Sensi di colpa

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Ormai era sera. Il re Ty Dolla Sign, dopo essere tornato dall'azienda che gestiva i commerci internazioni in cui lavorava come capo dell'azienda, tornò a casa, non proferì parola, mangiò e andò a dormire.
Il rapporto tra il re e la regina era questo. Qualche bacio, a volte sesso, ma niente di più. Lauren aveva sempre pensato che lui l'avesse sposata solo per avere il potere, ma non doveva pensarci, non adesso che erano passati circa quattro anni dalle loro nozze. Si era sposata con lui dopo la morte dei suoi genitori, quindi all'età di vent'anni. Ma il disinteresse del marito, adesso, era uno dei suoi ultimi problemi.
"Regina" la richiamò l'uomo della sicurezza, entrando nella stanza con altri tre uomini "L'abbiamo portata" gli uomini avevano portato Camila Cabello, e quest'ultima si stava lamentando delle manette che circondavano i suoi polsi.
"Ma siete impazziti?! Non potete comandare la mia vita! Non ho fatto niente di male!" disse Camila cercando di liberarsi dalle braccia del forte uomo che la stava tenendo da dietro saldamente.
L'agente a centro alzò un sopracciglio, mentre gli altri due a fianco risero sotto i baffi.
"Oh beh, l'abbiamo trovata al cinema e abbiamo dovuto aspettare due ore fuori perché stava piangendo e non aveva nessuna voglia di andarsene senza sapere la fine di Doraemon. Inoltre dopo che il film era finito lei si era rifiutata esplicitamente di venire con noi rendendo la nostro attesa davanti al cinema futile. Non le sembra irrispettoso? Non solo nei nostri confronti ma anche nei confronti della regina" disse l'uomo che continuava a trattenerla con le proprie forti braccia.
La regina era totalmente scioccata. Quella ragazza era impazzita?!
"Grazie. Se per favore la fate sedere su quel letto mi fareste un grande favore" disse finalmente la regina, che subito dopo, mentre gli agenti obbedivano ai suoi ordini le venne un'idea "E per favore, dopo ciò che ho sentito ho paura per quello che potrebbe fare questa ragazza. Inoltre beh, lo sapete che per colpa sua si sta scatenando lo scandalo nel mondo. Mi sentirei più sicura se mi daste le chiavi e le lasciate le manette." disse la regina, ricevendo sguardi di comprensione dai tre uomini, mentre Camila sbalancò la bocca, totalmente scioccata "Potete anche andare. Vi farò sapere quando avrò finito, inoltre potete anche dire a Teresa che può tornare a casa".
Gli agenti obbedirono e andarono via dalla stanza. Poco dopo Lauren, dalla porta aperta  vide che la luce era stata spenta, quindi Teresa era andata via con gli altri. Posò le chiavi delle manette sul comò dell'enorme stanza degli ospiti, dove loro erano all'interno.
"Sei impazzita?!" urlò Camila, alzandosi dal letto, frustata dalle manette che circondavano fortemente i suoi polsi, dove iniziavano a formarsi dei segni rossi "Non devi più farmi sfiorare da quelli!" Camila stava per fare qualche passo avanti, ma Lauren la precedette e la spinse di nuovo contro il letto e si sedette su di lei, non permettendole così di alzarsi.
"Tu ora mi ascolti" disse con decisione la regina, lasciando Camila a bocca aperta per il suo improvviso gesto "I miei uomini hanno fatto solo il loro dove-"
"Dovere?! Toccarmi e stringere le manette solo per farmi male è dovere?!" urlò Camila, interrompendo il suo discorso "Perché a me non sembra!"
"Camila, smettila! Hai ventun'anni e ti comporti come una bambina che non ha il senso dell'orientamento!" urlò la regina, stringendo con le sue unghie, involontariamente, le braccia della più piccola.
"Mi fai male! Smettila!" urlò Camila, strizzando gli occhi per il dolore "Non voglio più niente a che fare con te e soprattutto con quei mostri" calmò il tono "A loro piace solo toccare ogni parte del corpo di una donna con la scusa che possa tenere pericolose armi che può portare dentro questo stupido castello" alzò le manette davanti al viso di Lauren "Me lo hanno fatto apposta. Mi fanno male i polsi, li ho rossi" disse con tristezza e un pò di rabbia.
Lauren guardò i suoi polsi, evidentemente avevano stretto con troppa forza le manette, ma non si aspettava che le sue guardie approfittassero o si divertissero a toccare il corpo di qualcuno durante il controllo, anzi, non ci credeva.
"Te lo meriti. Dopo tutto ciò che hai combinato questo è il minimo" disse freddamente la regina, provocando un cipiglio sul viso di Camila.
"Tu e loro siete degli stronzi del cazzo. Vi credete chissà chi e poi siete tutt'altro che perfetti" quelle parole fecero uscire dai gangheri alla regina.
"Senti, ragazzina, io sono la regina e comando io" abbassò le mani di Camila da davanti al suo viso, e le spinse violentamente sul grembo della più piccola, provocando un forte gemito di dolore, facendo sussultare persino a Lauren.
Camila aveva gli occhi sofferenti mentre si mordeva con forza il labbro per il dolore, mentre tentava di muovere le braccia, ma ciò le provocava solo gemiti di dolore ancora più forti. Delle lacrime iniziarono a cadere sul suo viso "Oddio, mi dispiace-"
"Cazzo, smettila di parlare e toglimi ste cazzo di manette!" urlò la ragazza.
Lauren si alzò dal suo grembo e prese le chiavi da sopra il comò.
La regina, per la prima volta era stata sottomessa da una suddita.
"Mi hai fatto male" disse Camila tra le lacrime, dopo essere stata liberata dalle manette "Credi davvero che non me l'abbiano fatto apposta?!" disse Camila, ammiccando verso i suoi polsi "Per poco mi usciva sangue!" esclamò la ragazza, tenendo ferme le mani sul suo grembo.
"Mi dispiace. Riferirò che dovranno fare puù attenzione" disse Lauren, sentendosi un pò in colpa.
"Riferire?! Sei seria?! Secondo te smetteranno?! Secondo me non sono l'unica ad aver subito una quasi violenza fisica, sono sicura che molti altri l'hanno subita ma non l'hanno riferito perché ovviamente gli Stati Uniti D'America sono considerati i perfetti e non vogliono macchiare nulla!" disse Camila, aumentando i sensi di colpa in Lauren.
"Ora stai esagerando! È il loro lavoro controllare se porti armi all'interno del mio castello!" Lauren provò a riprendersi dai sensi di colpa che pian piano la stavano mangiando.
"E il tuo lavoro qual'è? Confermare le leggi che non fanno altro che aumentare la tua fama? Rendere tutte le persone degli Stati Uniti D'America senza libertà e felicità? Il tuo lavoro è questo? Beh credo che guadagno più io al bar di fronte a casa mia, perché io almeno raccolgo soldi e felicità, tu raccogli solo merda" disse con rabbia "Sei una merda" le lacrime smisero di cadere sul suo viso, lasciando solo un viso arrabbiato e degli occhi rossi e lucidi.

L'Imperfetta ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora