Kara
Le giornate a Montealto sembravano non trascorrere mai, eravamo lì da un mese ma a me sembrava fosse passato un anno.
Eppure, cercavo di distrarmi in tutti i modi possibili per tenere la testa lontana da Dimitri. Aiutavo le altre donne con le faccende domestiche e mungevo il bestiame insieme a mio padre, proprio come facevo a casa tutte le mattine. Mi faceva piacere rendermi utile ma la cosa che amavo più di tutte era lavare i panni. A circa un miglio dal villaggio, addentrandosi dentro al bosco, si trovava un ruscello con l'acqua limpidissima, lì regnava un silenzio paradisiaco e l'unico rumore che mi faceva compagnia era il canto degli uccelli e i rametti che si spezzavano al passaggio di qualche animale.
Quella mattina ero intenta a lavare un lenzuolo davvero enorme quando un lamento strozzato mi fece sussultare. Mi misi in ascolto per capirne la provenienza e facendomi coraggio iniziai a camminare verso il sentiero che portava nel fitto del bosco ma più ascoltavo quel lamento, più mi convincevo che si trattasse di un pianto. Ad un tratto però il silenzio. Cercai di rimanere concentrata ma niente, non riuscivo più a sentire alcun rumore. Feci qualche altro passo in mezzo agli alberi e quello che vidi mi lasciò senza fiato. A qualche metro da me, nel bel mezzo di una piccola radura circondata da salici, una ragazza minuta se ne stava distesa a terra in una posizione innaturale, le sue gambe erano piegate in malo modo ed i capelli, biondi e lunghi, le coprivano il viso.
Attorno a lei una ventina di fate fluttuavano nell'aria toccando la pelle scoperta delle gambe e spargendo una luminosissima polvere dorata sul suo corpicino.
Entrai nel panico. Cosa le stavano facendo? Ed io, cosa avrei dovuto fare?
Non sapevo se intervenire o stare a guardare. Mia madre mi aveva parlato spesso delle fate come creature docili e gentili ma diceva anche che era meglio non farle irritare perché possedevano poteri incredibili donategli direttamente dalla natura stessa. Le forze dell'aria, della terra e del cielo risiedevano in loro.
Ad un tratto però, mentre io ero ancora intenta a prendere una decisione, le fate si alzarono in volo e sparirono nel bosco, lasciando la ragazza in mezzo alla radura.
Facendo molta attenzione, mi precipitai da lei e mi inginocchiai al suo fianco. Le scostai i capelli dal viso e controllai che stesse respirando.
Per fortuna era viva.Dimitri
Trentuno giorni e 15 ore.
Da quando io e Kara ci eravamo separati ed ero stato costretto a seguire l'esercito di Said non avevo fatto altro che contare le ore.
Ci eravamo spostati da paese in paese, facendo delle soste di appena qualche
giorno prima di ripartire. Per me era una vera tortura dover entrare nelle case di gente innocente per costringere i loro figli a seguire la causa di quel principe folle. La maggior parte della popolazione era già fuggita a Montealto ma alcune famiglie erano rimaste nelle loro case, alcuni erano troppo vecchi o malati per fuggire mentre altri erano rimasti semplicemente per il coraggio di opporsi al principe. Quel giorno ci trovavamo a Algaverde, uno dei paesi che fiancheggiavano la costa del paese. Il villaggio era quasi vuoto e le poche famiglie rimaste nelle proprie abitazioni avevano giurato fedeltà a Said. Tutte, tranne una.
Di solito rimanevo di guardia alla porta insieme ad un altro soldato ma quella mattina Leonard mi fece entrare al suo fianco.
La famiglia era composta da un uomo piuttosto anziano, con la testa calva e il viso ossuto, ed una donna più giovane, che doveva essere la figlia. Mentre perquisivamo la casa, dentro alla camera da letto, trovammo due bambini che dovevano avere più o meno l'età dei fratelli di Kara, erano nascosti dentro ad un baule, con gli occhi spalancati e le guance rigate di lacrime, mentre cercavamo di tranquillizzare i bambini, in cucina Leonard discuteva con l'uomo anziano che si ostinava a dichiararsi fedele al vecchio re defunto e di conseguenza si opponeva al figlio che l'aveva assassinato.
Osservavo la scena con terrore mentre un altro giovane soldato teneva impegnati i bambini, temevamo che Leonard sfogasse la sua ira su di loro e sapevamo che ne era capace.
La giovane donna tremava come una foglia mentre suo padre, che le teneva una mano sulla spalla, teneva il mento alto e le spalle dritte.
- Noi non ci muoveremo da casa nostra e nessun soldatino da quattro soldi ci costringerà a cambiare i nostri ideali, né ora né mai!- Disse senza un minimo di paura nella voce.
Leonard studiò l'uomo in silenzio, un silenzio inquietante ed io seppi che di lì a poco sarebbe successo qualcosa di terribile.
In un attimo fu sulla donna e le prese il mento fra le dita stringendo forte la presa.
- E lei signorina? È d'accordo con suo padre? - le chiese con il viso a pochi centimetri dal suo.
La ragazza era terrorizzata e non si reggeva sulle gambe per quanto le tremassero.
- Io... io... non ... io voglio solo che questo incubo finisca signore... - disse scoppiando in lacrime.
- Bene... hai sentito tua figlia vecchio? Vuoi accontentarla o dobbiamo far si che non dimentichi mai questo giorno? - chiese all' uomo continuando a tenere stretta la presa sulla ragazza.
- Lascia stare mia figlia codardo! - Urlò gettandosi su Leonard che con uno spintone lo scaraventò a terra.
- Se la pensi così morirai... ed io porterò la tua dolce figlia con me. I miei ragazzi hanno bisogno di sfogarsi e questa giovane è proprio quello che ci serve! -
Iniziò a trascinare la ragazza verso l' uscita mentre lei piangeva e scalciava con tutte le sue forze.
- Lasciatemi! Ve ne prego! Come faranno i miei bambini!? - Disse mentre si dimenava tra le braccia di quel verme.
- Quali bambini? - Chiese il capitano bloccandosi sulla soglia.
- Sono nella loro stanza... vi prego lasciatemi... sono soli al mondo... non hanno che me! -
Leonard guardò nella mia direzione e si avviò a grandi passi nella stanza dietro di me, dove il giovane soldato teneva a bada i bambini.
- Bene, bene... cosa abbiamo quì? - disse con un ghigno avvicinandosi ai piccoli.
- Capitano io...- disse il soldato sulla difensiva.
- Taci! - Ringhiò Leonard - E voi bambini... uscite dalla stanza da bravi... - disse con voce gentile
I piccoli mi guardarono incerti e impauriti ed io feci loro cenno di dargli retta.
Non appena entrarono in cucina corsero dalla loro mamma. Il vecchio invece era ancora steso per terra, aveva battuto la testa e sembrava avesse perso i sensi.
Leonard si gustò la scena prima di sedersi di fronte a loro.
- Allora signora... volete vivere o morire? -
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Kara & Dimitri
FantasiKara e Dimitri sono amici dai tempi dell'infanzia ma quando iniziano a provare attrazione l'uno per l'altra, si rendono conto di non essere più due bambini. Si lasciano trasportare dalla passione ma proprio quando capiscono di amarsi, nel loro mond...