CHAPTER 32: The legend of the red string

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‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍- Mi chiedo cosa abbia sognato di così terribile. - si domandò Wade seduto su una sedia davanti alla scrivania, guardando Kate sdraiata sul letto che finalmente era riuscita a riprendere sonno dopo aver preso delle pastiglie.
[Ci ha fatto spaventare a morte...]
{Già. Solo che noi non possiamo morire.}
Il mercenario sosprirò.
- Bentornate nella mia testa. Chissà perchè prima eravate sparite. - disse roteando gli occhi al cielo.
[Ma bravo, questo sì che è un quesito intelligente. Vedo che impari dal sottoscritto.]
{A dir la verità...succede solo quando siamo vicini a Kate.}
[Esatto. Io qualche domanda me la farei.]
{IO SO CHE DOMANDA DOBBIAMO FARCI! RIGUARDA UNA COSA IMPORTANTISSIMA ALLA QUALE STIAMO PENSANDO DA UN SACCO DI TEMPO!}
- Vai spara amico. Di cosa si tratta? -
{È un dubbio esistenziale! Perchè facciamo le pizze tonde, le mettiamo in scatole quadrate ma le mangiamo di forma triangolare?}
[Spero che tu stia scherzando.]
{No no, sono serissimo.}
[Fingo di non aver sentito.]
{Non puoi fingere di non aver sentito! Esigo una risposta!!}
Wade si massaggiò le tempie e scosse la testa.
La luce dell'alba entrò flebile dalla finestra alle sue spalle illuminando gradualmente la stanza e il volto della giovane sdraiata sul letto che dopo pochi minuti aprì gli occhi.
- Va meglio? - le chiese il mercenario guardandola sedersi.
Kate annuì passandosi una mano sul viso stanco.
- Ho già preparato tutto. Ti lascio il tempo di sistemarti e poi andiamo. -
- Va bene, grazie. - rispose lei regalandogli un mezzo sorriso.
La giovane si diresse in bagno, si lavò e si cambiò d'abito infine tornò in camera vedendo Wade seduto sul letto.
- Andiamo? - domandò e l'uomo fece un cenno d'assenso, prendendo le loro valige.
Uscirono dalla stanza e percorsero il corridoio fino ad arrivare alle scale.
Le stesse del suo sogno.
Scosse la testa al pensiero e si fermò aggrappandosi al corrimano.
Deadpool si girò a guardarla con aria preoccupata.
- Qualcosa non va? -
- No, no...è tutto okay. Sono solo un po' stanca. - mentì lei e riprese a scendere i gradini.
Giunti in salotto, un profumo di cibo li accolse e videro la signora Cooper portare un piatto di uova e un cartoccio di succo in tavola.
- Buongiorno cari. - disse l'anziana con un tono cordiale.
- Buongiorno. - le rispose Wade sorridendo e la giovane si sforzò di fare lo stesso, per quanto non riuscisse a levarsi dalla testa il ricordo dell'incubo che l'aveva tormentata la sera precedente.
- Sempre così mattinieri? - domandò il mercenario vedendo che l'orologio segnava le sei del mattino.
- Alle sette e mezza dobbiamo essere alla stazione di servizio e vogliamo prendercela con calma. Non siamo più tanto giovani ormai, abbiamo bisogno del nostro tempo. - rispose la signora.
- Capisco. - disse Wade.
Kate si guardò intorno per scacciare la brutta senzazione che l'aveva assalita e il suo sguardo si posò su due foto appoggiate su di un basso ripiano, in salotto.
Una era la foto di un uomo e l'altra di una donna.
Erano distanti, ma un filo che partiva dalla cornice di una e si attaccava all'altra, le legava insieme.
Era un filo di lana sottile di colore rosso, attorcigliato e con diversi nodi.
- Quelli siamo io e mio marito da giovani. - disse l'anziana signora accorgendosi della direzione in cui era puntato lo sguardo di Kate.
- All'epoca dovemmo fare molti sforzi e sacrifici per poter stare insieme e quando un giorno leggemmo la leggenda del filo rosso ce ne innamorammo a tal punto da crearne uno che legasse le nostre foto. -
- Leggenda del filo rosso? - domandò la ragazza con curiosità.
- Non ne avete mai sentito parlare? -
Kate e Wade scossero la testa.
- La leggenda del filo è un'antica credenza orientale. Ha origini in giappone e il suo vero nome è "Unmei no akai ito".
È una storia che racconta come le anime gemelle siano unite da sempre e per sempre da un invisibile filo sottilissimo, legato al mignolo della mano sinistra di entrambe. Il filo rosso del destino unisce in maniera indissolubile due persone a dispetto di differenze di età, ceto sociale, luogo di nascita o residenza.
Insomma, è un legame indistruttibile più forte di tutti e tutto. In certi casi può essere estremamente lungo e per questo motivo può intrecciarsi, aggrovigliarsi e annodarsi.
Nodi e intrecci costituiscono le difficoltà che possono minare un rapporto, renderlo complicato o rischiare di comprometterlo.
Ma due anime che sono destinate a congiungersi lo faranno, in un modo o nell'altro, e ogni groviglio che sarà sciolto simboleggerà il superamento di uno degli ostacoli che impedivano la felicità dei due amanti. -
Kate ne aveva lette un po' di leggende quando era più piccola, ma quelle sull'anima gemella erano infinite.
Infinite come la voglia di tutti di incontrarla davvero, quella persona che si dice "ti amerà per sempre".
Tutti quei racconti narravano di un mondo vasto e crudele in cui, però, improvvisamente, due anime si incontravano e lì, in quel momento, tra i problemi e le difficoltà, si riconoscevano e decidevano di stare insieme per sempre, perchè è così che doveva essere.
Guardò Wade e si ritrovò a pensare che la loro non era una storia poi così diversa.
Osservò la sua mano e si chiese se l'uomo che le stava accanto fosse quello giusto per lei...se l'invisibile filo rosso di cui parlava la signora Cooper la legasse a lui oppure no.
Avrebbe tanto voluto saperlo.
Il mercenario notò la giovane osservarsi la mano e intuendo cosa stesse pensando gliela prese con dolcezza, stingendola nella sua.
- È una bella leggenda. - disse Wade voltandosi a guardare l'anziana, evitando lo sguardo di Kate.
La signora sorrise e solo allora notò che l'uomo teneva il borsone in mano.
- Andate già via? - domandò.
- Sì, la ringraziamo per la vostra ospitalità. - disse lui.
- Oh, ma non restate nemmeno per la colazione? -
- No, no. Ci fermeremo a un bar strada facendo. - la rassicurò l'uomo.
- Capisco, allora vi saluto anche da parte di quei dormiglioni di mio marito e Mike. -
- Grazie mille. Li saluti anche da parte nostra. - disse Wade e uscì dalla porta seguito dalla ragazza che sorrise e fece un cenno di saluto alla donna.
I due si avviarono verso la stazione di servizio nella quale era ancora parcheggiata la loro macchina rotta.
Wade chiamò un carro attrezzi e fece portare la macchina in un'officina dove un giovane meccanico dai capelli biondi scuro si prese l'incarico di ripararla mentre il mercenario e la rossa andarono a fare colazione in un bar poco distante.
Kate osservò il caffè appoggiato sul tavolo davanti a lei e per un attimo le venne in mente Peter.
Chissà come stava.
L'ultima volta che l'aveva visto, se ne era andata di fretta, era letteralmente corsa via alla ricerca di Deadpool.
- Che c'è, dolcezza? - domandò Wade con un sorriso.
- Ti va di rendermi partecipe dei tuoi pensieri? -
- Pensavo a Spider-man. - confessò la rossa e vide il sorriso sul volto dell'uomo svanire all'istante.
- Ah. E perchè mai? - chiese sforzandosi di avere un tono piatto.
- Non sono tenuta a dirti il perchè. - disse lei con un sorriso beffardo.
Lui rimase in silenzio per qualche secondo, poi la guardò.
- A proposito, non mi hai raccontato cos'è successo dopo che te ne sei andata. Come vi siete incontrati? Che voleva? Cosa avete fatto? Cosa ti ha detto? Cosa gli hai detto? - chiese.
La ragazza cercò di leggergli nel pensiero ma come al solito non ci riuscì.
- Non ti credevo così invadente, sai? - gli disse lei.
- Non hai risposto alle mie domande. -
- Già, e non ho intenzione di farlo. - rispose lei sorseggiando il suo caffè.
L'uomo fece il broncio e incrociò le braccia.
- Lo senti ancora? Ti ha dato il suo numero di telefono? -
La ragazza scoppiò a ridere.
- Ma se non ce l'ho neanche un telefono! -
Wade sembrò pensarci su e la guardò con un sorriso di sollievo.
- Ah, già. -
Kate scosse la testa con aria divertita mentre lo vide rovistare fra le tasche alla ricerca di qualcosa.
- Tieni. - disse allungandole un cellulare.
- Cosa? Non posso...è tuo. -
- Non c'è problema. Io ne ho un altro, questo è vecchio. -
Kate lo fissò indecisa sul da farsi.
- Avanti, prendilo. Non morde. - disse lui con una risata e lei lo afferrò con cautela.
- Non ha nulla dentro, a parte alcuni contatti. Ma ha internet e lo puoi usare se ti va. -
La giovane annuì rigirandosi l'oggetto fra le mani.
- Grazie. - disse la ragazza con un sorriso.
- Prego, dolcezza. - le rispose lui.
- A proposito, io devo andare a fare rifornimento d'armi. Ti va di aspettarmi dal meccanico? -
Kate annuì e dopo che entrambi ebbero terminato la colazione, tornarono all'officina e Wade la lasciò regalandole un bacio sulla fronte.
Mentre la giovane attendeva cercò di capire come funzionasse il suo nuovo telefono e si accorse che era completamente vuoto.
L'unica cosa che c'era era un numero in rubrica segnato come: "Il tuo idiota".
La ragazza sorrise scuotendo la testa.
Era davvero un idiota.
Ma come aveva precisato lui, era il suo idiota.
E lei lo amava.

~

Note:

Un altro capitoletto soft, sorry. (T▽T)
Dal prossimo metterò un po' di pepe alla storia e rovinerò un po' i piani e la tranquillità di quei due poveri piccioncini, ahah
Ci vediamo alla prossima! Un bacione grande grande a tutti i miei lettori. (˘◡˘)

❀ 𝑺𝒂𝒗𝒆 𝑴𝒆 ❀《𝒊𝒏 𝒓𝒆𝒗𝒊𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora