But I can't have you, we're bound to break and my hand are tied

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+++ Steve's pov +++

La seduta di stamattina è stata devastante. Il ricordo di Steve è durato per una decina di minuti stavolta, come sempre però, è stato violentemente interrotto da un ricordo della mia vita più recente, quella dove non sono un eroe altruista, ma un assassino spietato.

Dopo la solita sfilza di immagini, nella mia mente, mi sono ritrovato su una specie di piattaforma, vestito con il mio costume da supereroe lottavo con qualcuno, quel qualcuno era Bucky. Entrambi eravamo messi piuttosto male, come se stessimo combattendo l'uno contro l'altro da parecchio tempo; intorno a noi il delirio, rumori di vetri infranti, spari ed elicotteri al di là delle vetrate, dappertutto, sembrava un inferno.

"Non combatterò contro di te" dico a Bucky, lasciando cadere nel vuoto sotto i nostri piedi, il mio scudo. "Tu sei il mio migliore amico" gli dico, con il cuore spezzato e speranzoso , lui di tutta risposta carica verso di me, atterrandomi.

Il mio migliore amico, inizia a prendermi a pugni, il suo braccio in vibranio è potente, mi massacra il viso, mentre io non reagisco, mentre io spero e non smetto nemmeno per un secondo di guardare Bucky in faccia, lo guardo dritto nei suoi occhi di ghiaccio che sembrano ciechi e irriconoscibili, lo guardo e sento piombarmi addosso tutto il bene che gli voglio, tutta la gioia che ho provato quando ho scoperto che era ancora vivo, tutta la sofferenza quando ho scoperto che l'HYDRA ne aveva fatto un soldato senza memoria.

Lo guardo come si guarda un fratello e non un assassino che continua a colpirti, senza tregua, sempre più violentemente. Dovrei reagire, potrei difendermi, ma so che l'unica possibilità che ho con lui, è quella di farlo arrivare al limite, nella speranza che i suoi sentimenti riaffiorino, che il mio migliore amico torni.

"Tu sei la mia missione" mi dice lui, sferzandomi un colpo dietro l'altro, con rabbia ingigantita dal mio essere passivo.

"E allora concludila, perchè io sarò con te fino alla fine" gli dico facendola finalmente vacillare.

Bucky ha il pugno alzato verso la mia faccia sanguinante, vorrebbe colpirmi, ma non ci riesce, non può farlo, è come se le mie parole gli avessero aperto gli occhi, ricordandogli chi sono per lui, ricordandogli chi è lui.

E poi una trave d'acciaio cade dall'inferno che imperversa sopra di noi, facendoci precipitare e finire in acqua.

Avrei voluto continuare a vedere, avrei voluto saperne di più, ma la mia mente deturpata interrompe questo ricordo per trascinarmi in un momento della mia vita meno positivo di questo.

Mi rivedo la notte in cui ho commesso il primo omicidio commissionatomi da Ouspenskj.

La mia mente vuota, i miei occhi iniettati di sangue, mentre colpisco l'uomo che sta a terra sotto di me, senza tregua. Anche lui, come ho fatto io con Bucky, mi fissa, a differenza mia però, la mia vittima piange e cerca di ripararsi sotto la mia carica mortale di pugni. Mi implora di fermarmi, mi implora di avere pietà, ma non c'è niente dentro di me, né cuore, né rimorso, né pietà. Gli sferro l'ultimo colpo, quello decisivo.

L'uomo che il mio capo voleva morto, ora non mi guarda più, i suoi occhi fissano il vuoto, spenti e senza vita ormai. Mi alzo e guardo le mie mani insanguinate, sentendomi sporco e colpevole.

Mi risveglio in quel momento, istintivamente guardo di nuovo le mie mani, ora sono pulite, ma so che quel sangue non potrà mai essere lavato via. Le mie mani ne sono intrise.

The one that got awayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora