"Yoongi io...non ho fatto nulla, smettila" sussurrò Jimin abbassando lo sguardo e portandosi il labbro inferiore tra i denti.
Scossi la testa e portai due dita sotto il suo mento per fargli alzare il volto e guardarmi negli occhi.
"Se il salvarmi tre volte dopo tutto ciò che ti ho fatto passare lo definisci nulla allora sì, Jimin" dissi guardandolo. "Forse neanche ti rendi conto di cosa mi fai anche solo sfiorandomi"
Sentivo ancora gli occhi bruciare.
Cazzo, avevo pianto.
Davanti a Jimin.
L'ultima volta che era successo era nel 1700, neanche ricordavo più come ci si sentisse a piangere.
Quella sensazione di vuoto nel petto, un groppo alla gola che non vuole andar via, gli occhi che bruciano e le lacrime che bagnano il viso.
Non lo ricordavo, era passato talmente tanto tempo, eppure in quel momento ne avevo sentito la necessità.
Necessità di sfogare tutta la mia rabbia, la mia frustrazione, i miei sensi di colpa in un pianto.
Perché sì, era stato uno sfogo per me.
Uno sfogo completamente differente, poiché per il resto delle volte nelle quali mi ero sfogato era stato ammazzando esseri umani e spaccando ogni cosa che si parava davanti ai miei occhi.
Ma con Jimin era stato diverso.
Con Jimin era sempre stato diverso.
E in quei giorni mi stava facendo provare emozioni che avevo dimenticato di avere.
Era lì con me, aveva ascoltato ogni singola parola che era uscita dalle mie labbra con sofferenza e dolore al solo ricordo.
Era davanti a me, e mi osservava piangere, e Dio, mi aveva consolato.
Aveva cercato di farmi tranquillizzare, aveva asciugato le lacrime che erano scese sul mio volto e ancora una volta aveva risposto al mio bacio, facendomi sentire bene, importante.
Importante.
Per Jimin ero importante, me lo aveva detto lui stesso.
Mi aveva detto più e più volte di tenere a me, di non volere che morissi, ed io continuavo a pensare che quel ragazzo fosse davvero la cosa più bella che mi fosse capitata in quattrocento anni di vita.
Jimin era davvero il mio angelo, colui che riusciva a trasportarli con sé in un universo di emozioni e sensazioni talmente belle e forti che quasi temevo il mio cuore potesse ricominciare a battere.
E mi sarebbe piaciuto.
Mi sarebbe piaciuto percepire il cuore battere contro la mia cassa toracica solo a causa di Jimin, ma purtroppo non avrei più potuto farlo.
"Jimin ascolta, io...mi dispiace per ogni singola volta in cui ti ho fatto d-" feci per parlare ma lui portò la sua piccola e tenera mano sulla mia bocca.
"Yoongi, basta parlare" mi disse guardandomi negli occhi. "Non devi giustificare nulla con me okay? Hai pianto, e credimi, non me lo sarei mai aspettato da una creatura come te, eppure l'hai fatto. Ora so per certo che dietro tutta la cattiveria, dietro il male, c'è una persona che riesce ancora a provare dei sentimenti, delle emozioni, nonostante sia stata trasformata in un mostro. Perché tu, Yoongi, lo sei ancora. Sei ancora una persona, un essere umano, e sai perché? Perché provi dolore, sofferenza, tristezza, rabbia, angoscia, senso di colpa. Yoongi, tu tieni a me, non vorrai mai ammetterlo, ma è così. Se così non fosse, per quale motivo non mi avresti già ammazzato? Perché continui a proteggermi se non tieni a me neanche un po'? Credimi, ho fatto fatica a giungere a queste conclusioni, ma dopo ciò che ho visto ne sono certo. Come sono certo che se potessi tornare indietro nel tempo non uccideresti più nessuno. I vampiri non si pentono di ciò che fanno, ma tu si, è questo significa che sì, Yoongi, tu sei un uomo, ed hai un cuore, anche se non batte più. E devi credermi quando ti dico che non voglio che tu muoia, perché lo penso davvero"
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𝔅𝔩𝔬𝔬𝔡𝔶𝔪𝔬𝔬𝔫 𝔗𝔬𝔴𝔫 [𝔪.𝔶𝔤+𝔭.𝔧𝔪]
Fanfiction"Quanto staremo via?" "Non lo so..." fece avvicinandosi a me. "Dipende da quanto tempo impiegheremo a trovare ciò di cui abbiamo bisogno" portò un dito sotto il mio mento, ed io alzai lo sguardo titubante su di lui. "E dopo averlo trovato?" dissi...