Prologo

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Lunedì, 29 maggio 2017

Aveva vagato per la città per tutta la sera. Non riusciva a darsi pace. Non riusciva a trovare una spiegazione a tutto quello che gli stava succedendo. Lei se ne era andata. Lo aveva fatto davvero. Lo aveva lasciato da solo. E non aveva avuto nemmeno il coraggio di guardarlo negli occhi per l'ultima volta. Uno stupido post su Instagram e una lettera lasciata sulla sua scrivania, insieme al suo bracciale, quello con la rosa a cui teneva tanto, perchè la rosa era da sempre stato il loro simbolo: rappresentava il loro rapporto, meravigliosamente bello ma pieno di casini, pieno di spine.
Filippo non riusciva a spiegarsi come avesse Beatrice potuto fargli una cosa del genere. Se ne era andata e non aveva detto a nessuno dove, nemmeno alla sua famiglia. La morte del fratello l'aveva scossa così tanto, stava visibilmente male ma Filippo non avrebbe mai creduto che sarebbe stata capace di lasciarlo e scappare via.
E in quel momento si trovava davanti ad un supermercato. Aveva appena comprato una bottiglia di vodka ed era pronto ad affrontare la nottata peggiore della sua vita. Poggiò la bottiglia sul sedile del passeggero, accanto alla lettera che non aveva avuto ancora il coraggio di leggere e mise in moto. Sapeva già dove andare. Si stava dirigendo verso l'ultimo posto dove erano stati insieme, dove qualche notte prima l'aveva portata a vedere l'alba, dove l'aveva vista ritrovare quella tranquillità persa da tempo, mentre dormiva beatamente tra le sue braccia. Filippo quella notte si era sentito la persona più fortunata del mondo. Lui la amava ma non glielo aveva mai detto, perché trovava così dannatamente difficile esternare i propri sentimenti. E in quel momento, mentre stava guidando verso quel piccolo boschetto che gli ricordava lei, si stava chiedendo se lei lo amasse così come faceva lui.
Arrivato alle pendici di quella montagna, di fronte a quel lago immenso e circondato dagli alberi, aveva spento il motore ed era rimasto immobile per un po'. Aveva poi preso il cellulare e per l'ennesima volta aveva provato a chiamarla, perchè in lui la speranza che lei tornasse non si sarebbe mai spenta. All'ennesimo squillo senza una risposta aveva gettato il cellulare a terra, sul tappetino dell'auto, con tutta la rabbia che aveva in corpo.
Nemmeno si era accorto di alcune lacrime salate che avevano preso a scendere sul suo volto. Lui non piangeva mai. Lui era forte, non aveva bisogno di frignare. Si era costruito un guscio tanto resistente da non poter essere abbattuto ma dentro di sè sapeva di essere fin troppo fragile, anche se non voleva accettarlo.
Prese tra le mani quella lettera e se la rigirò tra le dita, finchè non si decise ad aprirla. Afferrò la bottiglia di vodka e la aprì, ingerendone un sorso. Sapeva che non sarebbe riuscito a sopportare il peso delle parole che avrebbe letto di lì a poco e aveva bisogno di un piccolo supporto.
Un altro sorso e finalmente aprì il foglio bianco piegato in tre parti.

Caro Fil,
Quando leggerai questa lettera sarò lontana. Probabilmente in questo momento mi starai odiando e ne hai tutte le ragioni del mondo. Sono scappata e sono una vigliacca, perchè non sono in grado di affrontare le situazioni, sono una bambina immatura e non lo dico solo per fare la vittima ma perchè lo penso davvero. Ma so anche che se non avessi fatto ciò che ho fatto probabilmente il cuore mi sarebbe scoppiato nel petto.

Filippo mandò giù un altro sorso di vodka, sentendo un senso di calore misto a bruciore in gola che un po' gli dava sollievo.

Ho un sacco di cose da dirti. Avrei voluto guardarti negli occhi e confessarti quanto tu sia importante per me, ma probabilmente dopo averlo fatto non avrei più avuto il coraggio di partire. Ed io dovevo farlo Filippo. Ogni luogo, ogni angolo della nostra città e di casa mia mi ricordano lui e non riuscivo più a reggere un peso tanto grande. Dovevo andare via, dovevo allontanarmi. Non voglio dimenticarmi di Mattia, non lo farò mai, ma devo lasciare andare ogni singola cosa che mi riporta alla mente lui. Rischio di mandare a rotoli la mia vita e non riuscirei più a vivere così, e soprattutto lui non avrebbe mai voluto tutto ciò per me.

Nonostante noi - IRAMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora