CHAPTER 36: Don't leave me

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‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍Era passata ormai una settimana dal giorno in cui Wade e Kate si erano stabiliti nella torre di Stark.
La giovane si era ambientata in fretta e a differenza del mercenario si era guadagnata le grazie di quasi tutti i Vendicatori.
Deadpool, invece, non si sentiva molto a suo agio in quel luogo ma il fatto che lei si trovasse in un posto protetto lo faceva sentire sollevato.
In fondo Xavier non aveva avuto tutti i torti.

Non aveva avuto tutti i torti...

‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍Wade aprì gli occhi e li stropicciò reprimendo uno sbadiglio.
Si mise seduto sul letto, stiracchiandosi.
Dato che con Kate si sentiva a suo agio, aveva deciso che nei momenti in cui erano soli avrebbe indossato vestiti normali e non il suo costume.
Quella mattina, infatti, aveva una semplice maglietta rossa a mezze maniche e un paio di pantaloni larghi di colore nero. Il suo sguardo vagò per la stanza posandosi infine sulla figura minuta della ragazza al suo fianco.
Kate dormiva ancora.
L'uomo rimase per qualche minuto a guardare il petto della giovane alzarsi e abbassarsi lentamente mentre respirava regolarmente.
Si rallegrò nel constatare che non stesse facendo nessun incubo. La sua espressione rilassata glielo confermava.
Wade sorrise e le passò una mano fra i capelli, notando solo in quel momento che il suo braccio, fino all'altezza del gomito, non era più segnato da alcuna cicatrice.
Era come se stessero sparendo lentamente dal suo corpo.
L'uomo sgranò gli occhi confuso e si rese conto anche del fatto che la sua mente era stranamente tranquilla, niente voci.
A dir la verità era da un po' che non le sentiva più.
Prese un pezzo di carta e si fece un piccolo taglio sul dorso della mano. La ferita non si rigenerò.
Allarmato, scese dal letto, indossò il suo inseparabile costume, stampò un bacio sulla fronte della giovane e lasciò la stanza in tutta fretta.
Si presentò quindi nel laboratorio di Bruce con la speranza di riuscire a ottenere una spiegazione a quello strano avvenimento.
Bunner gli prelevò un campione di sangue e fece alcuni esami sotto l'occhio vigile del mercenario prima di dare il suo verdetto finale.
- Allora? - domandò Deadpool guardando lo scienziato con mal celata impazienza, seduto a un tavolo bianco al centro della stanza.
L'uomo si limitò a fargli un cenno di attesa con la mano.
- Un attimo. -
- Sarà almeno la terza volta che lo ripeti. Io voglio delle risposte, brutto gigante verde! -
- Okay, okay...ho finito. - disse l'altro sospirando, per non perdere il controllo e prendendo posto al tavolo dov'era seduto Wade.
Si mise di fronte a lui studiando il suo viso mentre gli posava i suoi appunti davanti.
- Quindi? Cos'ho che non va? - chiese il mercenario senza degnare nemmeno di uno sguardo le scritte sui fogli che l'altro gli aveva allungato.
- Non si tratta di te. - rispose Bruce con un sospiro scuotendo il capo - Ma di Kate. -
- Kate? Cosa c'entra in tutto questo? -
- Lei...sta curando i sintomi della tua mutazione, inconsapevolmente. Finchè le starai vicino i suoi poteri continueranno ad agire sui tuoi, annullandoli. E presto finirai con il tornare normale. Viceversa, se le starai lontano non accadrà nulla, continuerai a essere lo stesso di sempre. Rigenerazione, cicatrici e voci. Lo stesso accadrà anche nel caso lei dovesse morire. -
- Mi stai dicendo che se dovessi decidere di stare con lei, sarei solo Wade e "Deadpool" sparirebbe? Non esisterebbe più? -
- Esattamente. -

"Ti consiglio solo di prendere seriamente in considerazione l'idea di stare con lei, se vorrai farlo, e di pesare i lati negativi e positivi."
Le parole di Xavier si ripetevano nella sua testa come un disco rotto mentre Wade si avviava verso la camera della ragazza.
Rinunciare alla sua vita...
Era pronto a fare un passo del genere?
A smettere di essere quello che era stato per anni?
Quando l'uomo entrò nella stanza di Kate, vide il letto vuoto ma accuratamente rifatto.
Sentì il rumore di un getto acqua che scorreva e dedusse che dovesse trovarsi in bagno.
Se non era arrivato troppo tardi, magari sarebbe riuscito a radunare le sue cose prima che lei lo vedesse.
Prese il primo borsone che gli capitò sotto mano svuotandolo frettolosamente a terra e posandolo sul letto una volta che fu completamente vuoto.
- Eccoti! Dov'eri finito? Iniziavo a temere che fossi andato a fare colazione senza di me. - disse Kate uscendo dal bagno con il suo accappatoio rosa, abbracciandolo felice.
L'uomo non ricambiò l'abbraccio, rimanendo in silenzio.
La giovane che non seppe come interpretare il comportamento del mercenario, si allontanò di un passo posandogli una mano sulla spalla.
- Non ha importanza se hai già mangiato, non ho intenzione di tenerti il broncio. - continuò lei sorridendogli ma Wade si scansò senza dire nulla.
- Va...va tutto bene? - chiese Kate iniziando a preoccuparsi.
- Benissimo. -
- Piantala con le cazzate. Cosa c'è che non va? -
- Me ne vado. Penso che la nostra relazione non possa funzionare. - le rispose lui secco, evitando il suo sguardo e iniziando a raccogliere le sue cose, riponendole in modo sbrigativo nella valigia che aveva preso.
- C...come? - domandò Kate con un filo di voce.
- Non voglio continuare a stare con te. -
La giovane fece uno sforzo enorme per ricacciare indietro le lacrime che avrebbero voluto scendere a fiumi.
- È...stata colpa mia? Posso cambiare...dimmi cos'ho fatto di sbagliato. Possiamo risolvere il problema insieme. - gli disse la ragazza con tono implorante, appoggiando una mano tremante sulla sua e guardandolo triste.
Wade fu grato alla sua maschera, grazie alla quale riusciva a nascondere le sue emozioni.
Vedere Kate in quelle condizioni lo straziava.
- Kate...io...non sono l'uomo giusto per te. -
- Sì, che lo sei! Non dare ascolto agli altri, tu sei una brava persona e io lo so. Non mi interessa cosa dice la gente. Tu resti sempre il mio Wade. - ribattè lei accarezzandogli il volto dolcemente.
Dopo un attimo di esitazione il mercenario le scacciò la mano, allontanandosi.
- Evidentemente, ti sei fatta un'idea sbagliata di me. A volte non tutto quello che si dice in giro sono frottole. -
- Non ci credo! Che fine hanno fatto le tue promesse? Io...Io ho sempre creduto alla prospettiva di un futuro con te! Un futuro insieme...-
- Beh, le cose cambiano. E poi che differenza ci sarebbe se stessi con me o con un altro? Sono sicuro che avrai un futuro migliore di quello che io potrei offrirti. - disse Wade afferrando la valigia e dandole le spalle.
Kate gli prese la mano, fermandolo.
- Come puoi parlare così? La differeza c'è eccome! Io ti amo, Wade. Tu...tu mi ami? -
L'uomo non rispose nè si voltò a guardarla.
La sentì piangere alle sue spalle e strinse la mano libera a pugno per non tremare.
- La tua risposta è no, vero? Non hai nemmeno il coraggio di dirmelo in faccia. -
Il mercenario si morse un labbro. Se non fosse uscito di lì al più presto avrebbe avuto un crollo emotivo, se lo sentiva.
Kate allentò la presa sulla mano del mercenario, fino a ritirarla.
E Wade giurò che in quell'istante, quel contatto, già gli mancava.
La rossa fece un respiro profondo tentando di asciugarsi con la manica dell'accappatoio le lacrime che non volevano smettere di scorrerle copiose sulle guance.
- Se sei davvero un grado di gettare tutto alle spalle...se davvero non mi ami e questo è quello che vuoi, addio... -  mormorò Kate dandogli una leggera spinta verso la porta.
Senza proferire parola Wade abbassò la maniglia e aprì la porta chiudendosela frettolosamente alle sue spalle.
Kate si appoggiò alla porta continuando a piangere.
L'occhio le cadde sulla sua agenda che era finita in un angolo per terra.
La prese e l'aprì all'ultima pagina scritta.
Recuperò una penna dalla scrivania e si mise a scrivere velocemente qualcosa, mentre alcune goccie d'acqua, che la cadevano dalle guancie, bagnavano la carta.
Quando ebbe finito, si avvicinò alla finestra, spalancandola.
- Addio anche ai nostri ricordi. - disse gettando il suo diario verso il cielo.
In direzione di quel dannato sole che la illuminava.
Sempre troppo felice per i suoi gusti.
Quel sole che sembrava quasi ridesse.
Magari di lei.
Per essere stata una patetica credulona.
L'agenda roteò nell'aria per qualche secondo, poi cadde a terra con un tonfo mentre Kate richiudeva la finestra e si sedeva sul letto con le mani fra i capelli e le lacrime che cadevano incessantemente rigandole il volto.
Al diavolo il sole.
Le lacrime.
I ricordi.
Al diavolo...
- Al diavolo tutti! - esclamò Kate.
Ancora una volta non si era sentita di incolparlo per quel gesto.
E con quelle parole si rese conto che per quanto avrebbe provato a dimenticarlo, non ci sarebbe mai riuscita.
Come aveva confessato poco prima, lei lo amava.
E, come aveva appreso con il tempo, l'amore non si dimentica facilmente.
La vita senza di lui non avrebbe avuto senso.
Mai più.

❀ 𝑺𝒂𝒗𝒆 𝑴𝒆 ❀《𝒊𝒏 𝒓𝒆𝒗𝒊𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora