Capitolo 15.

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Prendo i lembi della sua maglietta, glie la sfilo e gli mordo il labbro inferiore.
Lui geme contro la mia bocca, mi stringe le natiche e io mi spingo contro di lui.
Sentire la sua pelle nuda contro la mia mi fa sentire i brividi su tutta la spina dorsale, stavolta non mi fermerò.
Le sue labbra baciano frenetiche le mie mentre mi slaccia il reggiseno, lo lancia via e chiude il miei capezzoli tra le sue dita facendoli diventare turgidi.
Io butto la testa all'indietro e gli stringo le spalle con le mani.
"Damián." Ansimo quando mi morde il capezzolo destro.
Lui mi afferra la nuca e mi spinge contro la sua bocca.
Le sue labbra sono dolci, la sua lingua è esperta, è una droga.
Faccio scorrere le mie mani sul suo busto arrivando fino ad arrivare all'elastico dei pantaloncini da basket.
Mi stacco dalla sua bocca e con un colpo secco abbasso il suo sedile.
Damián apre gli occhi verde smeraldo guardandomi sbalordito.
Io gli sorrido maliziosa e mi abbasso, inizio a baciarlo su tutto il busto, sa di salato e dolce allo stesso tempo.
Quando arrivo nuovamente all'elastico dei pantaloni poso la mano sopra il tessuto e vedo lo sguardo di Damián andare a fuoco.
"Angelo." sussurra ansimando.
Abbasso i pantaloncini e mi trovo una sorpresa.
Alzo lo sguardo sul ragazzo sotto di me, mi sorride ironico.
Deglutisco. "Perché non indossi le mutande?" Domando iniziano a massaggiare il suo membro.
Dalle labbra di Damián esce un gemito e chiude le sue dita intorno alla mia vita.
Mi abbasso e lo prendo in bocca, continuando a massaggiare con le mani.
È un po' che non mi trovo in queste condizioni, ma devo ammettere che Damián sta messo molto meglio di Andrés.
Passo la lingua sulla cappella e Damián viene nella mia bocca. E poi faccio una cosa che non pensavo avrei mai fatto nella mia vita, ingoio.
Alzo la testa e quando incontro gli occhi di Damián mi guarda sconvolto.
"Non sono mai venuto con un pompino." Dice ansimando.
Io sorrido vittoriosa e mi passo la lingua sulle labbra.
Damián mi abbassa i pantaloni e resto solo in mutande davanti a lui, le sposta e infila un dito dentro di me.
"Noto che sei già pronta per me, angelo." Dice con voce roca, avvicinandosi al mio orecchio.
Inizia a muovere il suo dito per poi infilarne un altro.
Arriccio lo dita dei piedi dal piacere, mi mordo il labbro inferiore.
Le sue dita dentro di me, mi fanno andare in fiamme e sento il sudore imperlarmi la fronte.
Sono quasi totalmente nuda davanti a lui, ma sono perfettamente a mio agio.
Damián mi guarda con lussuria, non come se fossi un semplice pezzo di carne.
Mi abbasso e lo bacio. Le sue labbra mi sorridono, si schiudono e io faccio scivolare la mia lingua all'interno di esse. Quando la mia lingua incontra la sua iniziano una lotta finché Damián non toglie le sue dita da dentro di me.
Lo guardo male e lui ghigna.
Si alza e apre lo sportellino del cruscotto, vedo scintillare la bustina del profilattico e mi mordo il labbro.
Passo il dito sulla parte superiore del membro di Damián e lui mi tira i capelli indietro.
"Ora basta giocare, angelo." mi afferra per i fianchi e mi alza, strappa letteralmente le mie mutande e le lancia non so dove.
Mi fa scendere sopra di lui e pian piano entra dentro di me, un'agonia che vale la pena di essere vissuta.
Lancio un piccolo urlo quando i nostri bacini si scontrano e lui è completamente dentro di me.
Inizio a muovermi sopra di lui e Damián mi bacia appassionatamente.
Le sue mani avvolgono i miei glutei e lui inizia a muoversi freneticamente sotto di me, dando lievi spinte.
Entrambi gemiamo dal piacere.
"Dam, non ce la faccio più." biascico pregandolo.
Lui mi tiene stretti i fianchi e capovolge le posizioni, mettendomi sopra di lui.
Inizia a spingere sempre più forte e stringe le mie cosce. Le mie unghie gli graffiano la schiena, lui si abbassa al mio orecchio e inizia sussurrarmi cose che dovrebbero avere un divieto, assolutamente.
Dopo poco veniamo entrambi e Damián si accascia sul mio petto.
Entrambi ansimiamo e Damián esce da dentro di me, mettendosi sul sedile del passeggero.
Damián si sporge dietro per prendere la sua maglietta e io ne approfitto per dargli uno schiaffo sulla natica.
"Angelo, penso che tu sia troppo ossessionata dal mio fondo schiena." dice posando le sue labbra sulle mie.
Mi morde il labbro inferiore e io scoppio a ridere.
"È così bello." dico facendo spallucce.
Damián scoppia a ridere insieme a me e io inizio a rivestirmi.
"Dam, hai distrutto le mie mutande." dico raccogliendo ciò che ne rimane.
"Ops." Dice sorridendomi maliziosamente.
Io alzo gli occhi al cielo e noto che lui, come me, non riesce a togliersi il sorriso dalle labbra.
Mi rimetto la maglietta, noto che lui è già vestito e mi sta guardando serio.
"Va tutto bene?" Chiedo spaventata. E se si sia pentito?
"Si, certo." Mi sorride dolcemente.
"Sicuro?"
"Perché non dovrei esserlo, angelo?"
"Sei diventato serio tutto insieme." Dico incatenando i miei occhi ai suoi.
"Tu sei felice?" Mi domanda serio e io spalanco leggermente la bocca.
"Dam.."
"Rispondi."
"Si, sono felice." dico convita. "E tu?"
"Si." dice senza pensarci.
"Damián, io non mi pento di quello che è appena successo. Tutto ciò lo volevo e spero che valga la stessa cosa anche per te." Dico passandomi una mano tra i capelli.
"Certo che vale lo stesso anche per me." Dice ovvio.
"Bene. Ora torniamo a casa." dico sorridendogli. Lui scende dalla macchina per andare al posto del guidatore e io scavalco per andare dalla parte del passeggero.
Mi guardo nello specchietto e spalanco gli occhi.
Mi lego i capelli in una crocchia, mi passo le dita sulle labbra gonfie, osservo i miei occhi ancora lucidi e sorrido.
"Sei bellissima." Mi lascia un bacio sul collo e io sorrido ancora di più.
"Guida!" Lo ammonisco e lui scoppia a ridere.
Dopo poco più di un'ora passata a punzecchiarci arriviamo davanti casa Vega.
"Resta, su." inizia a baciarmi il collo e un gemito di piacere esce dalla mia bocca.
"Va bene, ma sono stanca morta." Dico facendogli intendere che non faremo nulla.
"Andiamo." mi sorride e scendo insieme a lui dalla macchina.
Entriamo dentro casa, cercando di fare il più silenziosamente possibile.
Quando arriviamo nella sua stanza ci buttiamo entrambi a letto.
"Tieni." mi lancia una sua maglietta da basket sulla faccia.
Mi spoglio senza vergogna davanti a lui e quando mi tolgo i pantaloni mi rendo conto di non avere le mutande.
"Damián, ho bisogno di un paio di mutande."
"Puoi stare anche senza." dice portando la sua mano in mezzo alle mie gambe.
Le sue dita giocano con la mia pelle sensibile e mi inarco sotto il suo tocco. Quando infila due dita dentro di me, mi bacia per soffocare il mio urlo e inizia a pompare.
"Angelo, stringi qualcosa forte." Si mette in mezzo alle mie gambe e fa scivolare via i miei pantaloni.
Con entrambe le mani mi spalanca le cosce e inizia a baciarle, fino ad arrivare alla mia intimità.
Sento il suo fiato sul mio punto sensibile e quando la sua lingua mi lambisce, mi mordo il labbro e stringo le lenzuola tra i pugni.
Con la lingua stuzzica il mio clitoride e con le dita continua a pompare.
Quando le mie pareti si chiudono intorno alle sue dita, trattengo un urlo e butto la testa indietro.
Damián si alza e si lecca le dita.
"Tieni, metti queste." mi lancia un paio di mutande e io lo guardo male.
"Di chi sono?" dico disgustata.
"Sono le tue, le hai lasciate a casa mia a Girona." dice guardandomi con un sorrisetto.
"Perché non me le hai riportate prima?"
"Non avevo intenzione di ridartele in realtà."
Penso di avere un orgasmo un'altra volta se continua a guardami così.
"Meglio se dormiamo." Lo afferro per il braccio e lui scoppia a ridere.
Ci corichiamo entrambi sotto le coperte e lui si toglie la maglietta.
"Buonanotte, angelo." mi bacia la nuca avvicinandomi a se.
"Buonanotte, diablo." dico sorridendo.
Dopo pochi minuti vado tra le braccia di Morfeo.

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