+++ Steve's pov+++
I cani hanno la capacità di prevedere un temporale; quando ce n'è uno in arrivo, il miglior amico dell'uomo tende a scavare buche e a rotolarcisi dentro. Non so come lo so, l'avrò sentito da qualche parte, anche se non mi so spiegare dove, visto che io e Vanessa non abbiamo un televisore, ma so di aver sentito questa notizia da qualche parte o da qualcuno; in questo momento mi sento come un cane, anche se non ho intenzione di scavare nessuna buca, ho il netto presentimento che ci sia un temporale alle porte, anche se non è di un temporale climatico che parlo.
È da qualche giorno che, soprattutto dopo che qualche giorno fa una ragazza mi ha fermato tra la folla, chiamandomi Steve, la sensazione che ci sia qualcosa in arrivo non mi abbandona un attimo, questo presagio non mi dà tregua nemmeno di notte; le ultime notti sono state pressochè insonni e piene di incubi confusi e senza senso. L'unica costante di questi sogni angoscianti è la voce della donna che mi offre la sua mano, a differenza delle altre volte, però, io voglio afferrarla, faccio di tutto per raggiungerla e farmi portare in salvo, ma non ci riesco. Non appena le nostre dita si sfiorano, la mano della mia salvatrice misteriosa svanisce, lasciandomi completamente solo e senza speranza.
Il sole sta tramontando, sto tornando a casa dopo una lunga giornata di lavoro alla fattoria del signor McTavish, sono distrutto, sia fisicamente che mentalmente; vorrei solo farmi una doccia, buttarmi a letto e dormire per ore, possibilmente senza orrendi sogni che mi fanno svegliare ancora più stanco e irritabile della sera prima.
Non appena varco la soglia di casa, Vanessa mi corre incontro e mi si butta addosso.
"Che fai? Sono tutto sporco!" gli dico infastidito.
La mia ragazza fa del suo meglio, ma io non sono proprio in vena di smancerie, sembra che lei non lo capisca, perchè invece che lasciarmi in pace, si struscia su di me, sorridendo maliziosa.
"Non mi importa, potremmo andare a farci la doccia... insieme."
Non dovrei, lo so, ma davanti alla sua insistenza sbotto, riversandole addosso tutto il mio malumore.
"Vanessa ti ho ho detto che sono sporco, quando lo capirai che non mi devi stare così addosso?" le urlo contro, vomitando fuori tutta la mia frustrazione.
Come prevedibile lei si stacca da me, mi guarda sull'orlo delle lacrime e se ne va in camera da letto offesa, sbattendosi la porta alle spalle.
Perfetto, era esattamente questo quello di cui avevo bisogno!
"Vanessa, apri per favore. Mi dispiace." Mio malgrado la seguo e mi accosto alla porta chiusa a chiave, dietro la quale la sento piangere. Sono uno stronzo, lo so, ma a volte non riesco a comportarmi diversamente, la mia testa è troppo piena, i miei pensieri sono troppi e troppo confusi; lei non c'entra niente, ma ogni tanto mi sembra di soffocare standole accanto.
Mi sento profondamente in colpa quando faccio questi pensieri, visto tutto quello che Vanessa ha fatto per me, ma a volte è così che mi sento, nel posto sbagliato, con la persona sbagliata e questa sensazione inspiegabile mi fa sentire come un leone in gabbia. Non so esattamente collocare quello che provo per la mia ragazza, credo sia un sentimento a metà tra l'amore e la profonda gratitudine, vorrei poter ricambiare l'intensità dei suoi sentimenti per me, ma dopo quello che ho passato, non credo sarà mai possibile, non credo riuscirò mai ad amarla come mi ama lei. Faccio di tutto per non farglielo notare, a volte fingo, a volte reprimo le sensazioni negative, a volte mento, a volte ripeto a me stesso che questo è il massimo che posso avere, il massimo che posso darle, perchè un uomo come me, con il mio passato alle spalle, non potrà mai amare né lasciarsi amare completamente.
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The one that got away
FanfictionCOMPLETA Sequel di Blue eyes. L'amore di Blue e del suo Capitano, verrà messo a dura prova. ll loro grande amore riuscirà a resistere alla morte e al tempo che scorre veloce? Lo scopriremo, passando attraverso nuovi incontri e vecchie amicizie che s...