Capitolo 9

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...Torna in te Andrea, scusami» Sento il mio nome che viene pronunciato con una voce calda e roca.

Alzo lo sguardo e noto la figura sfocata di Zeno sull'uscio delle scale, si avvicina a me con cautela e inizia ad accarezzarmi i capelli.

«Voglio morire.» Sussurro debolmente con le palpebre che non riescono a restare aperte. «Perché eh? Perché? Dimmi perché!?» Urlo a squarcia gola battendo dei pugni sul suo petto.

«Cosa Andrea? Dillo, sfogati... Ci siamo.» Mi stringe tra le sue braccia mentre inizio a piangere a più non posso.

«È morto, è morto per me. Mi manca, è tutta colpa mia.» Mi agito ancor di più e sento la tristezza, il senso di colpa e il dolore tornare a galla.

«Cosa è successo Andrea? Cosa ti ha spinto a camb-..» Inizia a parlare ma il rumore di una porta lo interrompe, gli altri entrano in salotto ridendo e scherzando ma appena voltano lo sguardo verso di noi restano a bocca spalancata.

«Stai male? Che cazzo succede??» Mio fratello subito comincia con le sue solite domande, ma il mio dolore e la mia pazza superano la sua preoccupazione.

Mi alzo e barcollante mi dirigo verso di lui e fissandolo negli occhi, drighigno i denti e strizzo gli occhi sentendo la rabbia montarmi.
Gli do uno schiaffo e poi scoppio a piangere. «Quel giorno l'avevi promesso, mi avevi promesso di portarmi con te dopo scuola ma mi hai lasciata lì. Mi hai lasciata con loro, mi hai lasciata morire. Tyler è morto, è morto per me.» Sputo fuori tutto d'un fiato e iniziando a camminare avanti e indietro.

Mi allontano andando in cucina e loro mi seguono, guardandomi senza proferire parola.
Prendo un porta cenere e lo lancio a terra. «Solo lui mi voleva bene, solo mi capiva realmente, lui è morto per me.» Urlo ancora più forte e ogni cosa che c'è sul tavolo viene sparsa sul pavimento.

«Camilla va di sopra e prendimi quella scatolina..» Ordina Call guardandomi con uno sguardo misto tra tristezza e preoccupazione.

«Andrea calmati, ti prego. Non ci hai mai raccontato cosa fosse successo in realtà però adesso fatti abbracciare.» Si avvicina e inizia a stringere le sue braccia intorno al mio busto, e sta volta non faccio opposizione per respingerlo.

Camilla arriva con la scatolina e Tomas mi da una pillola con un bicchiere d'acqua.
«Ti vogliamo bene, in ogni dove» Mi sorride dolcemente Tomas, e osservo le ragazze sistemare il mio casino.

Pian piano mi calmo e rilasso ogni mio muscolo, ma il dolore purtroppo è in circolo ancora dentro me.
Ci sediamo intorno al tavolo e fisso la superficie colorata da una tovaglia a fiori.

«Avevo 12 anni quando incontrai Tyler tra i corridoi, diventammo subito amici però lui odiava attirare l'attenzione e restava sempre solo.» Inizio a raccontare dal principio, e ad ogni singola frase sento una stretta al livello del cuore.

«Un giorno iniziammo a parlare, e diventammo subito amici. Nello stesso periodo iniziarono atti di bullismo, di ogni genere.» Sussurro con le gambe che tremano e con le mani che non smettono di stare ferme un secondo.

«Chi è stato?» Chiede flebilmente Zeno, abbasso lo sguardo e non accenno a parlare.

«Vorrai di chi sono... Ma il passato è passato. Dopo due anni, all'età di 14 anni un giorno stavo parlando con Ty di quanto fossi triste e depressa nell'ultimo periodo... Le ragazze erano occupate con l'esame, e voi vi stavate impegnando nella squadra di football.» Sorrido debolmente e alzo lo sguardo, posando lo sguardo su ognuno di loro.

«Iniziai a soffrire di depressione... Pensai al suicidio, ma quella volta non ne parlai nemmeno con lui. Ricordo che un giorno esagerarono, ed io ero stanco così andai sul tetto della scuola e mi chiusi lì.» Singhiozzo con il dolore che mi attanaglia il cuore, al solo ricordo.

«Mi misi sulla sporgenza del piccolo spiazzale, e osservai tutti gli studenti intenti a camminare avanti e indietro ma nessuno sembrava notarmi. Presi coraggio pronta a saltare, ma un rumore mi fece distrarre e mi voltai verso la porta, era lui. Mi disse: "Sono venuto a salvarti, non lo fare. Non lasciarmi Andrea, un mondo senza te è un mondo in bianco e nero, senza alcun colore. Vieni via da lì... Ti proteggerò io".
Ma da testarda qual'ero non lo ascoltai e sorrisi per fargli capire che sarebbe stato l'ultimo sorriso. Urlò forte e chiaro: "Non ti lascerò morire, ti amo e lo farò per sempre." E nello stesso istante corse verso me e si lanciò per afferrarmi, ma nessuno dei due si era aggrappato a qualcosa...» Prendo fiato e stringo le mie mani in due pugni chiusi.

«Semplicemente ci aggrappammò uno all'altro, mi baciò e poi atterrammò al suolo... Ma lui aveva protetto il mio corpo col suo, atterrando e morendo per me... Lui sapeva che stava per morire, e sapeva che lo stava facendo per me ed io ero accecata dal dolore da non notare il suo amore per me. Ho ucciso Tyler, l'ho visto morire davanti ai miei occhi e quando ci siamo stretti ho capito che si era portato con un sé una parte di me.» Le lacrime ormai incorniciano il mio viso e sento un vento caldo sfiorarmi la pelle.

Chissà se da lassù mi guarda ancora e ride alle mie stupide sciocchezze.
Chissà come sarebbe andata se fosse ancora vivo, qui con me.

«Non è stata colpa tua. Lui in quell'istante ha capito di amare te più di se stesso, e Dio se penso che saresti potuta morire... Come ho fatto a non accorgermene prima.?!» Scoppia a piangere mio fratello, e poi osservo fuori dalla finestra il cielo cosparso di stelle.

«Lui è lì, e io ho intenzione di raggiungerlo...»


To be continued

·Tu sei la Forza nella Debolezza· (In Fase Di Correzione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora