CAPITOLO 17

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ROSY MILLER

rosy's point of view:

Ho sempre ammirato le donne incinte; la loro forza, la loro pazienza ed il loro coraggio nel portare nel proprio grembo un'altra vita, mi ha sempre dato quel senso di fierezza d'appartenenza al sesso femminile, un qualcosa che gli uomini non hanno, una dote che solo noi donne possediamo.
Mai avrei pensato che a 17 anni sarei stata incinta, eppure sono qui adesso a morire di freddo fuori dallo studio della ginecologa. Quanto avrei voluto, che qui con me ci fosse stato Kevin.

"la signorina Miller?" mi domanda una ragazza tutta in tiro e con lo sguardo da smorfiosetta, mi osserva con quello sguardo da snob, io decido di ignorarla, mi alzo e mi dirigo nello studio.

"salve signorina, allora qual'è il problema?",mi dice una signora che avrà avuto come minimo 40 anni. Spero che non mi stia prendendo per il culo? secondo te cosa posso fare da uno ginecologo? comprare il prosciutto? sospiro e poi tutto d'un fiato dico:" Credo di essere incinta", la donna si aggiusta gli occhiali sul naso e poi mi intima a sdraiarmi sul lettino.

" prima di iniziare, hai fatto qualche test?" mi dice,

"ehm s- si", le dico un po' impacciata.

"bene allora spogliati che ti visito", faccio quello che mi dice e mi fa indossare un camice verdastro per poi visitarmi. Mi spalma sullo stomaco una specie di crema e mi passa un macchinario sulla pancia, al contatto con quel aggeggio rabbrividisco, lei se ne accorge e con un sorriso premuroso mi dice:" Non ti preoccupare è normale la prima volta", io le sorrido e preoccupata le domando:" Dottoressa allora? sono incinta?", lei si toglie gli occhiali li appoggia sulla scrivania e poi con tono severo, niente da paragonare al cordiale sorriso di prima, mi dice: "Temo proprio di sì", trattengo le lacrime ed esco velocemente dallo studio, dopo essermi rivestita, e cammino verso la fermata del Bus, prendo il cell e chiamo Kevin "servizio di segreteria telefonica risponde Kevin smith lasciate un messaggio e vi risponderò appena posso", cazzo ma perché quando servono gli amici non ci sono mai? prendo le cuffiette dalla tasca del cappotto e soffoco le lacrime ascoltando la mia musica. Dopo circa 15 minuti vedo arrivare un Bus, lo prendo e mi siedo all'ultimo posto, come mio solito fare. Il paesaggio nuvoloso e triste mi scorre velocemente davanti come fosse un ciclone che scuote tutti i miei pensieri e li amplifica rendendomi insopportabilmente agitata. Chiudo gli occhi pensando a come dare la notizia prima a Mason e poi a casa, rivolgo una piccolo sguardo all'interno e vedo solo un ragazzo mezzo addormentato seduto al terzo posto della fila di destra, ha una faccia conosciuta e mi ci vuole un po' per capire che quel ragazzo con i capelli nero corvino è Armando. Ma cosa ci fa qui? e soprattutto dove sta andando? noto però che si sta alzando, diretto ad una delle porte d'uscita, e con perplessità decido di seguirlo da buona ficcanaso che sono e noto appena scendiamo che siamo arrivati al cimitero della città. cosa ci fa lì? sono curiosa così senza farmi vedere decido di inseguirlo. Come se i miei problemi non fossero abbastanza, ma che ci posso fare in me vige una sfrenata investigatrice.

Kevin's point of view:

"Mamma hai fatto?" mi siedo sbuffando sulla poltroncina accanto ai camerini.

"un attimo tesoro, ho quasi fatto" mi urla lei da dietro alla porta.

sbuffo nuovamente, ma perché questa donna deve essere sempre così complicata, alla fine un semplice vestito da sera deve comprare.

"Mamma eddai stiamo da più di mezz'ora qui dentro", finalmente si decide ad uscire e insieme ci avviamo alla cassa intenzionati ad andare a casa.

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