Capitolo 32

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Dal capitolo precedente

Ad un tratto un paio di mani mi stringono e tappano la bocca. Mi dimeno impaurita e fissando negli occhi il diretto interessato, è il...

È il preside del collegio.
Non il professore, ma bensì il preside.

"Tu non sai quanto mi hai fatto penare andando via.." Stringe di più i miei fianchi e poi prova a trascinarmi più lontano possibile.

No. Non posso permetterglielo.
Le parole non escono, messe a freno dalla sua mano che spinge sulle mie labbra con violenza.

Man mano mi trascina sempre più lontano, e il cuore batte sempre più forte, più veloce del dovuto.

La mia pelle bianca viene macchiata dal suo tocco sporco, e spero tanto che i miei amici si siano accorti del mio ritardo.

Ci stiamo allontanando di parecchio, quando ad un tratto noto una piccola casetta. Una casetta di legno, che può accogliere massimo tre persone, credo.

La sua mano continua a premere sulla mia bocca, mentre con l'altra prova a tenermi ferma.
Decido di rischiare, perché il tempo passa e dentro me nasce un emozione mai avuta prima d'ora, la paura.

Mordo la sua mano e subito il suo urlo si irradia per il territorio circostante.
Prendo un ramo abbastanza grande e indietreggio di parecchio. "Non avvicinarti.. i miei amici ti troveranno!" Urlo impaurita, con il corpo che trema, e il cuore che batte sempre più veloce ad ogni sguardo.

"Nessuno verrà qui! Soprattutto per te!" Urla con un sorrisetto strafottente sulle labbra, da farmi voltare lo stomaco. "Invece si!" Urlo spaventata.

Mi volto iniziando a correre velocemente, senza sosta, senza voltarmi indietro, nemmeno per un secondo.

"Aiuto! Vi prego aiutatemi!" Urlo in preda alla disperazione mentre corro più veloce. Poi una piccola lampadina si accende nella mia testa..

Devo correre alla baita, dove c'è il farò, in fondo questo bosco ha un sentiero che conduce fin lì, e sono sicura che i miei amici saranno lì.

Chiudo gli occhi e respiro ed ispiro lentamente. Li riaprò e inizio a correre più velocemente.
Mi volto un secondo e ciò che noto mi destabilizza, ha una pistola tra le mani che sta caricando.

Mi volto e inizio a correre tra gli alberi, così ho più possibilità di non essere colpita.
L'adrenalina sale, e il respiro si accorcia, ma per una volta decido di spegnere tutto e di accendere la modalità: Surviver.

Mi ritrovo sulla spiaggia dove corsi qualche settimana fa.
Il farò dista 7 minuti di corsa, così decido di prendere un lungo respiro e corro ancora più veloce.

Ecco che parte il primo sparo, e subito sento il sangue gelarsi nelle vene, ma per fortuna non mi sfiora nemmeno.

Mancano solo tre minuti è c'è l'ho fatta!

Intravedo delle figure, molte figure e dietro di me inizio a sentire molti rumori.

Macchine di polizia che inseguono il mio aggressore, mentre il mio aggressore insegue me.
Sarebbe una scena al quanto comica, se non fosse che lui ha una cazzo di pistola tra le mani.

Le facce dei miei amici sono al quanto preoccupati e solo ora capisco della cazzata che ho fatto.
L'ho attirato qui, dove ci sono le persone che amo di più, e che per colpa mia potrebbero farsi del male.

Così mi volto, e smetto di correre, notando i miei amici a 50 metri da me guardarmi con aria preoccupata.
Le macchine della polizia sono ancora distanti, ma si intravedono.
Lui invece è di fronte a me con un ghigno sulle labbra, e ora tocca a me distrarlo.

"Di solito quelle che ti hanno preceduto non si comportavano così.." si lecca le labbra e notando degli spostamenti dietro di me, alzo le mani.

"Restate lì! È tutto sotto controllo.." Urlo mentre lui alza la pistola puntandomela contro. "Voglio che tu faccia un bagno per me!" Urla completamente fuori di se, così annuisco e mi avvicino all'acqua che avrà una temperatura sotto lo zero.

Lui controlla i miei amici puntando loro una pistola contro, mentre io mi immergo nell'acqua gelata.

"Lasciali stare.. Guarda ci sono io qua!" Mi indico tutta tremante, mentre le sirene si fanno più vicine.
Il suo ghigno si infittisce, e i suoi occhi si fanno più cupi, punta la pistola su di me e senza esitare spara.

Poi punta la pistola alla sua tempia e con un sorriso sadico preme una seconda volta il grilletto.
Abbasso lo sguardo su di me, e il colore trasparente dell'acqua si tinge di rosso scarlatto.



Delle persone entrano in acqua, e molti suoni si fanno più acuti eppure i miei occhi non riescono a restare aperti.

Due mani forti mi sollevano, e l'ultima cosa che riesco ad intravedere prima di lasciarmi andare sono due occhi profondi.. Occhi che non scorderò mai.


·Tu sei la Forza nella Debolezza· (In Fase Di Correzione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora