Capitolo 1

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Kara

Il coprifuoco era passato già da un po' e fuori c'era un buio pesto quando finalmente riuscii ad sgattaiolare dalla mia camera. Era un gioco da ragazzi e l'avevo già fatto milioni di volte. Per fortuna Lily e Simeon erano caduti in un sonno profondo e non avrebbero fatto le spie.
Non appena misi piede fuori,                l' erbetta mi solleticò i piedi nudi, facendo attenzione a non fare rumore, mi allontanai in fretta da casa e raggiunsi  il prato al confine con il fiume.
- Ce l'hai fatta finalmente!- Esclamò Dimitri sbucando da dietro l'albero di mele.
Io sussultai e gli lanciai un occhiataccia. - I miei fratelli non ne volevano sapere di addormentarsi, c'è voluto un pò prima che crollassero!-
Aveva già sistemato una tovaglia sul prato ed io mi ci sedetti sopra.
Mi piaceva quel posto, era solo nostro la sera. Ci venivamo sempre da bambini, ci rilassavamo guardando le stelle, chiacchierando o semplicemente godendoci il canto delle cicale. Il cielo era meraviglioso quella sera e le stelle sembravano milioni di fiaccole accese nel buio.
Dimitri venne a sedersi accanto a me e mi porse una mela, una di quelle rosse e lucide che mi piacevano tanto.
- Com'è andata la tua giornata? - Mi chiese prima di dare un bel morso alla sua mela.
-Vediamo... La capretta è scappata un altra volta e ho dovuto cercarla per tutta la collina e a Lily è caduto il suo primo dentino, per il resto una giornata come le altre. Tu? Cos'hai fatto? -
Lui fece un lungo sospiro e poi guardò il cielo. - Mio padre è stato tutto il giorno a letto a lamentarsi e a ripetere quanto sia inutile e insignificante- .
Disse prima di fare un sospiro esasperato.
-Vedi... a me non pesa affatto provvedere alla famiglia al suo posto, sono un uomo ormai... ma non sopporto quando fà così, non capisce che non fà altro che intristire ancor di più mia madre e mia sorella-.
Gli posai una mano sulla sua e lui trasalì.
- Che c'è? - Gli chiesi togliendo la mano di scatto.
Lui abbassò lo sguardo sui suoi piedi nudi - Niente...- Rispose facendo un timido sorriso.
Quella sera era nervoso.
Non era facile convivere con suo padre, aveva un brutto carattere ma come potevo biasimarlo? Il poveretto manteneva la famiglia facendo il taglialegna ma un giorno, mentre si trovava nel bosco, venne colpito dal proiettile di un fucile di un cacciatore che non  l'aveva visto e perse la gamba.
Volevo rallegrare il mio amico perché non sopportavo di vederlo triste cosi mi venne un idea ed iniziai a togliermi la camicia.
Dimitri alzò piano la testa e quando vide quello che stavo facendo sobbalzò.
- Kara...che...che stai facendo? - Balbettò guardandosi intorno, come se qualcuno potesse vedermi.
Io gli rivolsi uno sguardo furbetto.
- Mi sto spogliando, non lo vedi sciocco? -
- Perché? - Mi chiese come se non fosse chiaro.
- Non posso fare il bagno con i vestiti addosso o mia madre mi scoprirà vedendoli tutti inzuppati... - Risposi abbassando le gonne.
Lui sembrava in imbarazzo e non ne capivo il motivo visto che avevamo fatto il bagno assieme centinaia di volte ma non gli diedi troppa  importanza e mi tuffai nel fiume.
Era una calda serata d'estate e l'acqua era tiepida, mi immersi godendomi quella sensazione di freschezza e quando riemersi Dimitri era ancora sulla riva con addosso solo le mutande, teneva le spalle rigide ed un espressione buffa sul volto.
- Che fai, non vieni? - Gli chiesi alzando le braccia.
Quella sera era strano, non solo per via di suo padre ma ero convinta che ci fosse dell'altro, qualcosa che non mi riuscivo a spiegare.
Dopo qualche esitazione si decise finalmente ad entrare in acqua e venne vicino a me.
- Sei strano stasera -. Dissi - Qualcosa non va? -
Lui mi guardò e in quegli occhi, rividi il Dimitri bambino, quello che mi difendeva dai ragazzini prepotenti, il mio compagno di giochi e di sventure.   Quando lo conobbi non aveva ancora tutti i denti mentre adesso avevo davanti un ragazzo, con tanto di barba sul mento e sulle guance.

Dimitri

Cosa mi stava succedendo? Non riuscivo nemmeno a guardare Kara negli occhi. Non avrei saputo dire perché ma sentivo una strana sensazione allo stomaco.
Avevamo fatto il bagno in quello stesso fiume innumerevoli volte ma quella sera c'era qualcosa di diverso.
Quando l'avevo vista togliersi il vestito mi ero sentito avvampare e avevo dovuto distogliere lo sguardo per non farglielo notare, fortuna che fosse buio.
Kara non era più una bambina e nemmeno io lo ero. Eravamo cresciuti come due fratelli ma adesso non potevo mentire a me stesso, dovetti ammettere che era diventata una bellissima ragazza, di una bellezza disarmante e la cosa più bella di lei era che non se ne rendeva conto.
I lunghi capelli castani le incorniciavano un visino perfetto, gli occhi erano di un azzurro più profondo del mare e le labbra erano diventate carnose e da baciare.
Mi rimproverai immediatamente per quel pensiero. Non potevo pensare a  queste cose, per Kara ero solo un amico, inutile illudersi.
Ricordavo ancora la prima volta in cui la vidi, avevo sette anni e lei poco più di cinque.
Quella mattina, stavo facendo una passeggiata sulla collina con il mio cane, quando udiì un pianto disperato; cercai di capire da dove provenisse ma quando il cane si mise ad abbaiare capiì che l' aveva trovata. Se ne stava seduta in fondo ad una buca, con le ginocchia strette al petto ed il viso rigato di lacrime e appena mi vide balzò in piedi supplicandomi di salvarla. Ovviamente non c'era bisogno delle suppliche perché l'avrei tirata fuori comunque. Corsi a casa, presi una corda spessa dal capanno di mio padre e riusciì a farla uscire dal fossato. Lei mi saltò addosso, mi abbracciò forte ringraziandomi un milione di volte e mi promise che sarebbe stata mia amica per sempre. Ed ora eccomi lì a dover combattere con un sentimento del tutto nuovo mentre lei faceva il bagno seminuda, ignara di quello che frullava nella mia testa.


Grazie a tutti voi lettori per esservi  interessati alla mia storia, se vi fà piacere commentarla e darmi dei suggerimenti mi sarebbe d'aiuto per notare gli errori e migliorarmi.
Grazie ancora.

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