Questa settimana sono stata rinchiusa dentro casa tutti i pomeriggi per studiare e avvantaggiarmi tutto dato che questo fine settimana dovrò andare al matrimonio.
Le ragazze sono intente a preparare le loro valigie, mentre io sto con il libro di letteratura in mano e ripasso per l'esame che dovrò sostenere martedì.
Ho studiato molto per questo esame, ma non mi sento del tutto sicura.
Sbuffo e chiudo il libro davanti a me.
"Blanca! Tra cinque minuti saranno qua sotto." Urla Reina e io mi affretto a prendere le mie cose.
È da domenica che non ho una vera e propria conversazione con Damián e l'idea di passare più di un'ora in macchina con lui, mi elettrizza.
Un sorriso da ebete si forma sul mio viso e prendo la mia valigia. La trascino fino a giù, prendo il libro di letteratura ed esco di casa. I ragazzi sono intenti a parlare tra di loro e io mi avvicino alla macchina di Damián per mettere la mia valigia nel portabagagli.
"Ti aiuto io." Afferra la mia valigia e come se fosse una piuma la infila nel portabagagli.
"Grazie." Dico sorridendogli.
I suoi occhi mi squadrano dalla testa ai piedi e mi sento le gote più calde del dovuto.
"Voglio fare un nuovo tatuaggio." Dico appena saliamo in macchina.
Io sono dietro con Lucas e Mateo, mentre davanti ci sono Julio e Damián.
"Da Kyle?" Chiede Julio e io annuisco.
"Che vuoi tatuarti?" Domanda Mateo.
"Una scritta in arabo, sulle costole."
"E che vuoi scrivere?" Domanda Julio.
"Devo ancora decidere, ma ho qualche idea."
In realtà so benissimo che voglio tatuarmi, ma non ho molta voglia di dirlo davanti a tutti.
"Anch'io ho intenzione di fare un altro tatuaggio." Dice Damián e la mia curiosità aumenta.
"Che cosa vuoi farti?" Chiede Lucas.
"Mi scriverò 'Lidia' all'interno del dito." Fa spallucce.
"Tra poco sarà in nostro compleanno!" Urla entusiasta Julio. Io inarco il sopracciglio e guardo Mateo interrogativa.
"Il destino ha voluto farci nascere oltre che ad un anno di distanza l'uno dagli altri, anche ad un giorno di distanza e in ordine cronologico."
"Damián è nato il 6 novembre." Dice Julio ed io spalanco gli occhi.
"Io il 7 novembre." Continua.
"Io l'8 novembre." Dice Mateo.
"Io e Leo il 9 novembre." Continua Lucas.
"E Lidia il 10 novembre." Dice Damián. "Invece il tuo di compleanno quando è?" Domanda curioso e io scoppio a ridere.
"Il 6 novembre anch'io." I fratelli che sono dietro con me, si girano a guardarmi e Julio scoppia a ridere.
"Voi due sembrate gemelli separati alla nascita!" Dice Mateo e noto Damián sorridere.
"Sarà una settimana piena di compleanni, insomma." Dico ridendo.
"Direi di organizzare un bel viaggio!" Julio sembra euforico.
"Io vorrei andare al mare." Dico quasi in un sussurro.
"In inverno?" Chiede Lucas.
"Si, sarebbe bello."
"E mare sia." Damián mi sorride dallo specchietto e io ricambio.
"Ma non ne abbiamo parlato con gli altri!" Dice Mateo scocciato.
"Non mi interessa, sono il più vecchio e decido io!" Dice Damián facendoci ridere.
"Il coach ci ucciderà." Dice Julio seriamente.
"Faremo allenamenti doppi." Fa spallucce Damián e sento i fratelli sospirare.
Io prendo il mio libro di letteratura e mentre loro iniziano a parlare di basket, io inizio a rileggermi le cose per il mio esame.
"Che facoltà hai scelto?" Mi domada Lucas e io sussulto. Ero completamente immersa nei miei pensieri che non mi sono nemmeno resa conto che mi stesse parlando.
"Lettere." Rispondo fiera.
"Non ci credo!" Urla Julio e Damián sogghigna.
"A cosa?" Domando.
"Diglielo tu." Dice indicando il fratello maggiore.
"Anch'io studio lettere."
La mia bocca si spalanca e un sorriso si forma sulle mie labbra.
"Inquietante." Dice Mateo rabbrividendo fintamente.
"Voi che studiate?" Mi accorgo che pur frequentando spesso questi ragazzi, non so praticamente nulla di loro oltre le cose essenziali.
"Io e Leo studiamo fisioterapia." Risponde Lucas e io non sono per niente sorpresa dal fatto che abbiano scelto la stessa facoltà.
"Io studio medicina." Dice Mateo e devo ammettere di essere molto colpita.
"Io ingegneria energetica." Julio si passa una mano tra i capelli e io sbarro gli occhi.
"Tu cosa?" Chiedo urlando praticamente.
"Ehi!" Dice mettendo il broncio.
"Ma sei un piccolo genietto." Mi avvicino al posto davanti e gli strizzo la guancia.
Lui si gira e mi morde la mano.
"Accuccia, J."
"Attenta a te, B." Mi sorride malizioso e Damián gli da uno scappellotto sulla testa.
"Mi hai fatto male." Si lamenta.
"Era il mio intento, infatti." Dice soddisfatto.
Tutti scoppiamo a ridere e io da lontano vedo un autogrill con il McDonald.
"Fermo!" Urlo e Damián sussulta.
"Che succede?" Domanda allarmato.
"C'è il McDonald!" Dico entusiasta e lui si volta verso di me con gli occhi in fiamme.
"Avrei potuto fare un incidente, Blanca!" Mi urla contro e supera il McDonald.
"Non ti sei fermato!" Dico indignata.
"Come minimo." Dice riportando lo sguardo sulla strada.
Io metto il broncio e poso la testa sullo schienale.
Stanotte ho studiato fino a tardi, riposare un po' non mi farà male.
"Ehi, baby boss." Sento qualcuno che mi scuote la spalla e mugugno qualcosa. Lasciatemi dormire.
"Ci penso io." Sento qualcuno che mi solleva da terra e mi accoccolo contro la sua spalla.
"Juliana! Juliana!" Una voce che conosco fin troppo bene mi fa aprire gli occhi di scatto e incontro subito gli occhi di Damián. Sono in braccio a lui e quando sento mio padre che continua ad urlare il nome di mia mamma, scendo.
"Non la voglio in casa mia!" Urla e il mio cuore si spezza.
"È tua figlia, Juliana!" Prendo un respiro profondo e quando mi volto, quattro paia di occhi sono fermi su di me.
"Va tutto bene?" Domandano e io annuisco.
"Ci vediamo domani." Prendo la mia valigia e dopo averli salutati, bussò alla porta.
La urla da dentro la casa cessano e il mio stomaco si chiude completamente.
Dopo un minuto, che sembra interminabile, la porta si apre e mio padre mi sorride amorevolmente.
"Blanca, tesoro." Mi avvicina a se e mi racchiude in un abbraccio.
È più di un mese che non lo vedo e devo ammettere che ho sentito molto la sua mancanza.
Il suo profumo, mi fa venire le lacrime agli occhi e lo stringo forte a me.
"Mi sei mancato tanto." Lui mi risponde che per lui è stato lo stesso e un minuto dopo mi ritrovo dentro casa. Di mia mamma sembra essersi cancellata qualsiasi traccia e sono certa che sia uscita dalla porta sul retro per andare a bere da qualche parte.
Non domando nulla a mio papà e quando mi accompagna in camera, mi dice che uscirà per andare a prendere le pizze per la cena.
Poso la valigia sul letto e inizio a tirare fuori le cose per la notte.
Un tonfo mi fa sussultare ed esco immediatamente dalla mia stanza. Scendo di corsa le scale e mia mamma guarda inerme la bottiglia che le è caduta a terra.
Le schegge sono sparse ovunque sul pavimento laccato marrone scuro e il liquido rossiccio mi arriva fino alla punta dei piedi.
"È tutta colpa tua!" Mi urla contro.
"Mamma." Balbetto, ma prima che possa dire altro, lei si avvicina a me e mi da uno schiaffo in pieno viso.
La forza che usa è disumana ed io vado a terra.
Un urlo esce straziato dalle mie labbra per l'impatto con i vetri sulla mia gamba e uso tutto il mio autocontrollo per non svenire.
Inizio a prendere grandi respiri e noto sul tavolo della cucina le chiavi dell'auto di papà.
Mi alzo lentamente da terra e lei si avvicina a me.
"Sto andando via." Metto le mani davanti a me e cerco di tranquillizzarla.
I suoi occhi incontrano i miei e noto che ha messo le lenti a contatto colorate, i suoi occhi verdi sono coperti dal nero. Il suo sguardo sembra ancora più vuoto e cattivo.
La gamba mi fa male, fortunatamente ho un paio di jeans lunghi, ma sento le schegge ovunque.
"Vattene subito!" Urla ed io mi affretto a prendere le chiavi.
Con una forza disumana, inizio a correre e vado verso la macchina di papà.
È parcheggiata fuori, sul vialetto.
Entro in macchina e con tutta la forza che mi rimane, metto in moto.
Le lacrime iniziano a rigarmi il viso, il dolore che sento sulla gamba è atroce, ma nulla in confronto a quello che ho nel petto.
Non posso andare da Zoe, dato che è dalla nonna.
Da Reina non se ne parla nemmeno.
Helena è a casa di Ana e il padre non accetta nessuno dopo una certa ora.
Un urlo lascia le mie labbra e sbatto le mani contro il volante.
Fermo la macchina davanti la villa davanti a me e con le lacrime che ancora mi solcano il viso, parcheggio.
Scendo dalla macchina e tenendomi la gamba con entrambe le gambe, mi avvio sul vialetto.
Suono il campanello e dopo poco la porta si apre.
"Blanca?" Alzo gli occhi sulla sua figura e i suoi azzurri si spalancano.
"Blanca!" Mi afferra per la vita e io sento in torno a me il vuoto totale.
"Aiutami" sussurro.
Le palpebre mi pesano e poi il buio.
Un dolore lancinante mi porta ad aprire gli occhi e a richiuderli dal dolore.
Con tutta la forza che ho li riapro e vedo Sofia che mi osserva.
"Tesoro, come ti senti?" Mi domanda ed io sento male alla testa.
Ho la bocca impastata e sento qualcosa di caldo sotto di me.
"Mamma, lasciala riposare."
"Dam." Sussurro. Le sue dita si insinuano tra i miei capelli e li accarezza dolcemente.
"La lascio dormire qui. Per qualsiasi cosa chiamami."
Sofia mi guarda apprensiva e io cerco di alzarmi.
"Sta giù." Mi rimprovera Damián.
"Voglio mettermi seduta, aiutami." Dico.
Lui sbuffa e mi aiuta a mettermi seduta meglio sul letto. Osservo le mie gambe e noto che i miei jeans sono spariti, sostituiti da un paio di pantaloncini da basket e sopra la mia canottiera c'è una maglietta nera enorme.
La mia gamba è interamente fasciata e sento una morsa allo stomaco.
Una lacrima mi solca il viso e mi pinzo il labbro inferiore tra i denti.
Due mani mi afferrano la vita e mi ritrovo tra le gambe di Damián, con la schiena che aderisce al suo petto e le sue gambe intorno alle mie.
Le mie mani cercano le sue e lui le intreccia alle mie.
"Cos'è successo, angelo?" Mi domandai.
Io poso la testa sul suo petto e lui mi lascia un dolce bacio tra i capelli.
"Nulla." Dico d'impulso.
Fin da quando avevo sedici anni, è sempre stata la risposta che ho dato a tutti.
"Hai un livido sullo zigomo, la tua gamba era piena di vetri e sei praticamente svenuta tra le braccia di Julio." Dice durante e stringe le mie mani. Io inizio a fare dei giri circolari con il pollice sui palmi delle sue mani per calmarlo, e sembra rilassarsi.
"Non posso parlarne, Dam." Dico scossa da un singhiozzo.
Lui stringe le sue braccia intorno alla mia vita e mi tiene stretta a se.
"Angelo, non lo dirò a nessuno."
Il suo tono di voce è sincero e sento il cuore svuotarsi.
"È stata mia mamma, lei mi odia." Mi passo la mano sullo zigomo e sento che è leggermente gonfio.
Qualcuno bussa alla porta e poi viene spalancata.
"Blanca!" Tutti i fratelli Vega entrano nella stanza e sento la presa di Damián più salda.
Si siedono tutti sull'enorme letto e mi guardano dispiaciuti. Odio questi sguardi.
"Julio mi dispiace." Odio il fatto che mi abbiano visto in queste condizioni, ma non sapevo davvero dove andare e l'ospedale era l'ultimo dei miei pensieri.
Con il livido che ho sullo zigomo, avrebbero pressato per farmi parlare e non avrei mai detto la verità.
"Non dire cavolate, B! L'importante è che tu stia bene." I suoi occhi azzurri incontrano i miei ed io gli rivolgo un sorriso sincero.
"Ti abbiamo portato una sorpresa!"
Mateo e Leo tirano fuori quattro buste del McDonald ed io scoppio in una grossa risata.
"Io vi amo!" Urlo.
Loro mi guardano compiaciuti e sento il petto di Damián tremare dalle risate.
"Loro si che mi vogliono bene!" Dico prendendolo in giro.
Gli altri gli fanno una linguaccia e poi la porta si spalanca nuovamente.
"Blanca!" Lidia entra in camera e si lancia letteralmente sul letto.
Si accovaccia e viene ad abbracciami.
Mi afferra il viso tra le sue mani e osserva il livido che ho sul volto. Abbasso il viso dall'imbarazzo e Lucas rimprovera la sorella.
"Lidia! Lasciala stare." La afferra per la vita e la trascina via. Io gli rivolgo un sorriso di ringraziamento e lui ricambia.
"Guardiamo un bel film e mangiamoci queste delizie." Dice Leo avvicinandosi all'enorme televisore posto davanti al letto.
Julio si mette sulla poltrona accanto vicino alla finestra ed il resto dei fratelli sul tappeto alla fine del letto.
"Cioè un accampamento in camera mia?" Domanda Damián.
Prima che gli altri possano rispondere, il suo telefono suona e lui mi solleva e si alza.
Esce dalla stanza per rispondere al telefono e la cosa non so perché, però mi da fastidio.
Dopo cinque minuti torna nella stanza e spegne la luce. Si mette seduto sul letto e mette un braccio attorno alle mia spalle e si avvicina a me.
Ci copre entrambi con le coperte e inizia a mangiare il suo panino. Quando finisco il mio, lui mi passa le patatine e prima che io possa prenderle lui me le toglie e avvicina la sua bocca al mio orecchio.
"Condividiamo." Dice con voce suadente.
I suoi occhi brillano e io inarco il sopracciglio.
Prendo una patatina e lui mi afferra il volto e ne stacca un pezzo da quella che ho in bocca.
Io quasi mi strozzo con quella che ho ed inizio a tossire, facendo girare tutti nella nostra direzione.
Damián si morde il labbro per non scoppiare a ridere ed io gli tolgo le mie patatine dalle mani.
La serata passa in fretta e devo ammettere che il film scelto da Leo, era davvero bruttissimo però con i commenti di tutti è stato esilarante.
"Ragazzi, sto morendo di sonno. Buonanotte." Lidia si alza e con gli occhi mezzi chiusi, si avvia verso la sua camera. Leo si alza da terra e va a togliere il dvd dal lettore.
"Andiamo anche noi." Dice Lucas e dopo poco se ne vanno anche loro.
Mateo e Julio, quando i gemelli chiudono la porta, si mettono seduti sul letto e ci squadrano.
"Che state combinando?" Domanda Julio.
"Eh?" Domando confusa.
"State insieme?" Chiede diretto Mateo.
"Cosa?" Urla Damián.
"Dai ragazzi! Damián ti è preso quasi un infarto quando hai visto Blanca in queste condizioni e tu continuavi a farfugliare il suo nome." Dice Julio indicando poi me.
Io divento rossa come un peperone.
"Non stiamo insieme." Dico con un mezzo sorriso forzato.
"Ma c'è qualcosa tra di voi." Dice ovvio Mateo.
"Si." Risponde Damián e io resto senza fiato.
"Ora potete andarvene?" Domanda scorbutico.
"Il nostro fratellino!" Urlano per poi scagliarsi sopra Damián.
La porta si spalanca e Sofía entra.
"Andate subito a letto!" Urla. I ragazzi si alzano e corrono dalla mamma.
"Mamma!" Vanno da lei e iniziano a riempirla di baci.
Lei scoppia a ridere e anche io e Damián ci uniamo alle risate.
Escono tutti e tre dalla camera, e Damián si alza per andare a chiudere la porta a chiave.
"Odio la porta della mia camera aperta." Fa spallucce e si avvicina al letto.
Si leva con una sola mossa la maglietta e resta solo con i pantaloncini da basket.
Io sto sudando con questa maglietta e la tolgo per restare solo con la mia canottiera.
Lui sembra osservare ogni mio movimento e si avvicina sempre di più a me. Si mette seduto sul suo letto e poi si sdraia, io faccio lo stesso e poso la testa sul cuscino.
Questo letto profuma di pulito e di lui, un odore indescrivibile.
La sua mano si posa sul mio fianco ed io ho troppo male alla gamba per riuscire a girarmi per guardalo.
Lui inizia a dare dolci baci sulla mia spalla e un mugugno di piacere lascia le mie labbra. Sale fino al collo e la sua mano mi alza la canotta.
Mi sento andare a fuoco, letteralmente.
I suoi baci arrivano fino all'angolo della mia bocca e poi mi afferra con i denti il labbro inferiore.
"Damián." Ansimo sulle sue labbra e lui con una mossa fulminea infila la sua lingua all'interno della mia bocca.
Le nostre labbra si toccano, le lingue si cercano urgenti e questo bacio tutto scoordinato è il più bello che abbia mai dato un vita mia.
Le mie mani finiscono tra i suoi capelli e posso sentire il peso del suo busto sopra il mio, ma in questo momento sono troppo annebbiata dal piacere della sua bocca fusa con la mia.
Le sue labbra si staccano dalle mie e mi lamento per questo suo cambio di rotta.
"Angioletto insaziabile." Dice tornando a cibarsi delle mie labbra, a torturarle con i suoi denti e ad ammaliarmi con il suo dolce sapore.
Giocherello con il piercing sulla lingua e sorride sulla mia bocca quando capisce che mi piace il suo giocattolino. La mia mente vola e immagino quel piercing e quella lingua in altre parti del mio corpo.
Presso le mie mani sul petto nudo di Damián e lui mi guarda confuso.
"Fammi riprendere fiato, Diablo." Entrambi scoppiamo a ridere e lui inizia a tracciare dei piccoli cerchi con la lingua sul mio petto.
Questo ragazzo si è preso quel che restava Delma mia sanità mentale.
Mi chiama angelo, da sempre, ma lui non sa che sono più diavolo di lui, che sono marcia dentro, che in realtà non ho nulla di puro e che l'unico essere puro e vero è lui. Il ragazzo al mio fianco che c'è sempre per i suoi fratelli, che difende i più deboli e che anche se ha sempre quello sguardo duro, ha un cuore enorme. La cosa più brutta è che non ne è nemmeno consapevole, dice di non saper amare, ma è l'essere più amato e che ama di più al mondo.
Da quando ci siamo rincontrati, mi ha sempre aiutata, salvata. È il mio angelo, travestito da diavolo tentatore.
E con questo bacio siamo finiti all'inferno? Allora sono più che felice di andarci con lui.
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Il mio destino sei tu
RomansaL'amore è sempre complicato? L'amore ci deve rendere per forza vulnerabili? Amare è sofferenza? L'amore non è per forza una serie infinita di ostacoli, segreti o bugie, l'amore è amore. Amare una persona significa capire nel profondo tutto quell...