Quando torno a casa, trovo con mia grande sorpresa mio padre ai fornelli.
Sorpresa perché non l'ho mai visto ai fornelli, anzi l'ho visto rare volte.Così mi avvicino a lui di poco, il poco per vedere che cosa combina.
«Papà... che cucini di buono?» gli chiedo avvicinandomi al lavabo. E aprendo il rubinetto, prendo un bicchiere dallo scola piatti e lo riempio quasi a metà. E ne bevo un sorso.
Aveva un grembiule nero e rosso, con l'immagine della statua della libertà ripetuta più volte.
Accorgendosi che lo stavo guardando, si volta di poco, giusto il tempo di far incrociare i nostri occhi. Per poi voltarsi di nuovo e riprendere a cucinare.
«Segreto!» esclama facendomi un sorriso, con aggiunta di occhiolino. Mentre continua a tagliare i pomodori per l'insalata.
«Ok.. ma non puoi almeno dirmi il motivo di tanta premura?»Gli chiedo facendo gli occhi dolci.
Scuote la testa, e io lo guardo male.
Che odioso, quando vuole dare il misterioso, ancora di più.Assottiglio gli occhi e continuo a fissarlo.
«Tanto non te lo dico, è inutile che mi guardi così» mi avverte.
Sbuffo e incrociando le braccia al petto, me ne vado arrabbiata.
«Non essere arrabbiata! Ti piacerà la sorpresa vedrai!» mi urla dietro.
Giro di poco il capo, e gli faccio la linguaccia.
«Te la taglio» mi minaccia.
Faccio spallucce e continuo a camminare.
***
Sono ormai le 20 di sera, e gli ospiti dovrebbero arrivare a momenti. La cena devo dire che non è venuta poi così male, papà mi ha sorpresa. Ogni tanto qualcosa di utile fa.No scherzo, è sempre utile.
Stasera però, sembra che ci abbia messo più impegno del solito.
Ad un tratto, il campanello suona e lì mi drizzo con la schiena.
Mi alzo dal divano, sul quale mi ero seduta.
Vado verso la porta e giro leggermente il pomello fino a che non sento un leggero click ed eccolo... la tiro verso verso di me.
Appena si apre davanti a me mi trovo una bellissima donna. Capelli neri raccolti in uno chignon ordinato dal quale, escono alcune ciocche di capelli che cadono in modo elegante, leggere e delicate sul sul viso, porta gli occhiali neri. E aggiudicare dal sul modo di vestire devo dire che ha buon gusto. E che sta bene di soldi.
Scusate, ma quando ci vuole ci vuole.
«Buonasera» mi dice lei accennando un bellissimo sorriso
«B-buonasrta a lei» balbetto sorpresa, e allo stesso tempo confusa.
Papà!! Ma che combini, non dirmi che è quello che penso!
«Scusa posso.. fuori si gela» mi chiede lei gentilmente, continuando a sorridere. Mentre si stringe di più nel suo cappotto nero, di tessuto che le arriva poco sopra le ginocchia.
Annuisco distratta e mi sposto per farla entrare, ma quando sto per chiudere la porta sento un "ehi!" da dietro.
Così riapro, e quando vedo chi è, per poco non spalanco la bocca.
Che ci fa lei qui!
Non credo di riuscire a resistere, morirò ancora prima di finire la cena.
Ne sono certa.
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La mia vita in un sogno
Short Story*_COMPLETATA_* Ciao, ragazzi questa storia parla della mia vita alternativa che ho sognato, in pratica è quasi tutto un sogno. Solamente il mio nome è vero e quello della mia amica. E anche altre cose lo sono. Spero vi piaccia!!!