Epilogo

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Nove anni dopo...

L'estate era finalmente giunta a Magnolia, con un sole cocente a illuminare la città e un dolce vento a rinfrescarla. Nashi era seduta sull'erba, con la schiena appoggiata alla corteccia del ciliegio posto nell'ingresso sud del parco e un libro tra le mani; lo chiuse, visto che aveva finito di leggerlo. Il vento fece svolazzare le lunghe ciocche di capelli, rosa come quelli di suo padre. Si alzò in piedi e mise il piccolo libro nella tasca posteriore dei pantaloni; erano ore che era a leggere nel parco, e gli altri ed erano in ritardo di mezz'ora.
"Aspetti il tuo principe azzurro per caso?".
Nashi si voltò a destra, l'origine della voce: era stato un bambino a parlare, troppo alto e massiccio per avere solo nove anni. Aveva lunghi capelli mossi - di un celeste acceso - con la pelle candida e gli occhi color sabbia: sì, le uniche cose che Gale aveva ereditato da Levy McGarden erano i colori dei capelli e degli occhi, oltre a un'insaziabile passione per i libri e il mistero. Il resto, l'aspetto, il carattere eccetera erano di suo padre, Gajeel Redfox.
"Ma taci Gale" la sgridò Nashi "sto solo aspettando gli altri".
"Per fare le tue solite marachelle?".
"Non è che tu sia un vero angelo".
"Tu invece sei un diavoletto".
"Cosa mi hai detto?!".
"Perché litigate sempre voi due?".
Una terza voce irruppe nel dialogo tra i due: era un terzo bambino - un loro coetaneo - con i capelli corti e arruffati, neri come la pece. Gli occhi erano come il ghiaccio e la carnagione era pallida: da cosa si capiva che era figlio di Gray Fullbuster? In quel momento stava in boxer, con la maglietta e i pantaloni gettati per terra.
"Storm" gli disse Gale "i vestiti".
Il moro urlò notando la propria seminudita' e si rivestì.
"Non è colpa mia" disse "non me ne accorgo".
"Come tuo papà insomma".
Né Nashi né Gale parlarono, ma una bambina seduta su un ramo del ciliegio con le gambe a penzoloni: anche lei dimostrava nove anni, con un fisico mingherlino e slanciato. I capelli erano lunghi e lisci, di un castano che tendeva al rosso cremisi: gli occhi erano grandi e verdi, con la carnagione scura e le orecchie appuntite. Sì, poteva essere tranquilla e introversa come la madre Kinana, ma quando si infuriava era capace di commettere le peggiori torture che il genere umano avesse visto. In parole povere: era figlia di suo padre, Erik.
"C'è, Kida, mi vuoi dire che sei stata lassù tutto il tempo?!", esclamò Nashi guardandola.
"Sì. Sto molto comoda".
"Scendi che andiamo".
Kida si aggrappò alla corteccia e scese a mo' di lucertola - non a caso si trasformava in un varano - mettendosi in piedi come nulla fosse. Per tutta la discesa, Storm la guardò con gli occhi fatti a cuore: soltanto Nashi e Gale sapevano della sua cotta per Kida.
"Solito giro?", domandò la rossa.
"Solito giro", rispose Nashi.
"Però in pasticceria non prendo niente. Sto sviluppando la saliva velenosa e ho un male alla bocca che è insopportabile".
"Vorrà dire che avremmo più dolci per noi", scherzò Gale.
Storm lo fulminò con lo sguardo, con dei fulmini dorati che letteralmente gli uscivano dalla testa.
"Osi prendere in giro la dolce Kida?!".
Erano in quei momenti che la parte della madre usciva fuori: anche se era più grande di lui, a Gale non conveniva sfidarlo; Storm era probabilmente il maschio più forte della loro compagnia, e mettersi tra lui e Kida significava morte certa.
"Ehm...no Storm" disse "Kida non la tocco neanche".
I fulmini del moro si spensero all'improvviso.
"Bene" disse Nashi "se voi siete pronti io dico di andare-".
"Scusatemi".
Né Gale, né Kida, né Storm parlarono, ma una donna alle spalle di
quest'ultimo: era vestita da suora, con al collo un crocifisso avvolto da un pezzo di filo spinato. Non si vedevano i capelli, e gli occhi erano dorati: dimostrava poco più di trent'anni, e la carnagione era cadaverica.
"Scusatemi" ripeté "mi sapreste dire dové il cimitero?".
La voce era profonda e pacata.
"È fuori città" le rispose Gale "a circa due chilometri da qui".
"Grazie giovine. Sei molto educato".
"È perché non lo conosce" le disse Nashi "in realtà è un pezzo di-".
"Stai parlando con una suora!", la interruppe Kida.
"Ho capito ho capito" disse la donna mantenendo un tono di voce calmo "grazie per l'informazione".
"Si figuri", le disse Storm.
Senza dire una parola, la suora se ne andò; quando uscì dal campo visivo dei bambini e dei pedoni, tirò fuori dalla manica del saio un pugnale semplice, specchiandosi sulla lama luccicante.
io ne loro siamo pronti...
Ma lo saremo presto...

Angolo Autore:

È ufficiale: questa è la storia più lunga che io abbia mai scritto; di To The Stars ci sarà un sequel, ma non so quando uscirà.
Ora, parlo per MomokoNihil: il progetto di The Wanted Decepticon è posticipato. Perché? Perché non ho idee: ho soltanto una traccia, ma non la trama per intera, quindi MomokoNihil, Sweetsting-tf e chiunque di voi che ama Transformers è liberissimo di dare un suggerimento in chat privata.
La traccia è la seguente (la storia si svolge tra il quarto e il quinto e serve a spiegare quello che non viene spiegato nel quinto tipo:
Il passaggio da Galvatron a Megatron
Perché Drift è rosso
Come fa Megatron ad avere la testa di Starscream
e cose così)

Heather è orfana di padre - deceduto in prigione, andateci per furto d'auto - e abbandonata dalla madre quando aveva solo dieci anni. È di stereotipo tsundere, quindi fredda e impassibile, anche se soffre a una tremenda allergia ai metalli. Per sopravvivere ruba in discarica per enti privati e un giorno un anonimato la chiama per recuperare un F22 a Chicago, ancora in via di costruzione. Andata , Heather lo sistema scoprendo che si tratta di Starscream - e che fatalità soffre di amnesia - e dopo un po' diventano amici. A causa del governo si trasferiscono nel nord Italia - in un paesino del Veneto - dove incontrano Alessia, una esperta di Transformers e di complotti.

Questa è la traccia, e fin'ora non ho pensato ad altro. Accetto tutti i consigli che mi date (SOLO ED UNICAMENTE IN CHAT PRIVATA PER FAVORE, NON NEI COMMENTI. TUTTI I CONSIGLI NEI COMMENTI NON VERRANNO PRESI IN CONSIDERAZIONE)

To The Stars ~Nalu~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora