That's the price you pay

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+++ Bucky's pov +++

Sono nella camera di Blue, seduto sul suo letto, felice e distrutto allo stesso tempo.

Posso ancora sentire il suo profumo pervadere questa stanza, Dio solo sa quanto mi mancherà quella ragazzina dagli occhi tristi. Dio solo sa quanto mi mancherà non poter più stringere a me la donna che amo, da quando l'ho vista per la prima volta. Ma so che, nonostante il mio dolore lacerante, è esattamente così che dovevano andare le cose, il suo posto è accanto a Steve, a fianco del solo uomo che lei abbia mai amato.

Sto pagando il prezzo dell'amore sbagliato e proibito che provo per la ragazza sulla quale non avrei mai dovuto posare gli occhi, sulla donna che non mi è mai appartenuta, nemmeno per un istante, ma alla quale io ho dato tutto me stesso.

Non rimpiango nulla, nemmeno un istante passato con lei è stato sprecato. Lei ora è finalmente felice, ha ritrovato il suo uomo e questo è ciò per cui ho lottato fin dall'inizio, anche a mio discapito. Tengo troppo a quelle due persone, per poter essere egoista.

Ho fatto tanti errori nella mia vita, sbagli ai quali non si può porre rimedio, per una volta nella mia vita ho fatto qualcosa di buono, qualcosa di giusto, riuscendo a donare un po' di felicità alle persone che amo.

Accarezzo le lenzuola sfatte del letto di Blue, sentendo il cuore spaccarsi sotto il peso della sua mancanza, lasciando che per qualche secondo, la malinconia prenda il sopravvento.

"Mancherà anche a me vederla girare per casa, ma mai come a te, vero?" mi chiede Stark, entrando nella stanza.

Non ho intenzione di mentire, né di cercare di nascondere i miei sentimenti, visto e considerato che Tony pare averli conosciuti da sempre.

"Tu lo sapevi, sapevi cosa provo per lei?" gli chiedo sincero e senza più alcuna maschera.

"Sono un idiota a volte, ne sono consapevole. Ma non sono un idiota cieco. Me ne sono accorto subito, dalla prima sera a casa sua, prima di partire per la Scozia" mi risponde Stark, stupendomi.

"Perché non hai detto niente? In fondo Steve è tuo amico, sicuramente più di quanto lo sia io."

"Perché sapevo che l'avresti protetta e aiutata, anche a costo della tua sofferenza. Naturalmente ho sempre fatto silenziosamente il tifo per il Capitano, ma avrei accettato qualsiasi scelta avesse fatto quella ragazzina dagli occhi a cuoricino. Se avesse scelto te, non mi sarei opposto, in fondo non sei poi così male, sergente Barnes" mi dice Tony, cercando di consolarmi a suo modo.

"Non sono mai stato un vero giocatore di questa partita. Non avrei mai potuto competere con Steve. Lui è l'amore della sua vita, l'unico uomo che può renderla felice davvero e io l'ho sempre saputo" gli confesso.

"È questa la differenza tra un soldato e un eroe, Bucky. Mettere al di sopra del proprio bene, quello di qualcun altro" mi risponde saggio Stark.

Sto per ringraziarlo per le sue parole, quando Tony torna ad indossare le sue solite sembianze, quelle dello stronzo superficiale.

"Qualsiasi cosa tu abbia in mente, scordati un abbraccio fraterno o cose del genere, per oggi ho esaurito il mio lato buono e gentile." Sorrido, grato alle sue parole. "E poi devi darti una sistemata, Fury sta venendo qui, pare abbia delle notizie per noi" mi dice Stark voltandosi per uscire dalla stanza.

"Grazie, Tony" gli dico, consapevole che non riceverò risposta, infatti il plurimlionario al quale ho ucciso i genitori si limita a fermarsi sui suoi passi per qualche secondo, per poi uscire dalla stanza, lasciandomi solo.

"Non è possibile!" dice Stark a Fury, mentre armeggia con il suo cellulare.

"So quello che dico, Tony, Vanessa Petrova ha mentito. Non è stato Ouspenskj a uccidere i suoi genitori, strappandola alla sua famiglia, è stata lei stessa a sterminarli e ad unirsi volontariamente al dottore folle" gli risponde l'ex capo dello SHIELD, facendoci mettere insieme i pezzi di un puzzle complesso e che fino ad ora pareva non avere un minimo senso.

The one that got awayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora