Capitolo 18

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Sabato, 24 marzo 2018

[Beatrice]

La voce di Einar e le note di Salutalo da parte mia invadevano lo studio e l'atmosfera che si stava creando era veramente qualcosa di intenso.
Il cubano e Carmen si stavano sfidando, per volere di Paola Turci, al fine che uno dei due ottenesse la prima maglia verde per l'accesso al serale.
Ero combattuta perché da un lato c'era Carmen, la mia compagna di stanza sin dal primo giorno, con la quale avevo condiviso tantissime emozioni e che stava diventando come una sorella per me; dall'altro lato però c'era Einar, che lì dentro per me aveva rappresentato sin dal primo momento un vero e proprio punto di riferimento. Io ed Einar avevamo iniziato insieme: era la prima persona con cui avessi veramente parlato e le nostre storie erano così tanto simili da renderci ancora più vicini.
Per quello che aveva passato e per i grandissimi miglioramenti che aveva fatto all'interno della scuola, ritenevo che Einar fosse la persona che in quel momento si meritasse maggiormente la maglia verde. Tuttavia speravo con tutto il mio cuore che anche Carmen ce la facesse, anzi ero certa che ce l'avrebbe fatta.
La voce di Einar era tremante e fortemente commossa, mentre le guance gli si tingevano di rosso e gli occhi gli si riempivano di lacrime.
Prima di farlo cantare Maria aveva letto la lettera che aveva scritto per suo padre, in quanto ci era stato assegnato il compito di mettere per iscritto alcuni nostri pensieri riguardanti il serale e il perché a nostro avviso ci meritassimo quella maglia.
La canzone che Einar stava cantando lo faceva pensare a quel padre che aveva perso ma che amava follemente e commuoversi per lui era stato inevitabile.
Applaudii insieme al pubblico mentre il mio amico cubano cantava, cercando di spronarlo e dargli forza.
"Però ci provo sai..."
Nel pronunciare quel verso vidi il cubano voltarsi verso il banco di Filippo ed indicarlo, mentre gli lanciava un sorriso, ancora con gli occhi lucidi.
Quando mi voltai verso il mio ragazzo vidi anche lui con gli occhi gonfi dalla commozione.
Einar e Filippo avevano stretto un rapporto fortissimo in così poco tempo: erano due opposti ma così tanto simili, nella loro purezza e semplicità. Si erano dati forza a vicenda, supportati e aiutati tantissimo durante il loro percorso lì dentro.
La canzone terminò e il pubblico esplose in un boato fortissimo, iniziando ad urlare il nome del mio amico cubano a gran voce, mentre lui si asciugava le lacrime cadute dai suoi occhi.
"Ho visto che ti sei commosso ma c'è qualcun altro che si è commosso, che fa sempre il duro." intervenne Maria alludendo proprio a Filippo.
Mi voltai verso di lui e lo vidi lanciarmi uno sguardo veloce, prima di bere un sorso di acqua dalla sua bottiglietta, ancora con gli occhi rossi per qualche lacrima.
Einar e Filippo avevano parlato tanto, si erano confidati e fatti forza a vicenda nei momenti difficili in tutti quei mesi. Filippo conosceva perfettamente la storia di Einar e vederlo commosso per lui mi faceva sorridere, per il bene che riuscivano a volersi nonostante si conoscessero da così poco tempo.
"Sai..." si schiarì la voce il mio ragazzo, "quando una persona è vera, si vede e si vede quando canta."
Lanciò uno sguardo veloce ad Einar e quest'ultimo gli rivolse un sorriso di ringraziamento.
Ed era proprio vero ciò che diceva Filippo. Einar era una delle persone più preziose e pure che io avessi mai incontrato, era una persona speciale e si meritava il mondo.
Maria invitò Carmen ed Einar a raggiungere il centro dello studio mentre il giudice le consegnava la busta contenente il nome del primo allievo al serale.
Passò circa un minuto di suspense creato dalla conduttrice prima che girasse la busta verso di noi: il nome di Einar uscì dalla sua bocca e il pubblico esplose in un boato fortissimo.
Il cubano si portò la felpa al petto, stringendola forte, mentre abbracciava la conduttrice.
Mi alzai in piedi ad applaudire e lo stesso fecero i miei compagni, tra cui Filippo, che guardava Ein con l'orgoglio che solo un fratello potrebbe provare.
"Te la meriti tutta, Ein." gli sussurrai all'orecchio quando tornò a sedersi al suo posto, con quella maglia verde che lo faceva sembrare un bambino.
Ero veramente tanto orgogliosa di lui.
Tornai a sedermi nell'attesa che la conduttrice facesse scendere qualcun altro per tentare l'ammissione al serale. Ero un po' nervosa per la lettera che avevo scritto e per la canzone che avrei cantato ma al contempo era veramente la persona più felice del mondo.




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