Racconto

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E da un paio di giorni che siamo tornati a casa nostra, e devo dire che mi piaceva stare lì. Fuori dal mondo, dalla vita di tutti i giorni e in pieno relax.

Insomma un posto molto bello, è pieno di pace. Quella che mi manca quando sono qui a casa.

Quando siamo tornati a casa, Francesco ci ha salutati è ha detto che doveva andare perché avevo un impegno. Ma secondo me doveva incontrarsi con Sofia al sua ragazza.

Beh.. che mi aspettavo lui è fidanzato, e io sono solo la sua amica niente di più e non ha nessun dovere nei miei confronti. E io non ho nessun diritto di dirgli con chi stare o con chi no, non posso dirgli di stare sempre con me e non andare dalla sua ragazza.

Non posso costringerlo.

Non posso chiedergli di restare con me.

Non posso dirgli di lasciare la sua ragazza per me.

Ma che cavolo vado a pensare? Mi sarei uno schiaffo da sola, solo per quello che ho pensato.

Devo riprendermi e smetterà di pensare a ste cose, soprattutto se queste cose sono Francesco e il fatto che vorrei che stesse con me.

Uffa!

Forse una bella passeggiata mi farà bene, un po' di aria frasca mi farà rinfrescare le idee, e mi toglierà per un po' dalla mente questi miei pensieri dalla testa.

‹Papà io esco!› urlo dal piano di sotto, poi prendo il giubbotto, il telefono ed esco di casa. Non ho sentito neanche la risposta visto che ho chiuso subito la porta.

L'aria fresca mi accarezza le guance, e mi spettina leggermente i capelli. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare da questa brezza leggera.

Resto così ancora per un po', fino a quando non sento vibrare la testa dei pantaloni. Il telefono.

Le prendo e non appena leggo il nome, un sorriso mi compare sulle labbra.

‹Dimmi tutto› rispondo in tono scherzoso.

Lei dall'altra parte del telefono ride.

‹Vedo che sei di buon umore oggi, cos'è il tuo "amico" ti sta dando alla testa› sempre la solita pure lei, potrebbe andare d'accordo con Giulia.

Scuoto la testa sorridendo.

‹No.. scema. Che dici e poi siamo veramente amici› la ammonisco subito. Deve sempre pensare male, sempre come vuole lei pensa.

Ma le voglio bene anche per questo.

‹Vabbè.. ti ho chiamata per sapere se ti va di andare a prendere un gelato, e poi fare una passeggiata. Ci sono anche le altre› dal tono sempre allegra e felice.

Chissà che le è successo di bello.

‹Ah.. certo che mi va, vengo subito› mi dice dove sono esattamente, ci salutiamo e chiudiamo la chiamata.

Mi incammino verso il centro, nel mentre osservo le vetrine dove ci sono esposti vari capi di abbigliamento molto carini, e nuovi.

‹Ehy.. siamo qui› sento urlare una voce.

Quando mi giro, vedo davanti a mela mia amica e vicino a lei le altre ragazze. Tutte con dei sorrisi sulle labbra.

‹Ciao ragazze.. che bello vedervi› corro nella loro direzione, e le abbraccio tutte quante.

Ricambiano e ci stringiamo tutte. Quando ci stacchiamo ci mettiamo a ridere per la scena appena accaduta, soprattutto in mezzo a tutti.

‹Ragazze che ne dite, andiamo a mangiare un gelato e nel mentre chiacchieriamo?› propone Natasha, lei è quella tra le quattro la più timida e riservata. Ma con noi si apre abbastanza.

Tutte confermiamo le sua proposta. E ci incamminiamo verso una delle tante gelaterie, che ci sono in centro e appena mettiamo piede una bella arietta fresca ci arriva da sopra le teste. Odore di cioccolato, e paste appena sfornate ci invece le narici buonissimo.

Le pareti sono di un rosa pastello molto carino ed elegante, il pavimento è in parquet di colore chiaro liscio i tavolini sono quadrati è anche rotondi con delle tovaglie bianche e le sedie sono di plastica dura colorate che mettono allegria e ci sono anche dei divanetti di colore rosso per sedersi. Alle pareti ci sono dei quadri carini che si ispirano a vari tipi di cibi e bevande. Infine il bancone e bello grande, una parte in vetro dove sono esposte torte e tanti altri tipi di dolci come nei frigoriferi dietro ad esso, dall' sparte in legno invece c'è una bella pianta grasse messe in dei vasetti colorati fatti di ceramica.

Insomma questo posto è molto bello è anche accogliente.

‹Venite sediamoci qui› Indico un tavolino vicino a una finestra che è belle grande.

‹Si.. mi piace come postazione› Natasha è una ragazza a cui piacciono le cose semplici e non troppo elevate. Insomma se le venisse regalato un mazzo di fiori non ci farebbe tanto caso a di che tipo sono, le piacciono tutti i tipi.

Prendiamo posto al tavolo, e ci togliamo i nostri giubbotti. Oggi fa abbastanza freddo anche se c'è il sole, il vento è freddo è tira tanto.

In quel momento una cameriera, che sembra avere la nostra stessa età ma che di sicuro è più grande, avrà di sicuro venti o ventitré anni. È molto carina, e sembra anche simpatica.

‹Ciao ragazze, cosa posso portarvi?› ci sorride e prende un blook notes e una penna, aspettando che noi ordiniamo.

Prendiamo il piccolo menù che c'è sul tavolo, lo apriamo e neanche dopo un paio di minuti abbiamo già detto i nostri ordini alla cameriera.

‹Arrivano subito› ci sorride e se ne va via con i nostri ordini.

Non appena la ragazza si allontana, e io mi giro verso le mie amiche le trovo e fissarmi intensamente.

‹Allora.. com'è andata?› Mi chiedono tutte loro in coro.

Sorrido, e comincio a raccontare loro tutto.










Me🌠

Un'altro capitolo corretto. È più interessante e più bello.

Chissà cosa ne penseranno le ragazze.

By Any🐞
















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