Quel giorno

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Michelle Williams pov's

Camminai verso il grande bosco. Neanche oggi i miei genitori mi avevano rivolto la domanda : "Vuoi uscire? Andiamo a prendere un panino?"
Il mio stomaco aveva bisogno di cibo, ma avevano licenziato mio padre e non riuscivamo a trovare un lavoro. Sì, non riuscivamo, perché anch'io lavoravo.
I miei genitori litigavano sempre per la mancanza di soldi. Avevo solo cinque anni e all'asilo tutti mi prendevano in giro perchè loro avevano delle famiglie che potevano supportare i loro vizi.
Mi sedetti vicino ad un albero e guardai il cielo. Era abbastanza nuvoloso.
"Ciao" disse timidamente una ragazza, sedendosi avvicinandosi a me "Sei uguale a me!" sorrise la ragazzina "Come ti chiami?" domandò.
"Michelle. Michelle Williams" dissi, porgendole la mano, mentre l'altra ragazza la studiava attentamente "Devi stringerla" la informai ridendo.
Lauren prese goffemente la mia mano e la strinse.
"Io mi chiamo Lauren Jauregui" la ragazza sorrise felicemente "Sono la principessa"
"Ah... beata te che sei ricca sfondata" dissi, seccamente.
"Sai, è così bello essere ricchi, avere il potere. Posso avere quello che voglio quando voglio, ma i miei genitori ogni volta mi fanno sentire inutile e dicono che dovrei essere seria alla mia età. Sembra che non mi vogliano bene" fece il broncio "però almeno ho i giocattoli. Ho le bambole, le costruzioni e le macchinine" disse, contando gli oggetti mensionati con le mani "Tu? Che giochi hai?" domandò.
Stavo già iniziando a piangere. Odiavo i ricchi.
"Io non ho giocattoli" dissi con tristezza "Non ho niente" mi alzai, ero nervosa, e istintivamente le avevo dato uno schiaffio "Perché tutti hanno più di me?" dissi tra le lacrime, mentre Lauren iniziava a piangere e a proteggersi la testa con le mani a causa dei miei continui schiaffi e pugni "Perché tutti hanno più di me? Perché i miei genitori dicono che sono sempre troppo seria e fredda? Io ho solo bisogno di amici" dissi.

Lauren Jauregui pov's

Due persone mi avevano svegliata. Avevano gli occhi lucidi e mi avevano strinta tra le loro braccia. Non capivo.
"Michelle... mi hai fatto preoccupare" disse l'uomo, facendomi capire che fossero i genitori di quella bambina "Non farmi più questo ti prego" mi strinse tra le sue braccia.
Non ricevevo mai abbracci dai miei genitori se non per posare per qualche fotografo. Invece quell'abbraccio era così sincero che fece piangere anche me.
"Mi scusi" mi venne istintivamente usare la formalità.
"Perché mi chiami così? Smettila di essere sempre seria Michelle, ti prego" disse l'uomo, roteando gli occhi, ma ancora con la voce singhiozzante.
"Scusa" si corresse ridendo Lauren.
"Ma questi vestiti... da dove li hai presi?" domandò la donna.
Non sapevo che dire.
"Me li avevate comprati voi" mi sentì in colpa. Stavo davvero fingendo di essere loro figlia.
La donna alzò le spalle, non ricordando.
"Sù, andiamo a casa" disse l'uomo "Mi dispiace. Ti sei allontanata per i nostri litigi? Mi dispiace, giuro che non sono felice nemmeno io di fare questa vita"
La bambina si era rifugiata tra le sue braccia, mentre iniziavano ad uscire tutti e tre dal bosco.
Lauren guardava dietro di sè e si ripeteva "Perdonami Michelle".

Erano passati giorni per abituarmi a quella famiglia. In TV avevo visto la mia vecchia famiglia con la nuova principessa. Erano decisamente più felici.
Mi scivolò una lacrima, ma la cacciai subito.
Io ero felice adesso e anche Michelle lo era.
Mi piaceva aiutare il mio nuovo papà a guadagnare qualcosa : nel mio castello stavo sempre ferma o sorvegliata. Dovevo andare in bagno? Dovevano seguirmi gli agenti. Dovevo andare ad una festa? Non potevo andarci perché rischiavo di poter essere portata via da qualcuno che voleva senz'altro che soldi dai re e regina.
Ora invece ero in movimento. I miei genitori erano felici che la "serietà" della nuova Jauregui fosse andata via.
Riuscivo a rallegrarli e dovettero passare giorni per chiamarli mamma e papà.

Michelle Jauregui pov's

Ero scappata da lì piangendo, finchè due uomini della sicurezza mi avevano fermato nel bel mezzo del bosco.
"Principessa, i vostri genitori sono preoccupati e arrabbiati" disse uno degli agenti "Dobbiamo tornare nel castello"
All'inizio cercai di oppormi ma alla fine riuscirono a portarmi via da lì.
Quando ero entrata nel grande regno il re e la regina erano corsi da me e mi avevano abbracciata.
Perché Lauren diceva che non riceveva mai affetto da loro? Sembravano così dolci con me.
Io istintivamente mi staccai e mi sistemai la maglietta, spolverandola.
"Dovrei farmi una doccia" dissi, con un pò di timidezza.
"Hai ragione, chiamo un agente che ti srvegli dietro la porta. Ricorda : se c'è pericolo tira la corda dentro la doccia" io annuì non capendo.
Quando entra nel grande bagno, trovai già dei vestiti abbastanza belli, piegati sopra un mobiletto. Non avevo mai avuto dei vestiti cosí belli.
Aspirai l'odore dell'ammorbidente sui vestiti e sorrisi.

I giorni passavano e i miei nuovi genitori erano molto felici : avevano trovato una ragazza seria e attenta. Riuscivo anche a rimanere seria durante le fotografie, e mi avevano detto che per loro era strano visto che ogni volta che dovevano fare le foto, la principessa usava posizioni altrettando strane che non facevano altro che criticare la perfezione degli Stati Uniti D'America.
Vedendomi sempre così composta e seria si scusarono dopo qualche giorno dicendomi che fossero stati fin troppo duri con me, ma io non capì, forse si riferivano alla vecchia principessa.
Chissà se adesso lei aveva trovato la felicità, perché io sì.

L'Imperfetta ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora