Ch. 11

1K 42 4
                                    

NAMJOON POV

Quella notte non riuscii a dormire.
Non riuscivo a chiudere occhio.
Rimasi tutto il tempo a guardare la sua figura, mentre dormiva in pace, fra le mie braccia.
In primo luogo non so neanche come siamo finiti così.
Ero incazzato, lei era troppo testarda.
Non voleva ascoltarmi, faceva tutto di testa sua.
Non capiva che volevo proteggerla? Che è finita in una situazione molto più pericolosa e molto più grande di lei?
Si mosse di poco tra le lenzuola, mentre dormiva beata.
Mi ritrovai a fissarla, cercando di memorizzare ogni singolo tratto del suo viso pallido.
Dal suo nasino piccolo e tondo, ai suoi zigomi alti, fino alla sue labbra grandi e piene.
Era bellissima, non penso di aver mai visto una donna così bella.
Ormai sono tutte finte, tutte uguali.
Ma lei no.
Lei era perfetta nelle sue imperfezioni.
Lei era perfetta per me.

Ma cosa vado a pensare?

Sapevo che non sarei dovuto restare con lei per la notte, sapevo che sarebbe successo.
E se mantenevo le distanze da lei era principalmente per questo.
Sapevo che se avessi imparato a conoscerla me ne sarei innamorato.
Se me la fossi portata a letto più di una volta ne sarei diventato dipendente.
E non volevo.
Non volevo essere così vulnerabile.
Non volevo che qualcuno le facesse del male, sapendo di potermi spezzare, così.
Sarebbe colpa mia, e io vivrei tormentato dai miei sensi di colpa.

La verità è che io non sono fatto per l'amore, e dopo tutta le gente che ho ucciso.. non me lo merito neanche.
E mi va bene.
Ho fatto delle scelte nella mia vita, e non posso tornare indietro. Ma non sono pentito.
Non sarò mai il figliolo prodigo che torna dal padre.
Ho scelto questa vita e un giorno mi ucciderà, ma va bene così.
Non sono fatto per avere un lavoro normale, una famiglia normale.
Non so neanche cosa sia una famiglia normale.
Il sole stava già sorgendo, mentre la luce entrava dalla finestra, posandosi sulla pelle chiara della ragazza al mio fianco.
Dovevo andarmene.
Non volevo affrontare la situazione con lei, doveva capire fin da subito che era stato solo sesso.
Che era stato uno sfogo dalla rabbia che mi aveva causato.
Strizzai gli occhi, mentre le immagini della sera prima si ripetevano nella mia testa.
La sua pelle d'oca, il suo profumo, il modo in cui era bagnata.. così bagnata solo per me.
Il modo in cui il mio nome suonava perfetto sulle sue labbra, e il piacere nei suoi occhi.
Il piacere che io le avevo procurato.

La guardai un'ultima volta, e decisi che mi ero torturato abbastanza.
Mi alzai, afferrando dei vestiti puliti dal mio cassetto, prima di dirigermi fuori dalla stanza, attento a non fare alcun tipo di rumore.


Un'ora dopo avevo già fatto la doccia ed ero vestito di tutto punto, seduto sul divano del salotto con un bicchiere di scotch in mano.
La mia colazione preferita.
Avevo cominciato a bere così tanto solo da quando mi ero unito ad Hoseok e Yoongi.
I miei demoni, il mio passato, mi perseguitavano ogni giorno e ogni notte.
L'alcool li teneva a bada.
E per quanto possa sembrare strano, mi manteneva lucido.
Ma mi ero ripromesso che avrei cercato di limitarmi ad un bicchiere ogni tanto.
Se avessi continuato così sarebbe stato proprio questo veleno ad uccidermi.

"Le hai dato una bella lezione, eh, Joon?"

Yoongi si sedette accanto a me, un sorrisetto piantato sul viso.
Posai lo sguardo su di lui, mentre un ghigno si formava sulle mie labbra.

"Diciamo di sì."

Il moro si abbandonò in una lieve risata, prima di riportare la sua attenzione su di me.

"Pensavamo l'avresti uccisa. Poi abbiamo sentito."

Scossi la testa, abbassando lo sguardo.
Non le avrei mai fatto del male.
Non so perché ma non ci sarei riuscito.
In quel preciso istante mi rivenne in mente il discorso che mie fece Elle la mattina precedente.
Volevo parlarne con Yoongi dal momento in cui me l'aveva detto, e non ne avevo avuto l'occasione.
Ma ora l'avevo.

"Yoongi, devo parlarti di una questione importante."

Incrociai il suo sguardo, mentre mandavo giù l'ultima sorsata di scotch, prima di poggiare il bicchiere sul tavolino di fronte a me e voltarmi verso di lui.
Lui si limitò a restare in silenzio, ormai mi conosceva abbastanza bene e sapeva quando la questione era seria o meno, lo leggeva sul mio viso.
E sapeva che adesso la questione era seria.

"Ieri Elle mi ha parlato dei suoi genitori."

Notai come un'espressione confusa si faceva largo sul suo viso.

"Suo padre aveva dei debiti con Woo, perciò hanno ucciso lui e sua moglie dando fuoco alla casa. Ti ricorda qualcosa?"

Gli occhi di Yoongi si spalancarono, mentre le sue labbra si chiudevano e si riaprivano senza far uscire alcun suono.
Annuii, prendendo il mio pacchetto di sigarette dal tavolo.
Aveva capito tutto.

"Esattamente, non avevamo trovato la figlia."

Il ragazzo distolse lo sguardo da me, passandosi una mano fra i capelli.

"Lei lo sa?"

Riportò lo sguardo su di me, solo per vedermi scuotere la testa.
Se glielo avessi detto mi avrebbe odiato, e questa cosa in qualche modo mi terrorizzava.

"Hai intenzione di dirglielo?"

Sospirai, passandomi una mano sul viso.
So che una volta che gli avrò detto che siamo stati noi ad uccidere i suoi genitori non mi avrebbe più voluto vedere.
Mi avrebbe odiato a morte.
Ma forse.. forse era meglio così.
Non l'avrei più vista e avrei evitato di innamorarmi di lei.
So per certo che se avessi passato più del tempo dovuto con lei mi sarei innamorato.
E non volevo. Non volevo assolutamente.

"Sì, magari tra un paio di giorni. Ho bisogno di capire come dirglielo.
Non è così semplice."

Posai una sigaretta fra le labbra, per poi accenderla, aspirando avidamente il fumo.
Il mio sguardo totalmente perso nel nulla.
Yoongi si alzò, lisciandosi poi la camicia.

"Vado a svegliare gli altri, dobbiamo trovare dove si nasconde quel bastardo di Tanaka."

Poggiò una mano sulla mia spalla, come se in qualche modo volesse rassicurarmi, per poi dirigersi verso il piano di sopra.
Rimasi lì a fissare il vuoto, la sigaretta che si consumava lentamente fra le mie dita.
Dovevo concentrarmi sul lavoro adesso.
Concentrarmi sul trovare quel pezzo di merda che voleva me e i miei ragazzi morti.
Ma nella mia testa c'era solo lei.
Stavo cominciando a pensare che il portarmela a letto mi avesse solo rovinato.
Una parte di me non voleva perderla, l'altra mi diceva che era la cosa giusta da fare.
Che se mi fossi innamorato di lei qualcosa sarebbe andato storto.
Che l'avrei persa comunque, in modo peggiore.

THE NEON DEMONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora