Capitolo V

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Poco più tardi arriva Manolo per chiudere casa e pagare per la seconda metà del lavoro. Ci stringiamo la mano e con gli occhi faccio un cenno ad Angelo che subito gli chiede se sa cosa ci facesse un pentacolo di polvere sul pavimento del bagno.
"Un pentacolo?" Esclama dubbioso.
"Una stella a cinque punte." Traduco.
"Roba satanica." Prosegue Angelo.

Manolo è visibilmente imbarazzato e alla nostra proposta di andare a vedere risponde che deve andare via di corsa per un impegno inderogabile, girandosi di schiena e andando verso la propria auto parcheggiata davanti al cancello, in strada.

Aggiungiamo che questo simbolo è stato cancellato da una folata di vento e lui chiosa da lontano con un "Meglio così!" Sbattendo lo sportello della sua 500 argentata. Partiamo, lui a sinistra, noi a destra.

Durante il viaggio di ritorno io e Angelo ci scambiamo soltanto un paio di battute circa lo strano atteggiamento di Manolo, probabilmente sa qualcosa che non vuole dire e io so cos'è.
Continuo nella mia recita, Angelo è incuriosito e io faccio il vago, finché  torno a casa e nell'intimità della mia camera apro lo zaino da cui estraggo il sacchetto nero.

All'interno, incredibilmente, trovo quello che sembra essere un antico blocco di disegni ed una boccetta chiusa da un tappo di sughero contenente qualcosa di nero.
Il fantasma di "pòra nonna" avrà saputo che sono un disegnatore e avrà voluto forse omaggiarmi di ciò?
Apro il blocco e noto che i fogli, seppur ingialliti dal tempo, sono sani e lisci, niente pieghe, né strappi, né muffa. Poi apro la boccetta, delicatamente per non rischiare di versare il liquido sulle pagine. Inchiostro, puro e semplice inchiostro nero, ottimo, però vorrei sapere perché mai quel fantasma mi ha messo sulle tracce di questo blocco da disegno.

Ho un'idea, prendo una matita e la poggio sulla prima pagina; se ha funzionato con la tavoletta ouija funzionerà anche col blocco e la matita.
Niente.
Attendo.
Ancora niente.
Attendo ulteriormente.
Sempre niente.
Mi stanco e mi alzo, andrò a prendere una birra in frigo.
Torno.
Niente.
Forse i fantasmi si legano al luogo e non agli oggetti, penso, quindi prendo la matita e chiudo il blocco.
Quella stessa notte strani sogni mi inseguono, rovinando il mio riposo.
Cicatrici, piume e risate isteriche mi agitano, mi inseguono e mi disturbano per tutta la durata della notte. Alle prime luci del sole decido di alzarmi e sulla scrivania il blocco è aperto e la matita è adagiata sopra.
"Oh Cristo Santo!" La voce mi esce un po' troppo forte rispetto a quanto avrei voluto e ha pure un tono quasi isterico.
Sono certo di averlo richiuso quel blocco ieri sera ed ora me lo trovo li aperto con la matita sopra.
Mi avvicino e noto che sulla pagina compare una leggera scritta in alto a destra; recita "Disegna".
Da quel momento la mia vita cambia.

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