Kara
Non sapevo cosa fare.
Fissavo la ragazza svenuta senza far nulla, le avevo spostato i capelli dal viso e avevo potuto costatare quanto fosse bella. I suoi capelli, biondi come fili d'oro, incorniciavano un visino ovale e gli occhi chiusi erano arricchiti da folte ciglia. Aveva un piccolo nasino all'insù e le labbra sottili erano sollevate agli angoli e le davano un espressione serena sul volto.
Sembrava stesse sognando.
Provai a darle dei colpetti sulla guancia ma non si svegliò così corsi al ruscello dove avevo lasciato le lenzuola da lavare ed un secchio che riempìi d'acqua. Tornai dalla sconosciuta e glielo rovesciai addosso.
Il risultato fu eccellente. La giovane si mise a sedere di scatto e boccheggiando imprecò come un uomo.
- Scusami... - le dissi mortificata
Lei alzò lo sguardo severo su di me e aggrottò le sopracciglia
- Chi diavolo sei tu? - mi domandò mentre cercava di strizzare la gonna inzuppata - E perché mai mi hai gettato un secchio d'acqua addosso?-
- Io sono Kara e tu... tu... eri svenuta e non sapevo come svegliarti così... -
- Così hai pensato bene di rianimarmi con un secchio d'acqua. - concluse lei al posto mio con aria infastidita.
Ero stupefatta. Non mi aveva nemmeno ringraziata e adesso se ne stava seduta a sistemarsi i capelli dietro alle orecchie.
- Bene... vedo che non hai più bisogno di me... buona giornata! - dissi mentre le voltavo le spalle per tornarmene da dove ero venuta.
- Fermati! - Disse alzandosi - Ti prego - aggiunse addolcendo la voce.
Io mi voltai e la fissai senza dire una parola, avevo perso abbastanza tempo con quella viziata e avevo delle faccende da sbrigare prima del tramonto.
- Ti chiedo scusa per il mio comportamento... certe volte ho un brutto carattere. -
Io rimasi un altro pò in silenzio prima di parlare.
- Hai intenzione di rimanere lì impalata per tutto il giorno?Scoprìi che la ragazza si chiamava Emily, aveva la mia stessa età e veniva da Muschiobianco.
Mi raccontò che si era rifugiata con la famiglia a Montealto da circa due mesi ma non ci eravamo mai incontrate perché lei era stata accolta in un casale vicino alla nostra stalla.
- Quando ti ho trovata c'erano un mucchio di fate che ti ronzavano intorno... ho pensato che volessero farti del male... - spiegai mentre tornavamo al fiume.
Lei fece di no con la testa sorridendo.
- Mi hanno salvata... vedi quì?- disse indicandomi una cicatrice rossastra sulla gamba destra
- Ero inciampata su una radice e ho sbattuto la testa, devo aver perso i sensi ma ricordo bene quelle creature, il loro canto mi ha cullata in un sogno bellissimo... e poi... -
- Si, si... lo so! Poi sono arrivata io e ti ho buttato un secchio d'acqua addosso... guarda che se ti piaceva dormire nella radura ti ci posso riaccompagnare!-
Lei scoppiò a ridere, aveva una bella risata, di quelle contagiose e scoprìi che se la cavava con le faccende domestiche, mentre mi aiutava a lavare gli ultimi panni al fiume, mi aveva raccontato che sua madre lavorava come cameriera nella tenuta di un conte per cui lei aveva dovuto badare alla casa da sola sin da piccola.
Suo padre lavorava nei campi e i suoi fratelli erano troppo piccoli per darle una mano.
Mi piaceva e sentivo che avremmo potuto diventare amiche.Dimitri
Mi svegliai di soprassalto.
Dopo essere entrati come dei mostri nella casa di Algaverde ed aver terrorizzato quella famiglia innocente, Leonard aveva convinto la giovane donna a schierarsi dalla sua parte.
Il povero anziano invece non si era più alzato da quel pavimento freddo, battendo la testa non era solamente svenuto ma era morto per difendere la sua famiglia e la sua dignità, tutti i suoi sforzi erano stati inutili.
Visto che i bambini erano ancora troppo giovani per arruolarsi, Leonard aveva costretto la donna a cucinare per le truppe che sostavano nel villaggio fino a che non avremmo ripreso la nostra marcia verso un altra destinazione, secondo lui era un modo per rendersi utile alla causa. Purtroppo i soldati, quelli più ignobili, la infastidivano spesso facendole proposte oscene e la ragazza arrossiva in continuazione tenendo lo sguardo basso in preda all'imbarazzo e alla paura. Un giorno mi riposavo sotto l'ombra di un albero, stavo guardando i pochi bambini rimasti che giocavano con le biglie in attesa del pranzo, quando mi accorsi di una cosa, una cosa che mi dette talmente fastidio che non resistetti all'impulso di intervenire.
Mentre la ragazza, che avevo scoperto si chiamasse Maria, stava stendendo i panni dietro casa sua, uno dei soldati più viscidi si era nascosto dietro ad un lenzuolo sbucando all'improvviso per metterle paura. Lei aveva sussultato portatandosi una mano al cuore e lui gliel'aveva strappata dal petto per sostituirla con la sua con prepotenza, le stringeva il seno e la stava spingendo verso un muro mentre le tappava la bocca per evitare che urlasse e le alzò la gonna da dietro.
Non ci vidi più.
Nonostante il soldato fosse alto e grosso il doppio di me gli saltai addosso come una furia e lo spinsi via da Maria che, tremando come una foglia, si rannicchiò a terra stringendo le ginocchia al petto terrorizzata.
- Che diavolo vuoi idiota?- ringhiò il soldato con l'alito che sapeva di alcol scadente.
- Allontanati. Subito. Da. Lei. - lo avvertiì a denti stretti.
Lui scoppiò in una risata volgare.
- E me lo ordini tu? Un bambino con la barba troppo cresciuta? - mi provocò avvicinandosi di un passo.
Senza pensarci due volte gli sferrai un pugno alla mascella facendogli voltare il viso con forza.
Lui si massaggiò la guancia e senza perdere tempo mi si gettò addosso, io schivai il primo colpo ma non il secondo, un pugno nello zigomo mi fece provare una fitta di dolore atroce che mi fece cadere al suolo.
Il tizio mi bloccò a terra con il suo peso e mi colpì ancora e ancora mentre Maria urlava in cerca d'aiuto. Avevo la vista appannata dal sangue che mi colava dalla fronte ma quando finalmente riuscìi a liberare una mano afferrai il pugnale che tenevo dentro lo stivale e glielo conficcai nel fianco provocandogli un urlo di dolore che non avrei dimenticato tanto facilmente.
L'uomo cadde di peso al mio fianco ed in quel momento arrivò il comandante Leonard seguito da una decina di soldati.
- Che diavolo sta succedendo quì? -
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Kara & Dimitri
FantasyKara e Dimitri sono amici dai tempi dell'infanzia ma quando iniziano a provare attrazione l'uno per l'altra, si rendono conto di non essere più due bambini. Si lasciano trasportare dalla passione ma proprio quando capiscono di amarsi, nel loro mond...