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<ehi piccolino, mi dai un abbraccio?> Domando sdraiata sul divano, intenta a girare e rigirare i canali in cerca di qualcosa di decente.
Il mio fratellino si solleva da terra, lasciando cadere tutti i suoi giocattoli.
<perché? Sei triste?> Chiede con voce dolce, salendo sul divano con fatica e sdraiandosi sopra di me.
Appoggia la testa sul mio seno, cercando di circondarmi la vita con le braccia corte.
<no, piccolino, sono solamente irritata> borbotto alzando gli occhi al cielo per colpa di Wes.
Ormai sono le 17:00 e per tutto il pomeriggio non ho fatto altro che deprimermi pensando a lui.
<per chi? Il tuo ragazzo?>
Si rivolge a me, innocentemente, sollevando i suoi grandi occhioni blu in direzione dei miei.
Gli sorrido, scompigliandoli i capelli scuri.

<no, Jason, non ho il ragazzo> ridacchio toccandogli il piccolo nasino.
< come no? Io però ho la ragazza > afferma sicuro di se, sollevando la testa dal mio seno.
Mi alzo, mettendomi seduta, sistemandolo sulle mie gambe.
Lo guardo divertita e sorpresa, per avere cinque anni è il bambino più dolce e intelligente che io abbia mai conosciuto.
È davvero sveglio, pochi bambini della sua età fanno frasi complesse o ragionano come fa lui, e ne vado veramente fiera.

< e come si chiama dimmi un po'?> gli afferro le piccole mani agitandolo in aria.
<Megan ed è bella bella> esclama con un sorriso a trentadue denti.
Certe volte davvero mi stupisco, fa ragionamenti più intelligenti di me, e la cosa mi fa paura, ma poi dice una delle sue cose smielate e carine per cui vado pazza, e non posso fare altro che abbracciarlo, lui è tutto quello che ho, insieme a mia madre.

Apro la bocca per chiedergli una cosa, ma il suono del campanello mi blocca, facendomi corrugare la fronte con sospetto.
Mamma lavorerà fino a tardi, è impossibile che sia lei.
Magari e un serial killer, uno stupratore uno spacciatore o...meglio se prendo un coltello.

Appoggio Jason sul divano, coprendolo con la copertina fini alla vita.
<non muoverti capito? Arrivo subito> lo avviso e subito dopo che ha annuito, con passo felpato mi dirigo verso la cucina, e dalla credenza afferro un coltello con la punta abbastanza affilata.

Vado lentamente verso la porta, maledicendo mia madre per il fatto di non aver messo lo spioncino a questa maledetta morta.
Sarebbe stato molto più semplice guardare da lì e decidere se aprire o no, ora mi sento obbligata ad aprire la porta.

Beh, magari se avessi guardato dallo spioncino ti avrebbero sparato attraverso quello, come nei film.

Grazie, coscienza, molto rassicurante.

Giro piano la chiave, facendola scattare, per poi abbassare totalmente la maniglia.
Spalanco la porta, tenendo la mano sinistra dietro la schiena, con il coltello saldo tra essa.

Quando incontro due occhi cristallini, sospiro visibilmente, sbarrando gli occhi.
Cosa diavolo ci fa a casa mia? Per di più con una vaschetta di gelato in mano.

Riduco gli occhi a due fessure, stringendo le labbra.
<cosa ci fai tu qui?> chiedo schietta, fissandolo intensamente negli occhi.
Brutta idea, perché non riesco più a distogliere lo sguardo dannazione!

<ho portato il gelato> mi fa notare indicandolo con un cenno della testa.
Ma no, dai, davvero?
< si questo lo vedo, se vuoi puoi darmelo e andartene> allungo la mano in cerca di prenderlo, sbilanciandomi, ma si scosta, facendomi perdere l'equilibrio e cado a terra come una vera e propria cogliona.
Il coltello che tenevo in mano mi sfugge, andando a finire a terra, talmente vicino ai piedi di Wes che per poco non lo infilzavo.

Billy ~ Una coppia che scoppia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora