Ch. 8

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Quella mattina fui svegliata da un dolore lancinante.
La mia spalla mi stava uccidendo, bruciava terribilmente mentre tutta l'area attorno alla ferita sembrava come se me l'avessero pestata e ripestata più volte.
Quando posai lo sguardo su di essa fui presa dal panico: sangue.
Sangue ovunque.
Mi si erano aperti i punti.
Istintivamente pressai con la mano su di essa, il liquido scarlatto ormai aveva rovinato la mia t-shirt bianca, ma poco importava.
Quando mi alzai notai che anche il letto era coperto di rosso, e probabilmente perdevo sangue da molto più tempo di quanto pensassi.
Mi diressi a passo spedito fuori dalla mia stanza.
'Passo spedito' si fa per dire, mi sentivo debolissima.
Riuscivo a malapena a trascinare le gambe, avevo la vista offuscata e le orecchie mi fischiavano.
Non mi sentivo poi così bene.
Una volta arrivata alle scale non riuscii neanche a scendere il primo gradino, perciò mi sedetti su di esso, cercando di restare sveglia.
Dovevo chiedere aiuto.

"Namjoon!"

Fu il primo che mi venne in mente, il primo a cui pensai.
Non uscì esattamente come un grido, ma sono abbastanza sicura che si fosse sentito, anche perché un minuto dopo lo vidi uscire dalla sua stanza, solo in un semplice paio di boxer.
Aveva un'espressione assonnata, ma nel momento in cui mi vide il suo viso cambiò totalmente.
Come se gli avessero gettato un secchio d'acqua gelata addosso.

"Cazzo"

Fu l'ultima cosa che riuscii a sentire, poi solo un fischio continuo.
Cercai di mantenermi concentrata su di lui e di non chiudere gli occhi.
Sapevo che se l'avessi fatto sarei svenuta di certo.
Lo osservai mentre correva verso di me, e mi si inginocchiava accanto, prendendomi fra le sue braccia.
Poggiai la testa contro il suo petto, sono sicura che stesse gridando.
Sentivo il suo corpo vibrare, ma non sentivo la sua voce.
Alzai lo sguardo su di lui, aveva gli occhi puntati su di me, una mano sul mio viso, eppure non sentivo neanche quella.
Sentivo le forze lasciare il mio corpo, la spalla non faceva più male.
Poi il buio.



Quando riaprii gli occhi, la prima cosa che vidi fu la luce che entrava dalla finestra.
Una finestra a me sconosciuta.
Mossi di poco la testa cercando di guardare l'arredamento della stanza, non era la mia.
Era poco più grande della mia, le mura bianche, il parquet in legno.
C'erano soltanto un'armadio, una scrivania e una piccola poltrona, oltre al letto e al comodino.
Mi sollevai lentamente, e istintivamente portai una mano alla mia spalla, era nuovamente fasciata, ma un brivido percorse la mia schiena quando notai che la mia maglia non c'era più.
Sotto le lenzuola ero nuda.
Indossavo solo i miei pantaloncini.
Questo significava che chiunque mi avesse messa qui mi aveva vista nuda.

"Merda."

Tirai su il lenzuolo, cercando di coprirmi quanto più possibile mentre la mia faccia prendeva lo stesso colore di un fottuto peperone.

"Se può farti sentire meglio, hai due tette strepitose."

Quando sentii quella frase, mi voltai verso Namjoon che mi osservava divertito dalla porta di fronte al letto.
La rabbia arrivò fino alle punte dei miei capelli.
Strinsi il mio pugno sul cuscino, afferrandolo e scaraventandolo contro il ragazzo.
Sfortunatamente Namjoon aveva dei buoni riflessi e lo evitò senza troppa fatica.
Un'espressione sconcertata si formò sul suo viso.

"Oh andiamo, alla fine ti abbiamo vista solo io e Yoongi, e non avevamo altro modo comunque."

Afferrò il cuscino da terra, camminando lentamente verso di me prima di sedersi sul letto e porgermelo, senza distogliere lo sguardo dalla mia figura.
Le mie sopracciglia si corrugarono nell'espressione più arrabbiata che potessi avere mentre riafferravo l'oggetto soffice.

"Potevate rivestirmi!"

Quasi gridai, mantenendo su il lenzuolo.
Il fatto che fosse così vicino a me mentre ero praticamente mezza nuda mi faceva sentire a disagio.
Notai come un ghigno si formò sul suo viso.

THE NEON DEMONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora