Ch. 20

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"Vado io a fare la spesa."

Insistetti, mentre Ji-Yong scuoteva il capo contrariato.
Mi avrebbe fatto bene uscire un po' di casa.
Da quando avevamo trovato Namjoon non avevo fatto altro che stare con lui e prendermi cura di lui. Sia mentre era incosciente che in questi ultimi due giorni in cui non lo era.
Non ne potevo più.

"Elle, faccio io. E poi-"

Scossi un dito di fronte al viso del rosso, interrompendolo immediatamente.

"Non esco da troppo, vado io."

Un lieve sorriso si formò sulle sue labbra, mentre l'espressione sul viso del ragazzo mi faceva capire che si fosse arreso all'idea che sarei andata io.
Namjoon stava lì sul divano, ad osservarci mentre ascoltava il nostro piccolo battibecco.
Mi avvicinai a lui, solo per prendere la mia borsa che avevo abbandonato lì stamattina.
Gli sorrisi lievemente, poco prima di far scivolare la mia borsa sulla spalla e avviarmi verso la porta.

"Ci vediamo tra un'oretta. Voi cercate di fare amicizia!"

Non rimasi abbastanza a lungo per vedere le loro reazioni, perché una volta detta quella frase uscii di casa diretta verso il supermercato.



Mentre camminavo tra i corridoi del negozio, cercavo di tenere a mente tutto ciò che avrei dovuto comprare.
Dimenticavo sempre qualcosa, e stavolta volevo evitarlo.

Dovrei aver preso tutto.

Diedi un'occhiata veloce al carrello, per assicurarmi di aver effettivamente preso tutto per poi dirigermi alla cassa e pagare.
Uscii con le buste tra le mani e la borsa assicurata alla mia spalla, mentre camminavo in direzione della metro.
Ma non la raggiunsi mai.
Mi sentii afferrare per la borsa, una mano si piazzò sulla mia bocca e poco dopo venni trascinata in un vicoletto.
Cercai di dimenarmi, mentre la paura si faceva largo nel mio corpo.
Non sapevo cosa fare.
O cosa mi sarebbe successo.
Riuscii a liberarmi, ma poco prima che riuscissi a scappare, un ragazzo mi si parò davanti colpendomi violentemente sulla tempia.
Cominciai a vedere nero, mentre mi accasciavo a terra.
Lo stesso ragazzo di prima si chinò al mio livello, un sorriso maligno stampato sul viso.

"Ciao principessina. Tu non mi conosci vero?"

Osservai l'uomo, cercando di mettere a fuoco il suo viso.
Scossi la testa.
Non lo conoscevo, non sapevo chi fosse. Ne cosa volesse da me.

"Sono un vecchio amico del ragazzo che qualche sera fa hai salvato da me."

Mi sorrise ancora e poi mi colpì, dritto sul viso.
Sentii i denti affondarmi nelle labbra, spaccandole totalmente.
Il naso cominciò a sanguinare, il liquido rosso scivolava lungo il mio viso fino alla mia maglia.

"Kim Namjoon.. lo conosci vero?"

Rimasi in silenzio, gli occhi puntati su di lui.
Era stato lui a sparargli.
Era stato questo stronzo.
L'altro uomo mi strattonò per i capelli, in modo tale da non farmi muovere.

"Devi portargli un messaggio da parte mia, piccoletta. Devi dirgli che quando uscirà dalla sua lurida tana, Wang lo ucciderà con le sue stesse mani.
Gli farò desiderare di non essere mai nato."

Si sollevò, lo stesso ghigno stampato sul volto.
Se fossi stata abbastanza forte, lo avrei picchiato.
Ma io ero piccola in confronto a loro, e loro erano due.
Osservai come l'uomo fece un semplice cenno della testa all'altro ragazzo e tutto ciò che riuscii a sentire dopo fu solo il dolore.
Mi colpiva continuamente, calciando il mio corpo ormai rannicchiato contro l'asfalto.
Non riuscivo a gridare, mi limitai a singhiozzare mentre le lacrime scivolavano lungo il mio viso.
Ogni colpo faceva un male cane, non avevo più neanche la forza di coprirmi.
Presi tutti i colpi fin quando non cessò di darmeli.
Poi li vidi sparire dietro l'angolo e io rimasi lì, a terra, senza fiato, mentre osservavo come la pioggia cominciasse a venire giù, posandosi sul mio viso e mischiandosi con le mie lacrime.
Non riuscivo a muovermi, ogni minimo spostamento mi causava un dolore allucinante.
Dovevo tornare a casa.
Dovevo farcela.

NAMJOON POV

"Davvero! Me lo hanno regalato tempo fa ma non ho mai trovato occasione di aprirlo. Ci facciamo un bicchierino dai."

Un sorriso genuino si formò sulle mie labbra mentre osservavo Ji-Yong afferrare due bicchieri da una mensola e poi la bottiglia del whiskey Yamazaki 20 da 2.000 dollari.
Cominciava a piacermi questo ragazzo.
Soprattutto perché mi stava offrendo uno dei whiskey più costosi al mondo.
Osservai il mio bicchiere che veniva riempito dal ragazzo, e una volta che anche il suo fu pieno li sollevammo entrambi, brindando.
Mandai giù un bel sorso del liquido ambrato, e me ne innamorai all'istante.
Amavo il whiskey, specialmente se pregiato. E questo era il whiskey più raro del mondo.

"Cazzo, è perfetto."

Dissi per poi lasciarmi andare in una lieve risata, seguita poi da quella del rosso che annuì in approvazione.
Le nostre chiacchere vennero interrotte dal rumore della serratura della porta che veniva aperta, Elle era qui.
Finalmente, era passato fin troppo tempo.
Mi sollevai lentamente dalla sedia, mentre guardavo la figura della ragazza entrare in salotto.
Appena notai il suo viso, sentii il mio stomaco contorcersi.

"Elle.. cazzo.. che è successo?"

Mi diressi verso di lei, prendendole il viso fra le mani.
Qualcuno l'aveva sfigurata, aveva sfigurato il suo bel viso.
L'avevano toccata.
Nessuno avrebbe dovuto farlo.
Il sangue copriva le sue labbra, mentre i suoi capelli totalmente zuppi dalla pioggia bagnavano le mie mani.
Mi voltai verso Ji-Yong che ci guardava in preda allo shock.

"Prendi qualcosa per medicarla."

Si limitò ad annuire, prima di sparire in una delle stanze.
Quando posai nuovamente lo sguardo su di Elle, notai i suoi occhi gonfi di lacrime.
La strinsi tra le mie braccia, mentre la rabbia mi distruggeva lentamente da dentro.

"Chi è stato, amore? Chi ti ha fatto questo?"

Sussurrai, lasciandole un bacio sulla fronte.
Cercavo di mantenere la calma, volevo che si tranquillizzasse, ma in quel momento volevo solo uccidere quel bastardo che le aveva fatto questo.
Che aveva toccato la donna che amavo.
La sentivo singhiozzare contro il mio petto, mentre le sue braccia mi avvolgevano delicatamente.

"Wang.. ha detto che ti ucciderà.. voleva che te lo dicessi.."

La mia mascella si contrasse al suono di quel nome.
Quel bastardo.
Prima mi spara, poi tocca Elle.
L'avrei distrutto.
Gli avrei fatto così male che sarebbe stato lui a pregarmi di ucciderlo.
Gli avrei fatto desiderare solo la morte.
Feci scivolare lentamente le dita fra i suoi capelli, allontanandomi poi solo per guardarla.
Le lacrime continuavano a scivolare sul suo viso, odiavo vederla così.

"Sta tranquilla. Lo farò a pezzi per quello che ti ha fatto. Te lo giuro."

Avvolsi nuovamente le braccia attorno a lei, stringendola delicatamente a me.
Ciò che temevo, era successo.
Che facessero del male a chi amavo per colpa mia.
Ma non l'avrebbero passata liscia.
Nessuno la deve toccare, non permetterò che accada ancora.
Lei è mia, nessuno tocca ciò che è mio.
Questo è sicuro.

THE NEON DEMONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora