraverso i corridoi con estrema calma fino ad arrivare ai distributori e scelgo di prendere una cioccolata calda per riscaldarmi un pò, dopodichè mi avvio verso la mia classe. Con mia grande sorpresa intravedo da lontano Rosy davanti all'aula. Cosa ci fa lì? Ma soprattutto cosa vuole?
Raggiungo la classe ed entro senza neanche guardarla. Attraverso la classe fino ad arrivare al mio posto e mi ci appoggio gustandomi la delizia che ho tra le mani, sempre non degnando di uno sguardo la ragazza. Lei non demorde e con la sua solita grinta attraversa la classe e si posiziona davanti al mio banco, vedendola alzo le sopracciglia e la guardo con finto tono di disinteresse.
"Dobbiamo parlare" dice lei con voce ferma, ma noto nel suo tono una nota di sofferenza.
"Ah si?" Dico sarcasticamente "e dimmi cosa c'è di così tanto importante da raccontare al tuo amico che hai trascurato per settimane?" Dico con disprezzo, "lo so lo so Kevin che sei arrabbiato ma...", questa ragazza è davvero strana, "Arrabiato? Io sono infuriato!!", dico con rabbia, lei abbassa la testa poi fa un grande respiro e mi guarda in faccia, sul suo volto intravedo un'espressione strana, triste. "io sono stata davvero una stupida ma ho davvero tanto bisogno di te...del mio migliore amico.", incredibile, ora ha bisogno del suo migliore amico? E dov'era quando io avevo bisogno di lei. Ma intravedo di nuovo quella strana espressione, quindi con tanta difficoltà mi convinco a sentire ciò che mi vuole dire.
"Hai la mia attenzione, dimmi tutto!" Dico incrociando le braccia e sorseggiando la mia cioccolata, lei prende una sedia e si siede di fianco e mi dice:" cre...do di essere incinta" quasi la cioccolata mi va di traverso, non credo a ciò che ho appena sentito. "cazzo dici? Ma ne sei sicura?" Lei scoppia a piangere, non posso vederla così, perciò mi avvicino e l'abbraccio, lei mi stringe forte e mi sussurra all'orecchio:" Mi sei mancato Kev", anche lei mi è mancato davvero tanto," anche tu Ross tantissimo". Dopo diversi minuti rimasti ad abbracciarci, mi sorge spontaneo porle una domanda, quindi mi stacco da lei il più delicatamente possibile e gli chiedo:" è di Mason il bambino?", lei senza esitare un minimo secondo mi risponde "Sì" ed io gli chiedo:"Lui lo sa?", la rossa non risponde ma intuisco subito che il ragazzo è allo scuro di tutto. "Glielo devi dire, lo sai vero?", gli dico spudoratamente, lei annuisce dicendo:" Lo so Kev, ma non so neanche se lo voglio tenere", in effetti sarebbe la scelta migliore toglierselo, lo so è un pensiero bruttissimo ma credo che sarà ugualmente brutto se il bambino nascesse e venisse accudito da una mamma diciasettene inesperta. Infine suona la campanella e Rosy è costretta ad andarsene nella sua classe.

Arrivata la ricreazione mi dirigo ai giardinetti per leggere in tranquillità, ma mentre mi sto avviando verso l'uscita intravedo due del gruppetto di idioti che mi prendono sempre in giro. Ho tanta paura di passare accanto a quegli stupidi, ma non devo arrendermi, così prendo quel briciolo di coraggio che mi ritrovo, stringo forte il libro al petto e mi dirigo all'uscita.
"Ehi ehi ehi guarda un pò chi c'è!! Il frocetto della scuola" dice l'idiota ammiccando vicino al suo amico. Io li ignoro e faccio per andarmene ma il megalomane mi blocca prendendomi il braccio e stringedolo. "lasciami stare" grido, ma lui non da cenno di lasciarmi anzi mi prende per il collo e mi spinge verso il muro insultandomi. " sei solo una lurida puttana" dice lo stronzo e l'altro mi insulta dicendomi:" mi fai schifo!!", una lacrima riga sul mio viso e i due vedendomi in lacrime scoppiano in una rigorosa risata, fortunatamente arriva in mio soccorso... Armando?!
"Ehi cosa sta succedendo qui?" Dice con tono infuriato, i due lo guardano in modo strano, ma sono troppo stupidi per intuire le vere intenzio del ragazzo perciò con tono stupido dicono:" amico guarda qui! questa checca vuole proprio essere picchiata" nel frattempo mi stringe ancora di più la presa facendomi un male cane; Armando li guarda imbestialito e poi con acidità dice:" ma davvero? Qui nessuno picchia nessuno senza il mio permesso, capito coglioni?", i due rimangono perplessi "mah...", impazientito Armando li minaccia dicendo: " mah cosa? Se non ve ne andate vi spacco la faccia a tutti e due", i due impauriti scappano a gambe levate, infondo non potrebbero mai mettersi contro il Re della scuola.
Mi tocco ripetutamente i polsi e noto che si sono formate due chiazze rosse intorno ai polsi, lui vedendo i lividi me li prende delicatamente e li accarezza, sempre con molta discrezione, poi mi prende per mano e corriamo verso la capanna del bidello e lì mi prende il viso tra le mani e mi pone un delicato e tenero bacio sulle labbra. Paonazzo, sussulto e gli dico:"Graz- ie", lui mi guarda ed io guardo lui e si accende nuovamente la scintilla, e mi sembra di rivivere di nuovo quella sera quando andai alla festa nel giardino.
Dopo diversi secondi spesi a fissarci, lui risponde:" figurati fiorellino", mi fa l'occhiolino, poi si mette le mani nelle tasche del giubbotto di pelle ed esce dalla capanna rimanendomi per l'ennesima volta di stucco.
La ricreazione finisce ed io ancora non ho letto una pagina del mio libro, le lezioni riprendono ma terminano velocemente. All'uscita della classe vedo Rosy, la saluto con un cenno della mano, lei mi sorride ed insieme ci incamminiamo verso casa come non facevamo da molto ormai.

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