You're the victime of your crime

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+++ Blue's pov +++

"Si può sapere cosa stai facendo?" mi chiede Tony con la voce tirata, mentre entriamo nella mia stanza. 

"Vuoi abbassare la voce!" Preoccupata, chiudo la porta alle nostre spalle, per evitare che Bucky e Steve, che sono rimasti nell'altra stanza, ci sentano.

"Oh, certo, non vuoi che lui ti senta, non vuoi che scopra che gli hai mentito!" insiste, mettendomi alle strette.

Mi passo una mano tra i capelli, scansandoli dal viso, cercando di scacciare con loro anche le mie paure, che mi schiacciano come macigni.

"Tony, ti prego" lo imploro, sperando che la smetta, sperando che mi lasci in pace, cosa che naturalmente lui non fa. 

"Ti prego un cazzo! Mi vuoi dire perchè hai detto a Steve che voi due eravate solo amici, invece di dirgli la verità? Perchè non gli hai detto che stavate insieme, che tu eri, che sei, sua moglie?" continua lui non lasciandomi tregua, condannandomi con il suo sguardo duro, ma estremamente sincero.

Ho mentito, ho detto la bugia più grande che potessi dire, al mio amore più grande; l'ho fatto istintivamente, senza pensarci, ma non me ne pento. Io voglio solo proteggerlo, voglio aprire un ombrello sopra la sua testa, per ripararlo dal temporale che l'ha investito oggi e negli ultimi mesi, anche a discapito mio, anche se riparare lui, significa restare completamente nuda sotto la tempesta.

"Perchè, Blue? Perchè?"

Avrei un milione di risposte alla sua domanda, una meno sensata dell'altra. La verità è che l'unico motivo per cui mi sono comportata da masochista, è che io amo Steve, lo amo più di qualsiasi altra cosa al mondo; lui ci guardava con i suoi stupendi occhi blu, che crollavano sotto il peso della realtà che lo aveva appena investito, si rendeva conto che le tre persone che aveva davanti erano il suo passato, un passato che lo vedeva felice e amato dai suoi compagni, un passato dove lui era un eroe osannato dalla gente comune che proteggeva a costo della propria vita, giorno dopo giorno, un passato che gli era stato portato via, una vita di cui non aveva più alcun ricordo. L'unica cosa alla quale sono riuscita a pensare, mentre lo vedevo star male, impotente di fronte al suo dolore, era come salvarlo, come proteggerlo da un destino così crudele. Come potevo dirgli che oltre a una famiglia e una vita spesa per gli altri, aveva perso anche una moglie, un amore perfetto e assoluto, come quello che ci aveva travolti e portati all'altare a prometterci amore eterno? Come potevo guardarlo negli occhi e dirgli la verità, dopo che il mondo gli era appena crollato addosso?

Non posso fargli questo, io lo devo proteggere, non l'ho fatto negli ultimi otto mesi, senza saperlo l'ho lasciato solo, ora devo pensare solo al suo bene, so che lui farebbe lo stesso al mio posto.

"Perchè non posso buttargli addosso una verità così pesante, Tony, non adesso almeno. Credo che per oggi abbia già avuto la sua razione di notizie sconvolgenti!" gli dico consapevole che, nonostante le sue domande e nonostante il suo disappunto, Tony sappia perfettamente cosa mi abbia spinto a mentire.

"Non spetta a te scegliere, lui ha il diritto di sapere la verità."

"E gliela dirò, ma non oggi, non ora. Lascia che si ambienti, lascia che si riprenda. È stato rapito, torturato, un pazzo gli hanno cancellato la memoria e non voglio nemmeno immaginare cosa altro gli abbia fatto, non voglio aggiungere niente alla lunga lista di traumi che gli sono piombati addosso. Voglio proteggerlo, voglio solo proteggerlo. Lui farebbe lo stesso per me, lo sai."

The one that got awayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora