Pentimento e Riflessioni

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FRANCESCO

«Amico, per quanto ancora vuoi negare l'ovvio? » mi chiede Pietro, che è al mio fianco. Stiamo andando agli allenamenti di calcio, e stiamo parlando, o meglio lui sta parlando.

Non capisco a cosa si stia riferendo, visto che non ho nemmeno capito di cosa stia parlando.

Mi volto verso di lui, è alzo un sopracciglio in modo confuso. Il mio migliore amico alza gli occhi al cielo esasperato e sbattendosi una mano sulla fronte.

Oggi è tutto strano.

«Pie.. se non ti spieghi, come pensi che io possa capire?» gli dico spazientito.

Certe volte vorrei ucciderlo, parla sempre a modo suo e invece quando parla chiaramente dice solo cretinate. O meglio per il 50% delle volte.

«Sei tu troppo scemo» mi guarda male.

«Ora non offendermi, è dimmi quello che intendi dire con "per quanto vuoi negare l'ovvio" perché io veramente non ho capito» dico imitando la sua voce, spronandolo a parlare.

Sbuffa scuotendo la testa esasperato, e facendo un sorriso falso. Unisce le mani come preghiera, e quando fa così significa che vuole uccidermi ma si sta trattenendo.

«Te lo dico, se no qui si fa notte e se aspetto che ci arrivi da solo, moriremo» mi prende in giro.

Alzo gli occhi al cielo e gli faccio segno con la mano di andare avanti.

Annuisce e comincia a parlare.

«Prima mi riferivo ai tuoi sentimenti, quelli che provi per Anastasia e che stai cercando di negare e nascondere» mi lascia senza parole e con gli occhi sbarrati.

Non pensavo minimamente che si riferisse a quello, e soprattutto che se ne fosse accorto. Non sono stato troppo bravo a nascondere i miei sentimenti.

Pietro è un ottimo osservatore, molto bravo ai dettagli e soprattutto mi conosce troppo bene.

Apro la bocca per parlare, ma lui mi interrompe continuando a parlare.

«Guarda che se non ti dai una mossa, se la prenderà un altro ragazzo e tu non potrai fare più niente» Ora è serio e mi guarda dritto negli occhi.

Per quanto mi costa, devo ammetterlo ha ragione, però non so che fare, non so mai come comportarmi con lei. Ogni volta che siamo soli, o che provo a dire qualcosa ho sempre paura di ferirla o di dire qualcosa di sbagliato.

E il più delle volte, è così. Dico cose che sul momento mi salgono per la rabbia, o per la semplice gelosia.

Me ne accorgo solo dopo e me ne pento.

Invece di dirle che l'avrei aiutata con il tipo che le piace, le avrei dovuto dire quello che sento per lei. E risolvere qualsiasi cosa sia successo tra di noi.

Avrei dovuto cogliere l'occasione.

«Lo so.. ma non so cosa fare, vorrei poter dirle tutto. Ma so che finiremo per litigare» abbasso la testa e mi sento un stupido, un grande stupido e pure codardo.

Come spero che tra me e lei, possa iniziare un qualcosa di vagamente paragonabile a una semplice amicizia?

Se non faccio altro sbagliare tutto?

«Amico.. prima di tutto devi essere sincero con te stesso, e dopo con lei. Sono sicuro che lei apprezzerà» mi dà una pacca amichevole sulla spalla e poi ci incamminiamo al campo.

«Grazie amico» lo ringrazio sorridendo.

•••••

Mi accomodo sulla sedia e le ragazze mi seguono a ruota, prendono posto pure loro sulle sedie.

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