Capitolo 21

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Parcheggiamo le macchine nel vialetto di casa di Reina e io mi accosto accanto alla macchina di Raul.
Il viaggio è stato insolitamente lungo, il fatto che Blanca abbia viaggiato in un'altra macchina, ha influito molto sul mio umore.
"Cugino, ora la rivedrai, tranquillo!" Mi deride Felipe. Io mi volto verso di lui e gli lancio un'occhiataccia per poi scendere dalla macchina.
"Lascialo stare!" Estrella gli da uno schiaffo sulla nuca e Felipe la guarda male.
Dalla macchina di Raul scendono Bella e la sorella di Raul, Iris. Devo ammettere che è proprio una bella ragazza, alta, occhi scuri, capelli castani mossi e i lineamenti sono molto delicati.
"Che guardi?" La voce del mio angelo mi distoglie dai pensieri e porto lo sguardo sulla mia ragazza.
Blanca indossa un paio di jeans stretti a vita alta e un bomber nero per ripararsi dal freddo. Ha i capelli raccolti e i suoi occhi verdi mi guardano dolcemente.
"Te."
"Che sdolcinato." Alza gli occhi al cielo ridacchiando.
Prendo la sua mano e incastro alla perfezione le nostre dita.
"Vorrei un bacio." Dice mettendo il labbro inferiore di fuori.
Il sorriso che ho sul volto si allarga e mi abbasso alla sua altezza per far scontrare le nostre labbra.
Ci diamo un dolce bacio a stampo, poi Blanca insinua le sue braccia sotto le mie, avvolgendole intorno al mio busto.
"Mi sta venendo da vomitare." Felipe si porta una mano sulla bocca, fingendo dei conati di vomito.
"Ma quanto sei simpatico?"
"Moltissimo, angioletto." Le schiocca un'occhiata d'intesa e lei alza gli occhi verdi al cielo.
"È bellissimo qui!" La voce entusiasta di mia sorella mi fa voltare verso di lei.
I capelli biondi svolazzano in aria per il lieve venticello, indossa un paio di jeans e un maglione bianco che le sta come una seconda pelle.
Mia sorella è davvero una bella ragazza, tra qualche giorno compirà diciotto anni e mi duole ammetterlo, ma sta crescendo anche lei.
Bella, la sorella di Zoe, si avvicina a mia sorella, seguita da Iris e iniziano a chiacchierare di non so cosa.
"Tutto bene?" Chiedo a Raul. Il suo sguardo si posa su di me e i suoi occhi scuri, neri come la pece, si scuriscono ancora di più.
"Si." Fa un sorriso tirato.
"Entriamo!" Urla Reina con le chiavi della villa in mano.
Ci dirigiamo tutti verso l'entrata della casa e sorrido all'idea di passare i prossimi giorni con i miei amici e la mia ragazza.
"Andiamo." Blanca mi prende la mano, incastrando perfettamente le sue dita con le mie.
L'interno della casa è interamente bianco e blu, tipico delle case sul mare. Sulle pareti ci sono le foto di Reina da bambina al mare insieme ai suoi genitori.
"Tuo fratello sarà felice di rimembrare i vecchi tempi." Dice ridacchiando a bassa voce la mia ragazza.
Io corrugo la fronte, confuso dalle sue parole e Blanca sorride maliziosamente.
"È la famosa casa al mare?" Chiedo rendendomi conto delle sue parole.
Reina e Leo si conosco da quando sono piccoli e solo quest'anno hanno ufficializzato la loro relazione, ma per tutte le scuole superiori sono stati l'uno l'ombra dell'altra. Leo era un ragazzino quando si è accorto di essersi innamorato di lei, ma era troppo spaventato per dirglielo o per rendersi conto che quella ragazza è sempre stata persa per lui.
Sono felice che ora abbiano trovato un loro equilibrio, che si amino e stiano vivendo questi bei momenti insieme.
"Si, questa casa è stata il loro rifugio quando hanno iniziato ad essere più che migliori amici." Dice scuotendo la testa sorridendo.
"Spero di non sentire nulla." Dico schifato. Ho già sentito troppo in questi giorni.
"Sarai troppo occupato." Mi sorride maliziosamente Blanca. Io sbarro gli occhi e mi mordo il labbro inferiore, immaginandola nuda sul letto o ovunque.
"Tra un po' ti uscirà il sangue." Mi deride indicando il mio labbro stretto tra i denti.
Siamo rimasti soli nel corridoio e ne approfitto per spingerla contro la parete, la prendo per i fianchi e la alzo fino a farla arrivare alla mia altezza.
Sul suo volto si crea un ghigno e aspetta che io la baci.
"Non ti bacerò, angelo." Le dico ghignando.
Lei mette il broncio, sapendo quanto la adori quando lo fa e io scoppio a ridere per poi cedere. Le nostre labbra entrano in collisione e mentre il mio respiro si confonde con il suo, io torno a respirare davvero.
Questa ragazza mi manda il cervello in tilt, quando sto con lei mi rendo conto che mi è entrata non solo nel cuore, ma fin dentro le ossa.
Fin da quando ero alle superiori, ho sempre saputo che lei avesse qualcosa di speciale che la faceva brillare rispetto alle altre, non mi sarei immaginato che sarebbe diventata la mia luce.
Quando ci stacchiamo siamo entrambi con il fiato corto e io la poso a terra. Le sue labbra sono gonfie e rosee e sorrido perché è ancora più bella così.
"Andiamo dagli altri." Annuisco e insieme ci dirigiamo in salone.
La stanza è prevalentemente bianca, con due enormi divani blu e una televisione che prende parte della parete.
"Eccovi! Stiamo decidendo come dividerci nelle varie stanze." Ci spiega Leo.
"Ragazzi, io devo fare una telefonata importante. Torno tra poco." Raul si alza dal posto vicino alla sorella e di dirige a passo spedito verso la porta principale.
Noto la sorella, Iris, agitarsi immediatamente e senza dire una parole si alza, seguendolo.
Noi ci guardiamo confusi, ma le cose in famiglia, restano in famiglia.
"Noi andremo nella dependance!" Dice Leo avvolgendo con un braccio le spalle della ragazza.
"Leon e Lucas, prendete la prima stanza che trovate sulla destra al piano di sopra." I ragazzi annuiscono e iniziano a salire le scale con le valigie.
Reina ci indica le stanze dove andremo noi e saliamo tutti per mettere in ordine le nostre cose.
La stanza mia e di Blanca è davvero carina e confortevole. Blanca mi ha spiegato che prima che i genitori di Reina acquistassero la villa, quest'ultima era un B&B, questi infatti giuridica la quantità spropositata di stanze all'interno della casa.
Sono stanchissima. Il mio angelo si sdraia sul letto a pancia in su e io mi sdraio accanto a lei.
"Tra poche ore sarà il nostro compleanno." Dice lei giocherellando con le mani, abbastanza nervosa.
"Non sembri molto entusiasta."
"Perché non lo sono. O meglio, non per il mio di compleanno." Sorride debolmente.
"Come mai?"
"Il giorno del mio sedicesimo compleanno è stato il giorno in cui ho perso mia mamma, da quel giorno lei ha iniziato ad odiarmi ed è stata la prima volta che l'ho vista ubriaca." Mi spiega con voce monocorde.
Blanca si fida molto di me, mi ha sempre raccontato molte cose del suo passato senza mai titubare.
In questi giorni ho riflettuto sul fatto che in realtà lei non conosce nulla di me, del mio passato e del perché sia sempre in guardia con le persone.
"Spero che questo compleanno sia l'inizio di una lunga serie di bei compleanni." Sorrido.
"Vorrei raccontarti una cosa." Le dico mordendomi il labbro inferiore dal nervoso.
Non ho mai raccontato questa cosa a nessuno, poiché nessuno è mai stato così importante nella mia vita da meritare di conoscere il mio passato.
"Dimmi." Il suo sorrido è dolce e gli occhi verdi si incastrano con i miei.
Blanca non mi giudicherà mai, ne sono certo, ma ho comunque paura che lei si possa allontanare da me o dalla mia famiglia.
Leo mi ha raccontato che dirlo a Reina non è stato facile, che lui aveva paura di dirglielo ma che alla fine si è rivelata la scelta migliore.
"Mia mamma è malata. Quando avevo sedici anni si è sentita male al lavoro e le hanno diagnosticato il cancro." Prendo un respiro. "Ero piccolo, ingenuo e amavo divertirmi. Non prendevo nulla realmente sul serio, ma quando mia mamma si è ammalata e ha smesso di lavorare, io sono cambiato radicalmente. Il sedicenne con la testa fra le nuvole ha iniziato a prendersi cura dei fratelli più piccoli e aiutava il più possibile la mamma in casa." La sua mano stringe la mia, il calore mi invade il corpo e mi invita ad andare avanti con il racconto.
"Le persone che mi hanno conosciuto prima che mia mamma si ammalasse, ora non mi riconoscono più. Sono diventato diffidente e sono perennemente spaventato perché so, che da un momento all'altro, potrei perdere mia mamma." Non mi sono nemmeno accorto che una lacrima ha solcato il mio viso se non quando, sento la mano calda di Blanca asciugarmi la guancia. Si avvicina a me e posa un bacio nel punto esatto in cui mi ha asciugato.
"Sofia è una donna estremamente forte, talmente forte che nessuno si è accorto di nulla. Sei un ragazzo d'oro Dam, io sono più che fiera di essere la tua ragazza." Il mio cuore batte all'impazzata nel petto e vorrei lasciarlo parlare, farle capire davvero quanto sia importante per me.
"I miei fratelli l'hanno presa davvero male quando ne sono venuti a conoscenza, io semplicemente ho smesso di fare il ragazzino e sono cresciuto nell'esatto momento in cui me l'ha detto." Continuo, incapace di ringraziarla per le sue parole.
"Dam, non devi incolparti di essere cresciuto prima dal dovuto per aiutare la tua famiglia."
"Non ho parlato con mia mamma per due mesi, la aiutavo, ma non riuscivo a parlarle. Lei stava male, e continuava a soffrire a causa mia." Mi alzo in piedi, non riuscendo a stare più seduto sul letto.
Blanca resta seduta, osservando ogni mia mossa come se volesse imprimerla nella sua mente.
"Torniamo prima, voglio che vostra madre festeggi insieme a voi!" Dice sorridendomi dolcemente.
"Ma avevamo deciso di restare per una settimana." Corrugo la fronte.
"E invece andremo a Girona."
Mi abbasso alla sua altezza e poso le mie mani sulle sue cosce.
"Grazie." Mi avvicino per darle un bacio sulle labbra, ma lei si scosta e finisco per baciarle la guancia.
"Non c'è di che." Sorride maliziosamente e si alza di scatto per uscire dalla stanza, lasciandomi imbambolato.
Mi rialzo ed esco anch'io fuori dalla stanza.
"Fratello, ho bisogno di te." Julio mi mette le mani sulle spalle, spingendomi indietro e chiude la porta della stanza.
"Che succede?" Chiedo alzando gli occhi al cielo.
Julio si passa la mano tra i capelli biondi, iniziando a fare su e giù per la stanza.
"E se il padre non dovessi essere io?" I suoi occhi azzurri incontrano i miei verdi, sono vuoti e pieni di paura.
Julio ama profondamente Zoe, anche se sono certo che lei non lo sappia. Quando ha saputo del bambino, non si è spaventato come avrebbe fatto il qualsiasi altro ragazzo della sua età, anzi ha promesso di starle sempre accanto.
"La abbandoneresti?"
I suoi occhi si spalancano e nel suo volto si forma una smorfia di disgusto.
"Amerei quel bambino come se fosse il mio." Dice fermamente.
"Julio!" Dall'altra parte della porta sentiamo Zoe urlare e senza aspettare che io dica qualcosa, mio fratello esce dalla stanza.
Scuoto divertito la testa e decido di raggiungere gli altri.
"Eccomi!" La voce di Estrella mi arriva alle spalle e grazie ai miei riflessi riesco a prenderla in braccio prima di romperci entrambi qualcosa.
"Vorrei arrivare ai miei ventidue anni vivo."
Lei stringe le gambe intorno al mio busto, dandomi uno schiaffo sulla testa.
"Andiamo dalla tua bellissima ragazza!"
Scendiamo le scale e quando Thiago ci vede, scuote la testa divertito.
Estrella scende dalle mie spalle, corre in direzione di suo marito e lui le avvolge le spalle, abbracciandola.
Felipe sbuca da dietro le spalle del cognato, vendendo nella mia direzione.
"Quei due sono diabetici."
"Si amano." Lì difendo.
"Dov'è finito mio cugino?" Chiede scuotendomi le spalle.
"Lasciami." Scoppio a riedere.
"Dam." Blanca viene sorridente verso di me e io non posso far a meno di ricambiare il suo sorriso.
"Andiamo a fare una passeggiata sulla spiaggia?" Mi chiede.
"Ciao, cugino." Lo saluto prendo per mano Blanca.
"Anche voi siete diabetici!" Urla prima che io chiuda la porta di casa.
"Non metterò in mezzo mia sorella! Ha solo diciotto anni e la sua vita è un'altra." Le urla di Raul fanno girare sia me che Blanca.
Il ragazzo si trova dall'altra parte del vialetto, sta al telefono e non si è accorto di noi due. Iris, la sorella, è accanto a lui con le mani all'altezza della faccia. Siamo troppo lontani, ma sono certo che stia piangendo mentre lui le tiene la mano, cercando di tranquillizzarla.
"Dominic, non mi interessa quello che dice Ramon. Il capo sono io e voi avete il comando di tenere mia sorella lontana da queste cose." Corrugo la fronte, incapace di comprendere le sue parole.
"Dam, andiamo. Non sono fatti nostri." La sua mano è stretta nella mia e mi invita ad allontanarci da lì.
Facciamo il giro della casa, arrivando in pochi minuti su un ponticello che porta direttamente alla spiaggia.
"Ci hai pensato?" Mi domanda togliendosi le scarpe e poggiandole sulla sabbia.
"A cosa?"
"Di tornare a casa prima per festeggiare con tua mamma."
"Sicura di voler tornare a Girona?"
Io sarei felicissimo di festeggiare con i miei genitori, di passare più tempo possibile con mia mamma ma so anche che in questo periodo è iniziato il calvario di Blanca.
"Non ti devi preoccupare per me. Mia mamma non mi cercherà." Mi rassicura.
Juliana è sempre stata una donna conosciuta in città per il suo vizio, non pensavo che avesse reso la vita dal mio angelo un inferno per tanti anni.
"Voglio che per te sia solo un piacere tornare a Girona." Dico sinceramente.
"Non tornerò a casa mia, quello è poco ma sicuro."
"Starai da me." Avvicino il suo corpo al mio e la sollevo da terra.
Blanca cinge il mio busto con le sue gambe, portando le sue mani dietro il mio collo e congiunge le sue labbra con le mie.
Baciarla è sempre un'emozione indescrivibile, la prima volta che ci siamo baciati ero così convinto che sarebbe stato l'ultimo che mi sono preso tutto di lei.
Ero convinto che non mi avrebbe mai voluto al suo fianco come qualcosa di più e io non sarei mai stato in grado di essere suo amico.
Non si può essere amici di una persona che ti ha mandato il cervello in delirio per anni, portandoti ogni giorno a sognare due occhi color giada.
Lei è stata l'unica che mi ha permesso di non perdere la testa nei momenti bui, perché ho sempre saputo che un giorno ci saremo incontrati e lei sarebbe stata mia.
"Ti amo, angelo." Queste tre parole escono dalle mie labbra con una semplicità unica, oserei dire inaspettata.
Blanca spalanca leggermente gli occhi, poi sul suo volto si crea un sorriso dolce.
"Ti amo, Dam."
Il mio cuore si ferma per qualche secondo per la sua dichiarazione inaspettata e sapere che la donna che ho davanti, il mio angelo, sia innamorata di me, è il più bel regalo che potessi mai desiderare.
"Davvero?" Domando incredulo.
"Certo, per la prima volta in vita mia sento di provare davvero questo sentimento."
La prendo da sotto le ascelle e la poggio a terra, mi siedo sulla sabbia, con la faccia rivolta verso il mare e le faccio segno di sedersi vicino a me.
"Eravamo esattamente qui la sera del falò, quando mi hai detto che ogni cosa ha una fine, che nulla è infinito." Dico perdendomi a guardare le onde del mare, la sfumatura più scura data dal sole che sta calando.
"Pensi che anche noi siamo destinati a finire?" Mi volto verso di lei e la vedo che trattiene un sorriso.
"E se fosse così, Dam, che faresti in tal caso?"
"Vivrei queste sensazioni fino a quando me lo permetteresti, semplicemente ti vivrei."
"Vivimi, vivimi come se ci fosse una fine. Non abbiamo la certezza che sarà eterno e io non ho voglia di sprecare nemmeno un minuto di questa mia felicità." Posa la sua testa sulla mia spalla e io le cingo le spalle con il braccio.
"Non voglio vivere con la paura che un giorno tu possa non amarmi più."
Sento come se un peso si fosse appena tolto dalle mie spalle, come se finalmente fossi riuscito a farle capire che la mia paura di perderla è molto forte.
"Tu mi hai salvata Damian, mi hai portata in una realtà in cui l'amore è palpabile in ogni dove. Hai fatto si che io potessi avere una famiglia. Non avrò mai un padre e una madre, ma avrò dei fratelli, delle sorelle e anche dei cugini. Ma soprattutto avrò te." I suoi occhi sono colmi di lacrime, e sono certo che il mio cuore non sia mai stato così felice come in questo momento.

Il mio destino sei tu Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora