Prologo.

345 11 1
                                    

Sono seduta sul letto della mia stanza e tengo stretta fra le mani la lettera che mi è appena arrivata.

Ciò che è scritto in questa lettera cambierà le sorti della mia vita per i prossimi anni.

Università di Barcellona.

Una goccia di sudore mi bagna la fronte e con mani tremanti la apro.

Le mie amiche hanno ricevuto la lettera qualche giorno fa e sono state tutte prese, mancava solamente la mia di lettera ed ora che è tra le mie mani vorrei solo correre e lasciala qui.

Fin da quando siamo bambine, io e le mie quattro amiche del cuore sogniamo di andare all'università insieme e se non dovessi essere presa sarei una delusione per ognuna di loro, ma soprattutto per me stessa.

Leggo velocemente le prime righe della lettera ed inizio a saltellare per tutta la stanza in preda all'entusiasmo.

Sono stata ammessa, realizzerò il mio sogno di studiare filosofia.

Abito in un paesino vicino Barcellona e ora che ho l'opportunità di cambiare aria, di andare a vivere in città, non mi farò di certo scappare questo momento.

Mando un messaggio alle mie amiche in cui le avviso della grande notizia e so che saranno felicissime.

Un rumore assordante mi invade le orecchie e nascondo subito la lettera sotto il mio cuscino.

Corro subito lungo le scale per capire il perché di questo forte rumore e la scena che mi ritrovo davanti è raccapricciante, ma non nuova.

Mia mamma è stesa sul divano e non sembra dare segni di vita. Mi avvicino cautamente a lei e l'odore di alcol mi invade le narici, facendomi storcere il naso.

Sono circa tre anni che mia mamma conduce questa vita, non so esattamente com'è iniziata ed il perché, so soltanto che tra qualche mese non sarà più compito mio dovermi occupare di lei.

Lei mi odia con tutta se stessa, se potesse mi caccerebbe subito da questa casa, però mio padre non glie l'ha mai permesso.

Ah, caro papà, mi mancherai.

Mio padre è l'unica persona, oltre alle mie migliori amiche, che mi ama più di ogni altra cosa e che per me c'è sempre stato.

Purtroppo lavora tutti i giorni, per mantenere noi e il vizio di mia mamma.

L'ho pregato tantissime volte di andarcene, lui però è innamorato perso di mia madre e non la lascerebbe in queste condizioni, mai.

"Dai mamma, andiamo in camera tua." La prendo da sotto le ascelle e con tutta la forza che ho in corpo la trascino fino alla camera da letto, che fortunatamente è al piano terra.

La sento biascicare qualche insulto nei miei riguardi e poi si addormentata non appena tocca il letto morbido e profumato.

La osservo e noto quanto sia simile a me. I capelli neri, con qualche ciocca grigiastra, sono raccolti in una crocchia disordinata. Gli occhi, sono contornati da profonde occhiaie scure e le guance sono scavate per l'eccessiva magrezza.

I vestiti sono sgualciti e la sua maglia è macchiata dall'alcol che si è riversata addosso.

Prendo un respiro profondo e distolgo lo sguardo da quel che resta di mia madre. Esco dalla camera e chiudo la porta alle mie spalle, lasciando dentro ad essa il dolore e la consapevolezza che non mi vorrà mai più bene.

Mi passo le mani tra i miei lunghi capelli corvini e risalgo le scale velocemente.

Da Zoe:
Stasera si esce. Fatti bella.

Appena entro nella mia camera, prendo il telefono e leggo questo messaggio della mia migliore amica. Un sorriso mi nasce sul volto e non posso fare a meno di sentirmi euforica.

Quando usciamo tutte e cinque insieme il divertimento è assicurato.

Tra un mese finirà l'estate e ci trasferiremo tutte a Barcellona, sarà l'inizio di una nuova vita per tutte noi.

A Zoe:
Ti passo a prendere tra due ore.

E così passo il resto del tempo a preparami, lasciando i pensieri belli a farsi spazio nella mia testa ed il resto viene scacciato via.

Il mio destino sei tu Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora