Capitolo 13

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Kara

Senza rendermene conto mi ritrovai fra le braccia di Leone, preda di un pianto che non riuscivo a controllare.
Lui mi strinse a sé senza dire una parola ed io, che non avevo le forze per allontanarmi, rimasi appoggiata al suo petto preda dei singhiozzi.
Quando mi fui sfogata, mi staccai dal suo petto, troppo imbarazzata per alzare lo sguardo sul suo viso.
- Scusami... - Sussurrai asciugandomi il viso con il dorso della mano, cercando di darmi un po' di contegno.
Lui mi sorrise dolcemente.
-Non devi scusarti, è normale stare male con tutto quello che sta succedendo... -
Io annuii e feci un lungo sospiro.
- Sarai stanca, è meglio se vai a riposare un po'. Tra un'ora serviranno il pasto serale fuori.-
Lo guardai e gli rivolsi un sorriso di gratitudine. Avevo sbagliato a cedere davanti a lui, conoscevo i suoi sentimenti nei miei confronti e questo comportamento non avrebbe fatto altro che illuderlo. Non ero scoppiata in lacrime per il trasferimento, né tanto meno per la stanchezza, il motivo del mio pianto aveva un nome: Dimitri. Ma questo Leone non poteva saperlo.
Mi trascinai verso le nostre brande e mi sedetti su una di esse lasciando che Leone rangiungesse i suoi familiari all'esterno della stalla.
Mia madre aveva dato del latte ai piccoli che adesso stavano dormendo come angioletti.
- È stata dura per loro. - Disse guardandoli con uno sguardo che solo una madre può riservare ai suoi figli.
- È stata dura per tutti noi cara. - Rispose mio padre sedendosi al mio fianco - Aspetteremo la cena e poi ci riposeremo... vedrete che domani vedremo tutto con una luce diversa.-
- Lo spero. - Disse mia madre guardandosi intorno - Andiamo a dare una mano fuori, questa gente sta lavorando sodo per noi, il minimo che possiamo fare è dar loro una mano. -
Mio padre si alzò per seguirla fuori e si voltò a guardarmi. - Vieni Kara? -
- Vi raggiungo tra poco - risposi rivolgendogli un sorriso forzato.
Avevo bisogno di un po' di tempo per assimilare tutto e volevo stare sola.
Dimitri era il mio pensiero fisso da quando me n'ero andata dal villaggio, eravamo stati sfortunati, il nostro amore lo era stato, proprio quando era sul punto di esplodere e regalarci qualcosa di puro e stupendo.
Soffocai il viso nel cuscino in un attimo di frustazione e piansi in silenzio lacrime amare che sapevano di  rimpianto, rimpianto perché avevo avuto al mio fianco l' amore della mia vita e me n'ero resa conto troppo tardi.
Senza nemmeno accorgermene mi addormentai con gli occhi stanchi.

Dimitri

L'accampamento era un insieme di tende montate sulla sponda del fiume, lo stesso fiume dove io e Kara avevamo fatto il bagno milioni di volte e mi sembrò come se quei soldati stessero profanando un luogo sacro, il nostro fiume. Uomini in uniforme si davano da fare per sistemare le ultime brande, urlando e sbraitando ordini.
Erano all' incirca duecento, in maggior parte giovani che come me, non sembravano felici di essere lì.
Indietreggiai quando mi gettarono un sacco enorme davanti ai piedi.
- Tenete! Non abbiamo tutta la notte per accamparci! - Urlò un omone con la faccia piena di brufoli prima di voltarci le spalle.
- È una tenda... sei capace di montarla? - Mi domandò Kaimo che fino ad allora non si era mosso dal mio fianco.
- Non ne ho mai montata una - risposi rigirandomela tra le mani.

Mezz'ora dopo avevamo finito, il risultato non era dei migliori, la struttura della tenda era un po' storta ma stava in piedi e questo era quello che ci importava.
Alcuni giovani avevano acceso un fuoco e se ne stavano seduti per scaldarsi dal freddo della notte mentre altri erano già crollati sotto il peso della stanchezza. Chissà da quali villaggi venivano... magari arrivavano dalla parte nord della regione, oppure dai paesi della costa.
Il principe era riuscito a conquistare molti villaggi in poco tempo con promesse che non avrebbe mantenuto o terrorizzando il popolo,
aveva costretto centinaia di famiglie a fuggire per cercare rifugio in un altro paese e tra quelle c'era Kara.
Mille pensieri mi ronzavano per la testa, torturandomi e rendendomi nervoso. Cosa stava facendo? Le era accaduto qualcosa durante il viaggio? Erano riusciti a mettersi al sicuro?
- Ti senti bene Dimitri? - La voce gentile di Kaimo mi riportò alla cruda realtà.
Annuii ma il ragazzo era sveglio e non sembrò convinto della mia risposta.
- Stavi pensando alla tua famiglia? - Mi chiese passandomi un pezzo di pane con il formaggio che teneva nella sua sacca.
- Non esattamente - risposi addentando il cibo.
Lui mi guardò e gli angoli della sua bocca si alzarono dandogli un'aria furbetta.
- C'entra una ragazza...non è così? -
Io smisi di masticare il pane e lo guardai storto. Non volevo parlare di Kara con lui, non volevo parlarne con nessuno a dire il vero.
Kaimo alzò entrambe le sopracciglia percependo la mia rabbia.
- Calmati amico! Se non vuoi parlarne lo capisco...- disse abbassando le spalle- Io ho lasciato la mia fidanzata nel nostro villaggio...sarebbe dovuta partire per Montealto qualche giorno dopo di me ma non ho avuto più sue notizie da allora... -
Il suo volto, che fino ad allora era sempre stato solare e allegro, venne  adombrato da una nube di tristezza  ed io mi sentiì uno stupido per come mi stavo comportando.
- Scusami Kaimo ma... il fatto é che non sopporto di saperla lontana da me... non riesco a farmene una ragione e non faccio altro che prendermela con me stesso!- ammisi.
Kaimo emise un lungo sospiro e mi diede una pacca sulla spalla, un gesto che in qualsiasi altro momento mi avrebbe irritato ma che in quell'istante sembrò ciò di cui avevo  bisogno.
- Le rivedremo Dimitri - disse con una convinzione  disarmante nella voce - Fosse l' ultima cosa che faccio rivedrò la mia Emi -.

Kara & DimitriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora