Sabato, 3 marzo 2018
[Beatrice]
"Come va lì a Monza?" chiesi a Lorenzo, con cui stavo facendo una videochiamata su Facetime.
L'hotel era semideserto, dopo la puntata del sabato. Eravamo appena tornati dagli studi ed io ero in camera da sola perché Carmen era partita per tornare a casa per il weekend.
"Mmmh tutto al solito, tutto regolare." mi tranquillizzò lui.
"Hai visto la puntata?" gli chiesi io.
"Ovvio. Sei stata brava bimba, il tuo inedito è una bomba." mi fece l'occhiolino ed io scoppiai a ridere per quanto fosse buffo.
Gli feci la linguaccia e lui rise insieme a me.
"Ma il momento più bello è stato quando sei saltata letteralmente addosso a Filippo." mi prese in giro lui e io mi schiacciai una mano sulla fronte.
Filippo aveva stravinto la sfida ed è inutile dire che non ero stata in grado di contenere la mia euforia.
Maria gli aveva riconsegnato la felpa nera e lui era tornato verso il suo banco con un grandissimo sorriso. Non ero riuscita a trattenermi e mentre risaliva le scale ero corsa tra le sue braccia e lo avevo abbracciato fortissimo.
Non avevo avuto alcun tipo di dubbio, nemmeno per un attimo, riguardo all'esito della sfida. Ero sicura che ce l'avrebbe fatta. Non c'era storia.
"Ti lascio solo immaginare quante paranoie si sia fatto per la sfida." confidai a Lori e lui annuì.
Lorenzo poteva immaginarselo tranquillamente. Lo conosceva meglio delle sue tasche.
"Lo so. Ieri sera mi ha telefonato. Aveva un'ansia assurda e ho cercato di tranquillizzarlo."
"L'altra sera stava malissimo. L'ho quasi costretto a raccontarmi di quel che è successo con la casa discografica e sono riuscita a farlo sfogare. Si tiene sempre tutto dentro, lo sai."
"Già, non cambierà mai. La questione del contratto lo ha segnato parecchio, è stato davvero tanto male." mi confessò.
"Io non c'ero ma cercherò di stargli vicino per quel che posso. Tu sai quel che ha passato, sai sicuramente meglio di me come rassicurarlo."
Lorenzo scosse il capo.
"Fidati Bea, è di te che ha bisogno. Ne aveva bisogno allora e ne ha bisogno adesso."
Annuii, consapevole che Lorenzo probabilmente avesse ragione.
Lori lo conosceva meglio di chiunque altro, forse anche meglio di me per certi versi. E quello che gli invidiavo era il fatto che da sempre fosse in grado di leggere dentro Filippo: interpretava ogni suo gesto, ogni suo pensiero e riusciva sempre a capire cosa gli passasse per la testa.
Il rumore di un pugno contro la porta richiamò la mia attenzione.
Mi alzai dal letto e mi diressi ad aprirla, ritrovandomi proprio il mio ragazzo davanti a me.
"Giusto di te stavamo parlando." gli feci una linguaccia, mostrandogli la faccia del suo migliore amico sullo schermo del mio cellulare.
"Ciao coglione." lo salutò Lori e Filippo lo mandò a quel paese, sollevando il dito medio.
"E cosa dicevate di tanto interessante sul mio conto?" chiese il mio ragazzo, dopo aver chiuso la porta.
Mi affiancò e mi avvolse le spalle con un braccio, attirandomi a sé e lasciandomi un bacio sulla tempia.
"Parlavamo di quanto tu sia stupido." lo prese in giro il suo migliore amico e io risi di gusto.
"Oggi sei più cretino del solito, Galli."
Adoravo il loro modo di prendersi in giro sempre, continuamente. Eppure si volevano così bene che, se non li avessi conosciuti, avrei stentato a credere che potesse esistere un tipo di amicizia del genere.
"Hai spaccato oggi, fratello." gli fece i complimenti Lorenzo, ritornando serio.
Sul volto di Filippo si aprì un sorriso enorme che mi scaldò il cuore. Era così bello vederlo felice.
"E hai vinto la sfida, Mister Paranoia." lo stuzzicai io, meritandomi una linguaccia di parte sua.
"Ti fai sempre mille film per niente, Filo." lo rimproverò il suo amico e Filippo gli rivolse un sorrisino sghembo, come a volersi scusare.
Non sarebbe mai cambiato, non avremmo potuto farci nulla. L'unica cosa da fare era stargli vicino ed evitare che impazzisse.
"Oh Einar mi ha detto di dirti che stasera andiamo in un locale. Ha organizzato tutto Simone." mi avvisò il mio ragazzo.
"Vai a fare serata senza di me, Fanti?" si finse offeso Lorenzo.
"Se solo tu ti degnassi di farti vedere da queste parti qualche volta magari potresti uscire con tutti noi." lo rimproverò Filippo.
"Ci penso."
Rimanemmo lì a parlare un altro po' prima di attaccare, perché dovevo prepararmi.
Non avrei mai fatto in tempo se non mi fossi sbrigata.
Avvisai Filippo che sarei andata a farmi una doccia e lui mi disse che sarebbe rimasto lì ad aspettarmi.
Quando mezz'ora più tardi uscii dal bagno lo ritrovai addormentato sul mio letto.
Sorrisi a quella vista: sembrava un bambino e doveva essere proprio tanto stanco per essere in quelle condizioni.
In fin dei conti, aveva trascorso una settimana abbastanza stressante e anche se non me lo aveva detto, in cuor mio sapevo quanto avesse dormito poco.
Mi dispiaceva svegliarlo ma dovevo perché anche lui doveva andare a prepararsi per la nostra serata. Prima di farlo però afferrai il mio cellulare e gli scattai una foto. Era troppo bello in quel momento per non immortalarlo.
Mi chinai su di lui e iniziai a lasciargli tanti teneri baci sulla guancia, poi sul naso e lungo la mascella.
Lo sentii blaterare qualcosa e sorrisi contro la sua pelle.
Mi avvicinai alle sua labbra lasciandogli un bacio all'angolo della bocca.
"Mmmh che bel risveglio." sussurrò, mentre piano si stiracchiava e apriva gli occhi.
"Alzati pelandrone o faremo tardi!" lo rimproverai scherzosamente, lasciandogli un bacio a stampo sulla labbra.
"Potremmo non andare. Potrei toglierti questo accappatoio di dosso. Potrei..." lo bloccai, prima che potesse continuare.
Non era proprio il momento di provocarmi in quel modo perché mi sentivo estremamente debole e non sarei riuscita a trattenermi per molto.
"Fila in camera, pervertito." lo richiamai, provocandogli una risata.
"Ci vediamo dopo." mi saluto, lasciandomi un bacio sulla fronte.
Filippo riusciva ancora a stupirmi con dei piccoli gesti, nonostante lo conoscessi da una vita.
Mi misi subito all'opera, iniziando a truccarmi.
Scelsi un semplice vestito nero che ricadeva morbido sulla mie gambe e indossai le mie Jeffrey Campbell con il tacco.
Ero piuttosto in anticipo, stupendomi di me stessa, così decisi di scendere in veranda per fumare una sigaretta mentre aspettavo gli altri.
Ero poggiata alla porta in vetro della veranda dell'hotel, circa un quarto d'ora dopo, quando questa si aprì, rivelando un Filippo piuttosto elegante, con una camicia rosa che lasciava molto all'immaginazione, i suoi fedelissimi jeans neri e l'immancabile chiodo di pelle.
"Sei stupenda." mi sussurrò all'orecchio, non appena mi vide, prendendomi per mano e facendomi fare un giro su me stessa.
Mi attirò a sé per i fianchi e io gli rivolsi un sorriso enorme, prima di baciarlo.
Avevo una voglia di restare lì per sempre, insieme a lui, infinita. Volevo semplicemente azzerare il mondo attorno a noi. C'eravamo solo io e lui e non esisteva nient'altro.
Filippo continuava a stringermi per i fianchi e io continuavo ad accarezzargli alternativamente le guance, i capelli e le braccia.
Non accennava più a staccarsi e se fosse stato per me sarei rimasta così per l'eternità.
"Oh prendetevi una camera." sentii esclamare ad Einar, che fece proprio in quel momento l'ingresso in veranda.
Filippo si staccò contro voglia, rivolgendo un gestaccio con il dito medio al cubano, che si lasciò scappare una risata.
Quando anche Emma, Simone e Lauren ci raggiunsero, ci avviammo tutti insieme verso il locale in cui Biondo aveva prenotato.
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Nonostante noi - IRAMA
Fanfiction"Ci siamo guardati, di sfuggita, come fanno due che vorrebbero sapere come sta l'altro ma che hanno troppo orgoglio e perciò stanno zitti. Ci siamo guardati, come fanno due bambini che hanno litigato e aspettano il coraggio per fare pace. Ci siamo g...