Capitolo XXII

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L'impotenza della carne mi crea frustrazione e rabbia.
Assurgo a diventare feroce nell'accezione più animalesca del termine. Non voglio solamente essere un caduco umano soggetto alle più elementari leggi fisiche ma voglio trascendere la materia e non declinarmi ad essa.

Quello che è capitato oggi non dovrà accadere ancora, ho avuto la possibilità di uccidere un sacco di persone e invece il mio piano è miseramente fallito per colpa di...Manolo.
"Cazzo, sono certo fosse lui." Mi dico a voce bassa mentre mi spacco il cervello per capire come mai si trovasse lì, non per puro caso ma esattamente per me, si evince dal fatto che mi ha sparato addosso un paio di volte.

Prendo la matita e il blocco, ho necessità di comunicare con Am hore e traccio una linea ma non ricevo alcuna risposta. Niente buio, niente altra dimensione ma vedo solamente uno sciame di farfalle rosse svolazzare sul mio soffitto, intorno al lampadario, sparire o meglio, disintegrarsi in tante piccole scintille, come quelle che si producono quando si passa il frullino su un pezzo di ferro.

Migliaia di farfalle che si concentrano in camera mia diventano infuocate scintille bianche, gialle e arancioni e poi niente più.
Rimango a fissare il soffitto a bocca aperta.

Cosa può essere andato storto?
Credevo che Am hore fosse al mio fianco ma non sento la sua presenza e non l'ho percepita nemmeno quando ero immerso nella folla li alla Fiera.

Che mi abbia abbandonato?

           ~~~

Una volta a casa getta la testa nella tazza del gabinetto per vomitare.
Tira giù tutto quello che ha dentro ma non basta, si sente colmo, pieno da scoppiare e gli gira la testa come fosse ubriaco.

Afferra un asciugamano, si pulisce la bocca, poggia entrambe le mani sul bordo della tazza per darsi la spinta necessaria ad alzarsi ma l'ennesimo conato lo costringe di nuovo al suolo.

Rotola sulla schiena col fiatone, sente bruciare la carne poi una voce, anzi un coro gli fa vibrare l'intera volta cranica.

Gridano le anime, ululano e i lamenti gli ricordano che, accettando un'intera legione di spettri nel corpo gli viene richiesto un grosso sforzo, perché un'infestazione di quel genere richiede un bel tributo da pagare.

Lo rassicurano che per ora l'anima di sua nonna è salva ma l'imminente pericolo incombe e bisogna stare molto attenti.

Uno degli aspetti peculiari dell'essere posseduti dagli spettri è che quel velo che ci separa dal paranormale, cade lasciando "l'intorno" scoperto.

L'aria della stanza sembra smorzarsi e si tinge di tonalità grigie come se improvvisamente viene proiettato in un vecchio film in bianco e nero, poi un'anima con un tremulo afflato sospira che dal lato in cui si trovano loro non esiste la luce, ovvero non esiste la radiazione elettromagnetica che fa apparire il mondo colorato come nel lato a cui appartengono i viventi.

Il loro lato, la loro dimensione è un posto triste, freddo e senza speranza ed è per questo senso di incompiutezza e ineluttabilità che li rende così disperatamente attaccati alla carne e alla materia degli esseri umani fino a diventare molesti e in qualche caso, funesti.

Sussurrano che per qualche breve momento potrà essere in tutto e per tutto simile a loro con le loro capacità ma anche con i loro limiti.

Quando tutto finirà potrà riavere indietro il suo corpo ma dell'anima non se ne è ancora mai parlato.

Poi passa. L'aria si spinge sana nei polmoni, la tristezza scompare e poco a poco il mondo attorno a sé riprende i consueti colori, la famigliare luce e il tipico spessore che ha la vita vera. Nella dimensione grigia sente che per il tempo che c'è stato è solamente esistito, come se la vita si fosse dimenticata di lui. Nel grigio ci si sente abbandonati, atterriti e desolatamente soli, un'ulteriore battaglia da combattere.

Si comincia a sentir meglio rispetto a qualche minuto fa e il primo sintomo di cui prende coscienza è la completa mancanza d'appetito.
Lo trova strano, specialmente dopo aver rimesso la colazione ed il pranzo ma si sente stranamente ancora sazio.

Ancora non lo sa ma questo è il primo passo per diventare uno degli spettri della legione.

Grande e gialla è la luna sul nero tessuto notturno.
Una luna romana, sorniona e misteriosa che non illumina ma scolpisce e scava dando corpo alle mille profonde e perverse ombre di questa città.

Un tetro velo ferma il tempo scomponendolo in migliaia di frazioni che legano due vite e centinaia di morti.

Un demone contro una legione di spettri, la battaglia non è ancora finita.

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