See you again

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+++ Blues pov +++

Sono passati tre giorni da quando mi hanno dimessa dall'ospedale, dove ho passato le ultime due settimane, tra antibiotici e riabilitazione per la mia gamba, che si sta riprendendo poco alla volta, costringendomi comunque ad usare ancora le stampelle. 

Steve non mi lascia sola un attimo, si prende minuziosamente cura di me, cosa di cui sono molto felice visto quanto mi è mancato negli ultimi mesi. Entrambi stiamo cercando di curare pazientemente le nostre cicatrici, le mie dolenti e ben visibili sulla pelle, le sue non visibili agli occhi, ma comunque profonde e dolorose. 

So che ci vorrà tempo, soprattutto per lui che, anche se cerca di non darmelo a vedere, trattiene il respiro ogni volta che intravede sul mio corpo i segni di quello che i suoi cinque minuti di follia mi hanno fatto. Me la sono cavata per un pelo, sono viva solo grazie a Bucky e Tony, che l'hanno fermato giusto in tempo, prima che  premesse il grilletto. 

Non porto rancore a Steve, non è solo il mio amore a impedirmelo, ma anche la consapevolezza che in quel momento lui non era in sé, così come Bucky quando ha ucciso i genitori di Tony. Questi sono fardelli che peseranno sulle loro spalle per molto tempo, ma non permetterò a mio marito di lasciarsi ingoiare dal vortice nero che avvolge i suoi ultimi mesi, cercando di trascinarlo a fondo con le morti e il dolore che ha causato.

Lui mi ha salvata tante volte, ora tocca a me essere il suo eroe.

Speravo che una volta tornati a casa, sarebbe stato tutto più semplice, che avremmo potuto ritrovare la nostra intimità, che avremmo potuto fondere di nuovo i nostri corpi, cercando il sollievo che tanto bramiamo, ma Steve è schivo, sembra fatichi persino a baciarmi. 

La prima notte che abbiamo passato fuori dall'ospedale, ero sdraiata tra le sue braccia, lui mi accarezzava i capelli dolcemente, ricordandomi i nostri attimi più felici, presa dal momento romantico e del bisogno che ho di lui, mi sono aggrappata a lui, posando le mie labbra sulle sue, aspettando solo che lui mi togliesse i vestiti, impaziente come me di poter fare l'amore.

Non è successo niente di tutto ciò, non appena il corpo massiccio di Steve ha reagito alle mie mani che risalivano avide i suoi pettorali, mio marito si è fermato, sottraendosi alle mie carezze, dicendomi che era stanco e che io avrei dovuto riposare.

Sono rimasta di sasso, pietrificata non tanto dal suo rifiuto, ma dalla sua incapacità di guardarmi in faccia, come se non sopportasse di vedermi lì, pronta a concedermi a lui.

Non ho voluto fare la melodrammatica, ho incassato il colpo e la sera successiva ci ho riprovato, ottenendo lo stesso risultato della notte precedente. 

Oggi abbiamo passato una giornata bellissima, siamo stati tutto il giorno sdraiati su una coperta sotto l'ombra di una quercia, abbiamo giocato a carte, fatto le parole crociate, siamo rimasti lì per tutto il giorno abbracciati, ad assaporare di nuovo il gusto di un tramonto guardato l'uno tra le braccia dell'altro. 

Per questo ora che è arrivato il momento di andare a dormire, ho deciso di non farmi del male da sola, di non tentare nessun approccio con Steve, anche se questo allontanamento fisico mi fa tremare di paura. 

Se il mio Capitano mi ama così tanto come dice, perchè non ha voglia di fare l'amore con me? Meglio che non ci pensi. Gli poso un bacio sul petto sul quale mi appoggio, addormentandomi quasi subito.

The one that got awayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora