CHAPTER 41: Save me

327 41 33
                                    

‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍Kate aprì gli occhi con fatica.
Aveva le mani nuovamente legate, ma questa volta con delle catene che la tenevano sospesa di qualche centimetro dal pavimento.
Attorno al collo aveva un grosso collare grigio con una lucetta verde posizionata su un lato.
Sentiva le palpebre ‍pesanti, il corpo le doleva in modo atroce, costellato da lividi e ferite.
Hector doveva essersi divertito dopo che lei aveva perso i sensi.
Si ricordò del "segno" che lo scienziato le aveva fatto e si costrinse a guardare cosa avesse deciso di marchiarle a vita sulla pelle.
Sul suo braccio sinistro, all'altezza della spalla, c'era inciso il numero "418", come a ricordarle che non sarebbe stata altro che un inutile gruppo di cifre destinata a una tortura infinita.
Ormai quell'uomo si era preso con la forza tutto ciò che aveva potuto; dalla sua dignità, alla sua prima volta.
Quell'atto e quel pazzo non valevano le sue ‍‍‍‍lacrime, ma queste iniziarono a cadere comunque, rigandole le guancie senza più alcun controllo.
Non tentava nemmeno più di liberarsi.
Aveva smesso di combattere inutilmente.
Improvvisamente, sentì una mano accarezzarle una guancia e alzarle il volto con gentilezza.
Si constrinse ad aprire gli occhi offuscati dalle lacrime ed ebbe un tuffo al cuore quando vide Deadpool.
L'uomo riuscì a toglierle le catene che la tenevano prigioniera e lei si aggrappò a lui per non cadere.
Kate rimase in silenzio.
Le sue mani stringevano la stoffa del costume rosso e nero del suo salvatore mentre sperava con tutta se stessa che non fosse tutto solo un sogno o una stupida illusione.
Improvvisamente sentì una forte scossa attraversarle il corpo e la spia verde sul collare che indossava iniziò a lampeggiare diventando rossa.
Cadde a terra in ginocchio.
Il dolore che sentiva era immenso.
- Kate! - la chiamò Wade preoccupato, inginocchiandosi davanti a lei e mettendole una mano sulla spalla.
La ragazza alzò gli occhi su di lui, le iridi divennero gialle e la mente si svuotò completamente.
Lo spinse con forza contro una parete, un pugno alzato pronto a colpire.
- Kate! Sono io, Wade! - gridò l'uomo guardandola.
La giovane non lo sentì nemmeno.
Gli tirò un pugno, un altro, un altro ancora mossa non sapeva nemmeno lei quale forza.
Era come se non vedesse più Wade per quello che era, si era trasformata in una macchina da guerra che voleva solo combattere seppur contro il suo volere.
- Combatti! Contraccambia! - gli gridò contro nel constatare che egli non tentava nemmeno di fermarla.
- No. So che non vuoi realmente combattermi. Non sei in te, Kate, e io non voglio lottare. Non voglio farti di nuovo del male. L'ho già fatto, quando ti ho abbandonata. Sono stato un fottuto stronzo egoista e ti ho pugnalato alle spalle senza pensare ai tuoi sentimenti. Ti ho ferito fin troppo. -
Il pugno della ragazza si sollevò di nuovo ma si fermò a mezz'aria, tremante.
La sua espressione era furente eppure alcune lacrime iniziarono nuovamente a rigarle le guance.
L'uomo le prese il volto fra le mani sorridendo.
- Guardami. - le disse con dolcezza. - Torna a essere la ragazza che amo, ti prometto che questa volta risolveremo tutto insieme. -
Gli occhi di Kate tornarono color nocciola e, ormai priva di forza la giovane appoggiò il volto sul petto del mercenario e si lasciò abbracciare da lui.
- Wade, sei...davvero tornato per me? - chiese lei con voce timorosa e fievole, sollevando lo sguardo su di lui senza che le lacrime smettessero di scorrerle sulle guance.
- Certo. Sono venuto a portarti via di qui, dolcezza. - le disse stringendola a sè con delicatezza.
La rossa gli circondò il collo con le braccia appoggiando il viso sull'incavo fra il collo e la spalla dell'uomo.
Non poteva ancora credere che lui fosse lì con lei, anzi...lì per lei.
- Mi dispiace, Kate. Per tutto, sono stato un idiota. Quando usciremo di qui, e usciremo di qui sani e salvi, non ti abbandonerò più. -
- Me lo prometti? - chiese la giovane e un debole sorriso nacque sulle sue labbra fra le lacrime.
- Lo giuro.- disse l'uomo mettendo una mano sul petto.
- Su tutto, tutto quello che ho. Anzi giuro su di me che devo morire che non lo farò, non ti abbandonerò. E io non posso morire quindi- Kate gli posò una mano sulla bocca prima che l'uomo si dilungasse oltre.
- Ho recepito il messaggio. - disse trattenendo una risata per poi togliere la mano.
- Kate, ti amo. Ti amo tantissimo, non mi importa un cazzo di tutto il resto, sappilo. - le disse lui accarezzandole il volto.
- L'ho capito e sei perdonato Wade. Ti amo tanto anch'io. -
La ragazza gli sorrise dolcemente e si mise in punta di piedi per dargli un bacio ma una fitta alla gamba la costrinse ad aggrapparsi a lui per non cadere.
- Ti ha fatto del male? - le chiese il mercenario con aria preoccupata.
Nell'oscurita della stanza faticava a vedere le condizioni in cui erano state ridotte gambe e braccia della giovane.
Kate non rispose, guardò il pavimento e annuì lentamente.
- Io lo uccido una volta per tutte a quel maledetto bastardo! - fece per prendere in braccio la rossa ma lei scosse la testa.
- Dovrei riuscire a camminare. -
Non voleva dargli un peso in più da portare nel caso avesse dovuto combattere.
Wade annuì comprensivo e le mise una mano su un fianco mentre lei gli avvolse un braccio attorno alle spalle per aiutarsi a stare in piedi.
- Andiamo, ti porterò fuori di qui. -
I due iniziarono a correre lungo i corridoi, per quanto fosse possibile alla giovane.
All'improvviso, sul cammino davanti a loro, una grossa lamina di metallo iniziò a scendendere dal soffitto per bloccar loro l'accesso.
- Presto, il corridoio si sta chiudendo! - disse Wade accelerando il passo.
Ma quando ci arrivarono davanti l'uomo si fermò e capendo di non poter fare molto spinse Kate dall'altra parte rimanendo solo.
La rossa rotolò a terra e la lamina toccò il pavimento dividendoli definitivamente.
- Wade! - gridò la giovane alzandosi e correndo verso l'enorme lastra di metallo iniziando a prenderla a pugni.
- Pensa a salvarti, Kate! Scappa! Io cercherò un'altra uscita! - le disse Deadpool dall'altra parte dell'ostacolo che li separava.
- Wade...no...no, ti prego! Non posso perderti di nuovo! - singhiozzò Kate accasciandosi contro il freddo metallo.
- Non succederà, ci ritroveremo, te lo prometto. Adesso, va prima che ti trovino! - le disse il mercenario con occhi lucidi stingendo i pugni e improvvisamente rumori di spari giunsero alle sue orecchie, mettendolo in guardia.
Di lì a poco l'avrebbero trovato.
La ragazza si alzò a fatica con gli occhi colmi di lacrime e si voltò, appoggiando una mano al muro per sostenersi.
- Kate! - la chiamò Wade e lei si fermò nel sentire la voce dell'uomo.
- Ti amo, non dimenticarlo mai. -
La giovane si mise a correre ignorando le ferite. Ormai era diventato impossibile fermare le lacrime che continuavano a bagnarle il viso.
Anche lei lo amava, sopra ogni altra cosa.
Non vedeva l'ora di uscire di lì e riabbracciarlo.
Era questo il pensiero che la faceva andare avanti.
Era questo il pensiero che la teneva in vita nonostante tutto e tutti.

~

Note:

Brevissima "reunion" tra piccioncini!
Che carucci. :)
Devo avvertirvi però che dal prossimo capitolo tonerà l'incubo di Kate.
E vedrete se verrà sconfitto una volta per tutte oppure no e chi tenterà uno scontro con lui.
Ipotesi?
Scrivetele nei commenti! :)
Bacioni a tutti i pucci che mi seguono, vi lovvo cari. Bye bye. <3

❀ 𝑺𝒂𝒗𝒆 𝑴𝒆 ❀《𝒊𝒏 𝒓𝒆𝒗𝒊𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora