Camilla
Sono stanca, totalmente.
Caleb non fa che farmi promesse inutili e poi ferirmi ma sta volta basta.
Sta volta la farò finita, mi sono stancata.Entro nella nostra camera e lo noto tutto sorridente al computer, mentre scrive qualcosa.
«Adesso basta mi sono stancata..» Inizio mettendo le mani sui miei fianchi ma lui sembra non avermi proprio sentita.Mi siedo sul letto e gli chiudo il computer facendolo sgranare gli occhi. «Che cazzo fai?» Dice arrabbiato, e così facendo fa arrabbiare anche me.
«Mi sono stancata, io non sono la seconda scelta di nessuno.» Urlo piena di rabbia, rabbia che ogni giorno cresce e si tramuta in un gigante.
«Ma di cosa cavolo parli?» Si alza dal letto e si mette seduto, posando il computer sul comodino.
«Hai capito bene. Sono giorni che mi ignori parlando con quella tipa al computer.» Metto le cose in chiaro una volta per tutte.«E allora? È mia amica, tu sei la mia ragazza.» Tranquillamente mi guarda negli occhi e sento qualcosa rompersi dentro me.
«Piccolo errore..Ex ragazza, se preferisci un'amica a me, va bene ma dopo non cercarmi.» Pronuncio le frasi tanto temute e mi alzo dal letto aspettando una sua risposta.«Dio mio spero che tu stia scherzando, perché altrimenti non saprei spiegarmi cosa diavolo ti prende.» Si alza dal letto e mi punta un dito contro e inizia ad urlare. «Sai che c'è? Va pure, in fondo non mi interessavi più di tanto. Non negherò che a letto eri al quanto brava, ma ne troverò di migl-..» Non gli faccio terminare la frase che gli do uno schiaffo.
Esco di corsa da quella maledetta camera e corro in bagno, chiudendomi dentro a chiave.
Come ha potuto dire ciò? Come?Ho donato tutta me stessa a qualcuno che credevo mi amasse realmente.
Ho donato la mia essenza ad un maledetto, un maledetto perché si è preso il cuore dandomi in cambio cocci frantumati, tra le mani.Cerco di piangere silenziosamente ma i singhiozzi escono rumorosi dalle mie labbra. Mi lascio andare e cado in ginocchio sul pavimento freddo della stanza, sentendo il mio cuore cadere a pezzi, piccoli pezzi.
Sono stata una stupida, ma come ho fatto a non capirlo prima? Come?
Io per lui sono stata un giocattolo, da usare a proprio piacimento.
Non mi sono mai fatta mettere i piedi in testa, non mi sono mai innamorata, o almeno non sono mai arrivata a quel punto.
Ma lui... Lui è tutto un altro discorso.
Mi è entrato dentro, sotto pelle, dentro le ossa, ed è arrivato al cuore.«Maledetto!..» Urlo battendo i pugni sul pavimento freddo, senza sosta.
Sono talmente innamorata di lui, che sono stata accecata dall'amore che provavo per lui, non notando il suo essere così maledettamente sbronzo.Bussano alla porta ma non accenno a rispondere e ad alzarmi. «Chi c'è lì dentro?» Riconosco la voce di Melissa, ma in questo momento non voglio ne sentire ne vedere nessuno.
Continua a bussare ma non rispondo stando in silenzio con le lacrime che scorrono feroci sul mio viso.«Raga sapreste dirmi chi c'è al bagno? Ho sentito dei rumori prima.» Capisco che sta parlando con qualcuno e quindi decido che sia arrivata l'ora di alzarsi, e uscire dal bagno.
Mi asciugo per quanto possibile le lacrime, e aggiusto i miei capelli ma ottengo l'effetto contrario.
Apro la porta del bagno ed esco, notando Tomas, Aura e Melissa guardarmi con le bocche spalancate.«Cosa è successo?» Mi chiede preoccupata Mely, ma la ignoro passando tra loro tre correndo in camera mia.
Proprio quando sono davanti alla porta mi ricordo che qui ci dorme anche lui.
Vorrei affrontarlo ma non me la sento e non credo sia il caso.
Indietreggio andando verso la camera di Andrea, ho bisogno di lei più che mai.Busso alla porta, aspettando una sua risposta «Avanti».
Entro e noto la mia amica seduta sul letto, con un libro tra le mani.
Mi fiondo tra le sue braccia in lacrime, sentendo il bisogno di essere capita.«Ehi guardami.» Prende il mio mento e mi porta a guardarla negli occhi. «Quando vorrai sono qui, ti ascolterò ma ora vieni qui e fatti abbracciare.»
E qui riesco a capire perché tra tante amiche lei sia la migliore.
Perché quando piango lei non si astiene semplicemente a dirmi: "Mi dispiace.", ma mi stringe tra le sue braccia e coglie il mio dolore.
Perché quando so che sto sbagliando lei non mi rinfaccia l'errore, ma mi sostiene e dopo mi aiuta a superare la cosa.
Perché lei è tutto ciò che non è mai stato nessun altro.Siamo uno l'opposto dell'altro, ma non possiamo stare lontane tanto a lungo.
Mi calmo leggermente e lei capisce che è arrivato il momento di parlare.
«Andrea promettimi che non ti arrabbierai...» Impaurita dalla sua reazione prendo un sospiro.«Non posso promettertelo, ma ci proverò.» Sospira capendo che forse centra l'idiota di suo fratello.
«Un paio di settimane fa beccai tuo fratello parlare in web con una ragazza. Lì per lì, non mi dava poi così fastidio poiché alla fine era solo una ragazza; ma poi ogni giorno hanno iniziato a sentirsi e spesso ho sentito lei fare molti apprezzamenti su di lui.» Con il cuore infranto cerco di tener a freno le mie emozioni.«Anche lì ho portato pazienza, ma poi lui ogni giorno ha iniziato ad evitarmi e non darmi tanta importanza. Hanno superato il limite quando si sono sentiti in intimo entrambi, e ho sentito lei parlare male di me...» Raccontare tutto ciò mi crea un vuoto immenso, ma ho bisogno di stare tranquilla.
«Quel coglione... Me la pagherà cara!» Urla lei con le narici che sputano fuoco e i suoi occhi tutti rossi, infuocati dalla rabbia.
Esce dalla camera e inizia ad urlare per tutto il corridoio, la seguo impaurita andando verso di lei cercando di calmarla.
«Che cazzo urli?» Tutti escono dalle proprie camere e noto i loro sguardi su di noi. «Tu! Sei un Coglione con la C maiuscola, ma come ti permetti? Lo sai cosa ti stai perdendo? Ma come ti permetti a trattare così la mia migliore amica eh? Ma quando sei diventato così?» Urla ancor di più facendomi sgranare gli occhi.
Il cuore accelera e sento un senso di stanchezza salirmi a più non posso.«Ho sbagliato okay? Ma ora come ora voglio restare solo. Non sono pronto per stare insieme a lei, e forse non lo sarò mai. Ho bisogno dei miei spazi e lei è troppo troppo... Oppressiva.» Urla furioso dalla rabbia.
Tutti restano in silenzio e si sente solo il suo respiro accelerato.
Io sono troppo oppressiva.
Troppo oppressiva.
Troppo oppressiva.
Troppo oppressiva.
Troppo oppressiva.Indietreggio sentendo il mio corpo non rispondere ai miei comandi.
«Cami...? Cami che hai?» Melissa si avvicina preoccupata ma la fisso confusa con le lacrime che sgorgano senza sosta dai miei occhi.Tutto gira, e le voci diventano pesanti da sopportare. Chiudo gli occhi e mi lascio andare non sentendomi abbastanza in forza.
***
Andrea
Caleb ha subito preso Camilla tra le braccia e l'ha sistemata sul divano.
Sto cercando di farla riprendere ma niente, non si sveglia.
«Andr-rea...» Sento sussurrare il mio nome da una voce flebile, abbasso lo sguardo e noto Camilla muore la sua mano per farsi notare.Tutti sono in allerta, e fissano la scena in silenzio e preoccupato.
Mi avvicino con l'orecchio alle sue labbra e sento sussurrarle una cosa. «Cosa hai detto?» Sussurro anch'io incredula, credo di non aver sentito bene...Mio Dio invece ho sentito proprio bene.
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·Tu sei la Forza nella Debolezza· (In Fase Di Correzione)
RomansaSequel di Aspetto tuo figlio. Andrea ascoltava ogni giorno la storia dei propri genitori. La storia di che ne aveva passate tante e superate tutte. Era così felice di avere una famiglia perfetta, così serena di poter vivere in pace ma si sa... Non t...