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<posso chiederti una cosa Wes?> Domando con voce bassa, passando lo sguardo a lui.

Siamo seduti sulla panchina del parco da circa 10 minuti, in un silenzio di tomba, mentre Jason gioca sullo scivolo.
<si>
<come hai fatto a capire la cosa della neve, insomma io...> balbetto nervosa, incastrando i miei occhi nei suoi
Si passo una mano sui capelli, mordendosi il labbro.
<perché anche io ho soprannominato una persona in questo modo> solleva le spalle, passandosi la mano sui jeans sdruciti.

<davvero?> chiedo sorpresa, osservando ogni suo minimo movimento.
Annuisce con poca enfasi, tirando fuori il cellulare dalla tasca, dopo che insistentemente continuavano ad arrivare messaggi.
Chissà chi sarà a scrivergli. Sicuramente qualche ragazza.

<le scrivi tu non è vero?>
<cosa?> Domando confusa portando indietro i ciuffi fastidiosi che mi arrivano negli occhi.
<le lettere, gliele scrivi tu> questa volta non è più una domanda, ma un sorta di affermazione.
<si, e so che sbaglio, quando diventerà grande e capirà che il padre che ha tanto aspettato non arriverà mai, si sentirà illuso e mi odierà, ma vederlo ad ogni Natale, ad ogni festa di compleanno di qualche suo amico, devi vedere il suo sguardo, e non ce la faccio mi si spezza il cuore, quindi faccio l'egoista e ogni anno gli scrivo quella benedetta lettera>

Solo quando finisco di parlare, mi rendo conto di quello che ho detto.
Ho liberamente espresso a Wes Ross, un pezzo doloroso della mia vita, come se lo stessi dicendo alla persona di cui più mi fido, ed è una cosa veramente strana e preoccupante.

<beh, direi di cominciare, allora..> lascio la frase in sospeso, tirando fuori dalla tasca dei jeans, il foglio stropicciato, contenente le domande della preside.

Ma quante diamine sono?
Guardo il foglio ad occhi sbarrati, schiarendomi la voce.
<quindi..uhm, qui chiede il tuo colore preferito> affermo leggendo la prima riga dello stupido questionario che ho tra le mani
< è il-> comincia a dire, ma lo interrompo, zittendolo.<devo indovinarlo, è più figo, è una cosa noiosa altrimenti>

<mah, vediamo, a giudicare dai tuoi abbigliamenti, che sono spesso monotoni, senza offesa eh, insomma, vedo che sei spesso vestito di nero o di bianco, quindi uno di questi due, suppongo> provo a dire, sollevando un sopracciglio in sui direzione.

<a giudicare dai miei abbigliamenti? Dimmi un po' Billy, quanto mi guardi durante il giorno?> domanda sollevando un angolo della bocca in un sorrisetto sbieco e malizioso.
Aggrotto la fronte, guardandolo sorpresa.
<ma smettila, non ti guardo per niente> borbotto trattenendo una risata.

<oh, come no, scommetto che ti ecciti ogni volta che mi guardi> ghigna, incrociando le braccia al petto.
Ogni muscolo flette, mettendo in evidenzia sopratutto i bicipiti, che sembrano incisi nella roccia, come tutti il resto d'altronde.
Forse fare sport serve davvero a qualcosa

Si, sono anche curiosa di vedere che addominali da favola ha.
Shh, stai zitta, non deconcentrarmi

<comunque hai ragione, è il bianco> borbotta stiracchiandosi.
Porta le mani dietro la nuca, inarcando leggermente la schiena.
Questo movimento gli solleva abbastanza la maglietta, facendomi buttare lo sguardo.
Porca vacca.
Si possono benissimo vedere una parte degli addominali, che sembrano disegnati, e la profonda e famosa V per cui tutte vanno pazze, è proprio sopra l'elastico dei boxer, della Calvin Klein, logicamente, che segue perfettamente le forme del suo corpo, fino a stringersi sempre di più, per poi scomparire all'interno di essi.

Concentrati Bailey, concentrati.

<aspetta, ho anche io il foglio.> annuncia sollevando leggermente i fianchi, portando la mano nella tasca dei jeans bianchi.

Billy ~ Una coppia che scoppia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora