Ch. 5

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Venni svegliata da dei rumori provenienti dal piano di sotto.
Mi rigirai nel letto infastidita.
Aprii gli occhi solo per guardare l'orario, le 14.
Era fin troppo presto perché potessi alzarmi dato che la notte prima riuscii ad addormentarmi solo verso le 5.30 del mattino.
Cercai di riprendere sonno, ma dato il rumore incessante mi fu impossibile, perciò decisi di andare a controllare.
Mi alzai e mi diressi lentamente fuori dalla stanza e verso le scale.
Riuscii a sentire un paio di voci, mentre scendevo al piano di sotto.

"La pen drive è stata consegnata, cosa volete da noi?"

Riconobbi la voce come quella di Hoseok, mi fermai nei miei passi, solo per poter ascoltare meglio. Volevo capire cosa stesse succedendo.
Una risata, irriconoscibile, si fece largo per tutta la casa.

"Avete ucciso i nostri uomini, non ci daremo pace finché non sarete tutti morti."

Boom, un'altro colpo. Poi di nuovo quella risata.
Scesi del tutto le scale, troppo curiosa per poter rimanere lì.
Volevo sapere cosa stesse succedendo.
Non appena feci capolino nel salotto, sentii il mio stomaco rigirarsi.
I ragazzi erano tutti lì, attorno ad un'uomo che stava legato ad una sedia.
La cosa che mi sconvolse di piú fu il suo viso.
Aveva un'occhio gonfio, le labbra completamente ricoperte di sangue mostravano un sorriso sdentato.
I denti mancanti erano sul pavimento accanto ad una pistola.
E nonostante tutto lo riconobbi.
L'uomo che la sera prima entrò nel locale cominciando la carneficina. Uccidendo anche Jin.
Non appena i ragazzi alzarono lo sguardo su di me, Namjoon si avvicinò afferrandomi per un braccio e trascinandomi fuori dalla stanza.

"Va in camera tua."

Scossi la testa aggrottando le sopracciglia.
Volevo sapere cosa stesse succedendo.

"Chi è lui?"

Dissi indicando con un cenno della testa l'uomo sulla sedia, che in quel momento mi stava sorridendo in una maniera piuttosto inquietante.

"Stamattina Yoongi e Jimin sono usciti a consegnare la pen drive, al ritorno, lui e un altro uomo li hanno seguiti."

Disse il ragazzo, portandosi una sigaretta alle labbra prima di accendersela.

"Naturalmente uno di loro è morto, mentre lui deve darci delle informazioni prima di potersi godere il piombo in testa.
Vogliamo sapere il nome del boss che ci sta perseguitando, perché l'uomo che ci ha commissionato di rubare la pen drive non ce l'ha detto.
E adesso ci sta alle calcagna."

Fece un lungo tiro dalla sigaretta, osservando l'uomo per pochi secondi prima di riportare lo sguardo su di me.

"Perciò adesso lasciaci lavorare."

Abbassai lo sguardo.
Non volevo tornare in camera. Volevo vedere morire colui che aveva ucciso Jin. Che aveva ucciso tutti quelli che conoscevo.
Non so se questo mi avrebbe dato un po' di sollievo, ma volevo vederlo morire. Vederlo soffrire come le sue azioni stanno facendo soffrire me.
Scossi la testa ancora una volta, riportando lo sguardo su Namjoon.

"Io resto qui. Non vi darò disturbo."

Non gli permisi neanche di ribattere, perché entrai nel salotto e mi sistemai in un angolo, mentre il bastardo legato alla sedia osservava i miei movimenti.
Pensai che mi avesse riconosciuta, che sapeva chi fossi.
I ragazzi non dissero niente, Hoseok si spostò solo per piazzarsi accanto a me e mi rivolse un sorriso rassicurante, che ricambiai.

Quando Namjoon rientrò nella stanza mi rivolse uno sguardo particolarmente seccato per poi spegnere la sigaretta nel posacenere sul tavolo di fronte al divano.
Lo osservai mentre sfilava un oggetto in ferro dalla sua tasca, che si rivelò essere un tirapugni, e se lo sistemava accuratamente fra le dita.
Posò la mano non armata sulla spalla dell'uomo, i suoi occhi si scontravano freddi contro quelli dell'altro, mentre un pugno si stringeva attorno all'oggetto di ferro.

THE NEON DEMONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora