Capitolo 16.

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Il viaggio in macchina è stato interminabile, Damián non ha fatto altro che agitarsi sul posto e quando siamo arrivati all'università di Girona ha spento la macchina ed è stato fermo un po'.
Durante il viaggio ci è arrivato un messaggio da parte di Leo dove ci aveva avvisati che aveva detto la verità al gemello.
"Pensi che siano qui?" Damando inarcando il sopracciglio. È domenica mattina e non penso che ci sia qualcuno alla facoltà.
"Qui dietro ci sono dei palazzi dove abitano gli studenti." Mi spiega.
"Damián promettimi che non lo sfiorerai." Gli prendo la mano e la stringo forte.
"Angelo.."
"Te lo chiedo per favore, ci ha già pensato Felipe." Lo supplico prendendogli la mano e massaggiando le nocche ancora sbucciate da ieri sera.
"Va bene." Dice baciandomi la fronte.
"Andiamo."
Quando arriviamo sotto una delle palazzine davanti a noi troviamo il ragazzo che c'era l'altra settimana al matrimonio di Estrella.
Ha i capelli corvini e gli occhi color ghiaccio. È alto quanto Lucas e si gratta la nuca dal nervoso.
"Non devi mai più provare ad avvicinarti a me!" gli urla contro Lucas.
Leon alza lo sguardo sul ragazzo e spalanca gli occhi.
"Lucas, per favore." Cerca di sfiorarlo ma quest'ultimo si sposta.
"Me l'avevi promesso! È la terza volta in due mesi, la terza!" Dice con la voce inclinata dal dolore.
Gli occhi mi diventano subito lucidi e vorrei avvicinarmi a lui.
"Lo sai che devo!" Lo sguardo di Leon cambia e diventa glaciale.
"Con la migliore amica di mia sorella?" Sputa acidamente Lucas.
"Non fa differenza con chi."
Una macchina si ferma e scendono il resto dei fratelli con Felipe e Reina. Un'altra macchina si ferma dietro e scendono anche Zoe, Helena e Ana.
"E tu che ci fai qui?" Urla Leon verso Zoe.
La mia amica lo squadra e Lucas scoppia a ridere.
"Diglielo! Vai!" Gli urla pieno di rabbia.
"Che diamine vuoi?" Lo guarda male Julio, avvicinandosi a Zoe.
"Non parli?" Chiede freddamente Lucas. "Non glie lo dici che ti sei portato a letto Bella, sua sorella?!" Urla indignato.
Zoe spalanca la bocca e lo guarda schifata.
"Lucas! Sta zitto!" Gli ringhia contro Leon.
"Mi hai stufato! Io non sono il segreto di nessuno!"
"Vattene via." gli ringhia Leon.
"Vai a farti la prima che trovi e mi raccomando fingi che ti piaccia, così renderai tutti fieri di te." Lucas lo sorpassa e Leon lo afferra per il braccio.
Damián al mio fianco scatta ma io tengo la mia stretta salda sulla sua mano.
"Se la sta cavando da solo." gli sussurro.
"Mi stai lasciando?" Chiede con voce afflitta.
Lucas serra la mascella e toglie il braccio dalla sua stretta.
"Hai rovinato tutto, Leon, tutto."
Leon si volta e se ne va.
Lucas si accascia a terra e Helena gli corre incontro.
"Lucas!" urla.
Il ragazzo inizia a piangere, si porta le ginocchia al petto, asciugandosi freneticamente le lacrime.
Helena lo tiene stretto tra le sue braccia e gli sussurra qualcosa all'orecchio.
"Lucas." Leo si abbassa all'altezza del fratello e gli sorride dolcemente.
"Ci siamo noi con te, siamo una famiglia." Gli porge la mano e Lucas la afferra.
"Ho bisogno di camminare."
"Vengo con te."
Lucas guarda Helena e le sorride.
"Grazie, Hel." la abbraccia e lei ricambia stringendolo forte.
"Ci vediamo a casa." Fa passare il suo sguardo su di noi e lo blocca su Damián.
"Prima non mi sono congratulato." dice sorridendoci.
"Ci sarà tempo." Gli sorride Damián.
"Felipe mi dispiace tantissimo per prima e soprattutto mi dispiace che tu sia ridotto così per lui." Lucas abbassa lo sguardo e il biondo si avvicina al cugino.
"Farei questo e altro per te. Ora vai a schiarirti le idee con questa bella ragazza." Gli da una pacca sulla spalla facendolo scoppiare a ridere.
"Pensa un po' te. Io posso toccarle il fondoschiena e te no!" Dice prendendolo in giro.
"Lucas!" Dice Helena arrossendo.
"Maledetto." Lo addita scherzando Felipe.
"Andiamo." Helena prende per il braccio Lucas e lo trascina via.
Li guardiamo andare via e quando ci voltiamo tutti stanno guardando me e Damián.
"Da quanto state insieme?" Ci domanda Reina.
"Da ieri sera." Dico arrossendo.
"Ah, allora è per questo che non sei tornata a casa." Constata Zoe.
Io annuisco e lei mi guarda maliziosa.
"Bene! Finalmente proverai un Vega." Mi prende in giro Reina dando una gomitata scherzosa al ragazzo.
Io divento rossa fino alla punta dei miei capelli e Damián mi avvolge il braccio intorno alle spalle, trattenendo una risata.
"L'ha già provato." scoppia a ridere Zoe.
"Dai." Julio le da una botta e poi scoppia a ridere insieme a lei.
"Non vi sopporto." Dico nascondendo la faccia sul petto di Damián.
"Io e Julio passiamo a casa mia. Devo parlare con Bella." Zoe si passa una mano tra i capelli e tutti annuiamo.
"Ci vediamo dopo." Lo saluto e se ne vanno con la macchina dei ragazzi.
"Ragazzi, io non saprei dove andare." Si gratta la nuca Felipe, interrompendo i nostri discorsi.
"Vieni da noi." Dice ovvio Mateo.
"Domani tornerò a Barcellona con voi e mi iscriverò all'università." Dice sospirando.
"Blanca!" Una voce mi richiama e quando mi volto spalanco la bocca.
Reina e Ana sono nelle mie stesse condizioni.
Capelli mori raccolti in un codino, occhi color nocciola, jeans neri che gli avvolgono le gambe snelle e una maglietta nera che gli fascia il busto muscoloso.
"Alex." Dico in un sussurro.
"Come va?" Domanda sorridendoci.
"Tutto bene." Risponde Ana leggermente in imbarazzo.
Damián al mio fianco si innervosisce e noto che si allontana leggermente da me.
"Tu?" Chiedo.
"Bene, sono venuto in città per salutare i miei. Vi trovo bene, pensavo stesse a Barcellona." Ci sorride.
"Siamo tornate per delle questioni di famiglia, domani ritorniamo all'università." Spiega Reina.
"Alex Costa, giusto?" Domanda Leo guardandolo dalla testa ai piedi.
"Si. Leo, Damián e Mateo Vega, giusto?" I tre ragazzi annuiscono e Alex rivolge il suo sguardo a me.
"Stasera hai da fare? Abbiamo un discorso in sospeso." Si gratta la nuca e io deglutisco.
"Si, ha da fare." Si intromette nella conversazione Damián.
"Chiamami prima di ripartire, dobbiamo parlare." Dice non dando credito a Damián.
Io annuisco e quando lui ci saluta ci ritroviamo i tre fratelli davanti.
"Non ci posso credere!" urlo in preda a una crisi di nervi.
"Blanca, calmati." Si avvicinano Reina e Ana.
"Scusate?" Ci invita Mateo a parlare.
"Era il migliore amico di Blanca, fino a qualche mese fa." Spiega Ana.
"E perché non siete più amici?" Domanda Leo.
"Perché prima che partissi lui mi ha chiesto di metterci insieme e io ho rifiutato." Dico scuotendo la testa.
Damián mi guarda e senza dire una parola, si volta e se ne va via.
Io sbarro gli occhi e lo rincorro.
"Damián!" urlo ma lui continua a camminare a passo svelto.
"Damián, fermati!"
Lui si volta di colpo e noto che il suo sguardo è diventato glaciale.
"Non voglio parlarti ora, lasciami sbollire." Si volta nuovamente e io lo afferro per il polso.
"No, ora mi dici perché te ne sei andato così." I miei occhi si incastrano nei suoi e mi sento morire.
"Ho detto che non mi va di parlare." Dice in tono freddo e mi sembra di essere tornata ai primi giorni in cui l'ho rivisto.
"Dam." Lo prego.
"Esci con lui stasera."
"Cosa? No." Dico sconvolta.
"Dovete parlare, no? Escici."
"Damián, Alex è un mio amico. Solo questo." Dico avvicinandomi a lui.
"Ti ha chiesto di mettervi insieme." Ringhia.
"E la risposta è stata no!"
"Ci sei andata a letto?" Domanda a bruciapelo.
Io spalanco gli occhi e arriccio le labbra in una smorfia.
"Non ci siamo nemmeno mai baciati." Dico allontanandomi da lui. "Te l'ho detto che l'unica persona con la qualche sono stata è Andrés." Lo guardo male.
"E quindi tu vorresti dirmi che ti ha chiesto di stare insieme, senza nemmeno averti mai baciata?" Domanda sarcastico.
Io assottiglio lo sguardo e mi passo la lingua sulle labbra secche.
"Eravamo migliori amici. Si era innamorato di me, ma io non l'amavo."
"Sembravi molto presa mentre te lo guardavi dalla testa ai piedi." Incrocia le braccia muscolose e mi guarda.
"Stai insinuando qualcosa, Damián?"
"Dimmelo tu."
"Dopo quello che è successo ieri sera, pensi seriamente che io possa essere presa da qualcun'altra persona?" Chiedo ferita.
Il suo sguardo da duro vacilla e io faccio una smorfia con la bocca.
"Sai che ti dico? Sono io quella che se ne va." Gli lancio un'ultima occhiata e inizio a camminare dalla parte opposta.
"Blanca!" Sento urlare da Reina.
Io non mi volto nemmeno e continuò a camminare.
Prendo le stradine della città e quando mi ritrovo in centro, mi chiudo nel mio bar preferito.
Entro e trovo una bella sorpresa: Viola e la sua amichetta, Yolanda.
Mi siedo da sola, aspetto che qualcuno mi venga a servire e dopo poco arriva un ragazzo che prende il mio ordine.
Il mio caffè arriva dopo poco, è bollente.
La mia mente vola alle giornate in cui mamma era ubriaca. Scappavo sempre di casa, iniziavo a correre e quando arrivavo in questo bar, mi sentivo finalmente al sicuro dalle sue parole cattive, spietate, che mi facevano solo
soffrire.
"Blanca, giusto?" Domanda Yolanda mettendosi davanti a me.
Io la squadro dalla testa ai piedi, la ignoro e ritorno sul mio caffè.
"Ti hanno mangiato la lingua?" Viola si mette accanto alla sua amica.
Prende la sedia, la sposta mettendosi seduta davanti a me.
"Che volete?" Dico alzando gli occhi al cielo.
"Solo sapere come stessi." Sorride falsamente Viola.
"Blanca!" Volto il mio sguardo verso la voce davanti a me.
Estrella osserva me, poi le sue amiche.
I capelli biondi sono raccolti in una coda disordinata, gli occhi grigi sono vasco sto dietro gli occhiali da sole e si dirige a passo spedito verso di noi.
"Estrella!" Sorridono falsamente le due.
"Ciao." Dice quest'ultima fredda. "Blanca, andiamo?" Mi chiede sorridendo.
Le due oche sbarrano gli occhi, mi rivolgono uno sguardo micidiale e quando io mi alzo per andarmene Viola mi afferra il polso.
"Lasciami." Le ringhio contro.
"Sei solo una ragazzina."
"Viola, non la toccare." La ammonisce Estrella.
"Che fai, sei dalla sua parte?" Domanda sconcertata Viola.
"Si, la mia famiglia non si tocca." Spiega e io spalanco la bocca.
"Famiglia?" Chiede Yolanda.
"È la ragazza di Damián, quindi fa parte della mia famiglia." Dice sorridendo falsamente alle due.
Viola boccheggia.
"Non mi hai mai considerata la tua famiglia quando stavo con Damián!" Le dice con rabbia.
"Tu non sei lei." Dice indicandomi. "Damián non ha mai tenuto a te."
Viola si alza e la guarda male.
"Se fossi in te, mi toglierei." Le ringhio togliendola da Estrella.
"Non ho paura di una ragazzina." Ghigna.
"E io non ho paura di alzare le mani su di te se non te ne vai." Dice schietta Estrella.
"Non oseresti mai."
"Sai che non mi sono mai creata problemi."
"Estrella, andiamo, non ne vale la pena." Prendo Estrella per un braccio e la trascino via.
Quando usciamo dal bar io la guardo di sottecchi.
"Come hai fatto a trovarmi?" Domando subito.
"Damián." Fa spallucce.
"E lui come faceva a sapere che fossi qui?"
"Damián sa tutto di te e sapeva anche di Alex." Dice mordendosi il labbro.
"In che senso?"
"Sapeva che fosse il tuo migliore amico, ovviamente non sapeva il resto." Spiega.
"Perché non è venuto lui?"
"Sapeva che non gli avresti parlato."
Io annuisco, ha ragione.
"È convinto che io provi qualcosa per Alex." Dico sarcastica.
"Ha paura, Blanca. Tu sei diversa dalle altre, perderti lo farebbe andare fuori di testa." Dice sincera.
Io prendo un respiro profondo e chiudo per un momento gli occhi, ritrovandomi quei due smeraldi davanti che mi guardano con dolcezza. Quando riapro i miei, sono quasi delusa nel trovare quelli grigi di Estrella che mi fissano.
"Dov'è?" Chiedo.
"Pensaci, secondo te dove potrebbe stare?" Mi domanda e io annuisco.
So dove trovarlo.
"Grazie, Estrella." La abbraccio e lei ricambia.
"Di nulla. Fammi chiamare da Damián dopo." Mi fa l'occhiolino.
Inizio a camminare per la mia città natale e mi sento come un estranea in queste strade che mi hanno vista crescere.
Girona è una città che mi ha sempre messo paura, ma nella quale ho fatto esperienze bellissime e conosciuto le persone più importanti della mia vita.
Barcellona, invece, è la città che ho sempre sognato, il mio futuro è lì e lo costruirò tra le strade che ho sempre sognato di percorrere da bambina.
Il campo da basket è vuoto, ad eccezione di una sola persona che continua a tirare il pallone, mancando sistematicamente il canestro.
Questo campetto è il punto di ritrovo dei ragazzi che giocano a basket nella città, Damián poteva essere solo qui.
Tra qualche ora sarà pieno di ragazzi, di domenica mattina non c'è nessuno ovviamente, soprattutto ora che è l'ora di pranzo.
Damián si è tolto la maglia e ha i capelli biondi scompigliati, la pelle madida di sudore.
Mi poggio alla ringhiera e aspetto che si dia una calmata, osservandolo per qualche minuto.
"Lo so che sei qui, angelo." Dice continuando a restare girato.
"Non sarei dovuta venire io da te."
"Se fossi venuto io, non mi avresti fatto parlare." Io faccio spallucce e lo guardo male.
"Avrei apprezzato comunque il gesto."
"Ma non mi avresti fatto parlare."
"Probabilmente no." Dico sincera.
"Come hai fatto a trovarmi?" Chiede squadrandomi.
"Me lo sentivo che ti avrei trovato qui." Dico facendo spallucce.
"Che stiamo combinando, Dam?"
"In che senso?"
"Vuoi stare seriamente con me?" Chiedo a bruciapelo. I suoi occhi si spalancano e poi scoppia in una fragorosa risata.
"Ti ho sognata per anni e tu mi stai seriamente chiedendo se voglio stare con te?"
Io divento rossa come un peperone e quando incrocio il suo sguardo, muoio dentro.
"Ti ho seguita per anni, so tutto di te, ma eri una ragazzina e ti sono sempre stato lontano. Me lo stai chiedendo davvero?" Urla.
"Non devi dubitare di me, Damián. Io voglio stare con te, tanto quanto tu vuoi stare con me.
Non hai passato solo tu anni a sognarmi ad occhi aperti." Dico quasi in un sussurro l'ultima frase è quando sento le sue dita afferrarmi il mento e tirarlo su, deglutisco a fatica.
"Cosa?"
"Damián, i tuoi occhi sono stati la mia condanna da quando li ho incrociati." Gli confesso. "Nessuno mi ha mai guardata come fai tu, come hai sempre fatto tu." Gli prendo la mano e lui la stringe.
"Io non vorrei stare con nessun altro che non sia tu, lo vuoi capire?" Dico incrociando finalmente i miei occhi con suoi.

Il mio destino sei tu Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora