8 Capitolo

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<<Amy è la quinta volta che ti chiamo ti prego rispondi>> avevo lasciato l'ennesimo messaggio nella segreteria di Amanda,non ci sentivamo ormai da giorni,ero anche andata a cercarla a casa,ma sua madre mi disse che era uscita per sbrigare delle commissioni ,ovviamente non ci credetti ma tornai ugualmente a casa mia.Capivo che era rimasta abbastanza turbata da ciò che aveva sentito,non riusciva a sopportare di assistere alla mia "autodistruzione" come l'aveva definita lei...ma non capiva e nessuno sarebbe mai riuscito a capire.Ciò che mi legava a Chad era così forte e intenso che non sarei mai riuscita a spiegarlo,quando ero con lui tutte le mie preoccupazioni si sgretolavano,mi sentivo libera,leggera,lui mi faceva sentire viva.Non mi importava quanto fosse sbagliato per me e che ci saremmo potuti fare del male,io volevo lui più di qualunque altra cosa.Non sapevo cosa ci legava,né cosa mi induceva a volerlo così tanto dopo poco tempo ma non potevo farne a meno.
Era venerdì,di solito io e Amanda andavamo al cinema il venerdì, sentì ancora di più la sua mancanza inoltre i miei genitori sarebbero andati ad una cena a casa dei loro amici e sarei rimasta sola.
<<Lilian...sicura che non vuoi venire?>> disse mia madre entrando in camera mia,bella come sempre,indossava un tubino nero abbinato a delle scarpe tacco dieci anch'esse nere,i suoi capelli erano acconciati in uno chignon perfetto che le dava un'aria ancora più elegante <<Se potete aspettarmi dieci minuti mi vesto e vengo anch'io>> non mi andava per niente di passare la serata da sola a rimuginare,preferivo di gran lunga uscire con i miei,indossai un vestito abbastanza largo verde acqua che arrivava sopra il ginocchio,pettinai i capelli e indossai le mie scarpe per poi scende al piano inferiore e raggiungere i miei genitori in macchina.Dovevamo andare dalla famiglia Smith,erano degli amici di famiglia da molto tempo e il signor Smith era socio in affari di mio padre,l'ultima volta che lo vidi avevo poco più di cinque anni,mi ricordavo ben poco di loro,.Quando arrivammo mio padre uscì dalla busta una bottiglia di vino ben stagionato che avrebbe offerto agli Smith,con nostra grande sorpresa non ci aprirono loro ma un ragazzo della mia età,abbastanza alto,biondo con dei bellissimi occhi azzurri,quando mi vide mi sorrise ma poi la sua attenzione ricadde sui miei genitori che lo guardavano come se fosse un marziano.
<<Sono Daren,il figlio di Julie e Alan>> era il figlio degli Smith,doveva essere di qualche anno più giovane di me perché non mi ricordavo di lui,quelle poche volte in cui ero entrata nella loro casa ero certa che non avevo mai visto un bambino...
<<Dio mio,quanto sei cresciuto>> disse mio padre,ovviamente lui lo conosceva,si erano trasferiti per un periodo in Svizzera,molto probabilmente Daren era nato proprio lì.
<<Ciao zio Fred>> disse Daren abbracciandolo,avevano molta confidenza.
<<Questa è mia moglie Kristine e mia figlia Lilian>> disse mio padre indicandoci,quando gli porsi la mano per presentarmi la avvicinò alle sue labbra e la baciò con molta gentilezza senza staccare mai il contatto visivo,io arrossì istintivamente e abbassai la testa per non farlo notare.
<<Prego entrate,la cena sarà pronta a momenti >> non appena entrammo io rimasi affascinata dalla grandezza della casa,la sala da pranzo era almeno il doppio della nostra, I riquadri del parquet di quercia richiamavano il piano del tavolo,formato da una superficie a scacchi, ma in mogano, racchiusi in un reticolo ortogonale di quercia. Questa combinazione di quercia e di mogano si ritrovava anche sui rivestimenti e sui cassettoni del soffitto,si trattava di uno stile molto antico e ricercato e ciò confermava la loro ricchezza,continuai a guardare incantata I'imponente sala ma l'ingresso dei signori Smith mi riportò alla realtà.
<<Fred>>la voce di Alan fece eco nella stanza come i suoi passi mentre avanzava verso mio padre per abbracciarlo,Julie con il suo meraviglioso vestito di Armani da mille dollari invece avanzò verso mia madre facendo ticchettare i suoi tacchi vertiginosi sul parquet
<<Kristine>> disse con la sua voce da perfetta nobile londinese <<Dio mio stai d'incanto>> le diede una leggera occhiata,ma poi la sua attenzione ricadde su di me,mi guardò dalla testa ai piedi e poi mi rivolse un sorriso forzato <<Lilith>> disse abbracciandomi,io ricambiai a stento <<Veramente è Lilian>> dissi staccandomi <<Hai ragione mia cara sai non sono mai stata brava con i nomi>> ribatté facendo un sospiro drammatico <<Che dite ci vogliamo accomodare? La nostra cameriera ci porterà la cena a momenti>> disse camminando verso il grande tavolo in mogano che si trovava al centro della sala,mi sedetti accanto a mio padre e venni affiancata da Daren che mi sorrise nuovamente.La cameriera ci servì la cena,mangiammo del salmone accompagnato da del caviale e da una buonissima bottiglia di champagne o almeno così la presentò Alan prima di farcela versare nel bicchiere da qualche suo cameriere.Daren durante l'intera cena non smise mai di guardarmi e la cosa iniziava a darmi sui nervi.
<<Dunque Lilith>> ...<<Lilian>> dissi correggendola di nuovo <<Giusto giusto...allora,andrai al college dopo il diploma?>> chiese sorridendo, gentile come sempre,fin troppo gentile... <<Si,farò domanda per Harvard>> dissi addentando l'ultimo pezzo di salmone e bevendo un po' di acqua minerale per mandarlo giù,era terribile...
<<Harvard,cosa vuoi studiare?>> chiese Alan questa volta
<<Lettere>> ... <<Oh è una bellissima facoltà,vuoi diventare una scrittrice?>>
<<Esattamente>> dissi sorridendo <<E dimmi di cosa vorresti scrivere?>> continuò Alan
<<Vorrei scrivere sull'amore>> Alan ridacchiò <<Tutti scrivono libri d'amore,non è una novità >>
<<È vero ma io vorrei parlare del vero amore,quell'amore che non ti fa dormire la notte,quello che ti porta a rischiare,a combattere,che ti fa scoprire lati del tuo carattere che neanche conoscevi,un amore sconfinato che vince su tutto,non è quell'amore banale di cui tutti parlano.>> le parole mi uscirono a fiumi,e quando finì notai che l'unica persona a cui stavo pensando in quel momento era Chad...
<<Abbiamo una poetessa a cena>> disse Julie quasi con aria di sfida
<<Non mi potrei mai definire tale,signora Smith,sono solo una ragazza con un cervello e tanto da raccontare>> feci spallucce e bevvi un sorso di champagne...anche quello era terribile.
Quando finimmo di cenare ci spostammo nel giardino,i miei genitori passeggiavano più avanti con gli Smith io invece rimasi indietro con Daren.
<<Non posso negarti che mi hai colpito prima>> disse riferendosi alla mia "performance" ,io sorrisi continuando a camminare al suo fianco.
<<Come si chiama?>> chiese,ma io non capì perciò chiesi a cosa si stesse riferendo <<Il tuo ragazzo,mentre parlavi dell'amore a tavola davi  l'impressione che stavi pensando a qualcuno>> disse fermandosi di fronte a me
<<Oh...non è il mio ragazzo,ma si.Stavo pensando a qualcuno>> 
<<Beh è un uomo fortunato>> rispose ridacchiando <<Ce ne sono poche in giro come te>> continuò riprendendo a camminare con le mani in tasca
<<Dici?>> lui annuì <<Altro che! Nessuno crede più al vero amore,ormai la donna ha perso di vista il vero obiettivo.Credo che le donne di oggi si lascino sottomettere troppo dall'uomo.Quando un uomo conquista la sua donna ogni giorno facendola innamorare sempre di più,è questo l'amore secondo il mio modesto parere>> disse sospirando,sembrava veramente un bravo ragazzo.
<<Tu...sei innamorato di qualcuno?>> dissi guardandolo negli occhi,avevo uno sguardo così dolce,sembrava ingenuo quasi come un bambino.
<<Lo sono stato,sono andato a convivere per tre anni con la mia ex ragazza,dovevamo sposarci,ma poi l'ho trovata a letto con il mio migliore amico,un classico>> disse guardando verso il cielo,il suo sguardo era vuoto,quasi spento quando ne parlava,si vedeva che aveva sofferto tanto.
<<La troverai...troverai la tua anima gemella,tutti noi siamo destinati a trovarla...non ti arrendere,sei capace di amare ancora e questa volta andrà bene>> dissi mettendogli la mano sulla spalla,era vero,lo credevo veramente.
<<Grazie Lilian>> disse abbracciandomi <<Ne avevo bisogno>>
Quando andammo via io e Daren ci scambiammo i numeri di telefono promettendoci che ci saremmo rivisti presto.
Una volta tornata a casa avevo una nuova consapevolezza,stavo per innamorarmi di Chad Miller e sapevo che se fosse andata male questa volta potevo non farcela.
***
L'indomani mi svegliai prima dei miei genitori,preparai la colazione e li avvertì che stavo uscendo,passai da Anna e presi le ciambelle preferite di Amy e poi andai a casa sua,mi arrampicai alla finestra e per mia fortuna la trovai aperta,così entrai in stanza,Amanda non era lì ma sentì l'acqua della doccia scorrere,così aspettai seduta sul suo letto,quando uscì non si accorse della mia presenza ma quando mi vide emise un urlo che mi fece temere per i miei timpani.
<<Sono venuta in pace>> dissi porgendole la busta con le ciambelle,lei la prese e guardò dentro poi guardò me con un cipiglio corrucciato che poi si trasformò in un'espressione felice grazie al suo enorme sorriso e venne ad abbracciarmi
<<Mi sei mancata tanto,prometti di non sparire mai più>> dissi stingendola forte
<<Si lo prometto ma penso di poter svenire se non mi lasci>> disse con voce strozzata,lo feci e dopo scoppiammo a ridere,ci buttammo sul letto e cominciammo a mangiare raccontandoci tutto ciò che ci eravamo perse negli ultimi giorni e tornammo come prima,come se niente fosse successo,perché noi eravamo così,l'una non poteva essere niente senza l'altra.

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