Capitolo XXVI

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Cosmo fluido.
Piani astrali sovrapposti confusamente si avvicendano ammassandosi di fronte a sé.
Li buca, li tange e li penetra increspandone il tessuto.
Tormentandone le profondità.

Un essere immondo come lui crea nella vita circostante un moto di repulsione e terrore, che la fa avvizzire e ritirare solamente per sperar di creare una zona di sicurezza e di conforto per fuggire da lui.

Ma lui, il re del disagio la sconquassa ad ogni passaggio seppur fulmineo, violentandola e sbranandone la materia di cui è composta, cannibalizzando ogni fibra pulsante, ogni singola cellula e ogni melodia elettromagnetica che esista.

Cerca furente e ricolmo d'odio l'anima che già una volta ha posseduto.
Si ripromette che quando la troverà, le fiamme dell'inferno saranno campi elisi a confronto delle eterne e profonde pene che le infliggerà.

La caccia non è facile e per niente scontata, sa che quell'anima insignificante si può muovere fra due diversi piani d'esistenza ma sa pure che è aiutata da qualcosa di cui non ha conoscenza e che la nasconde fra le meste pieghe del purgatorio, ai confini dell'anti inferno.

Finora ha cercato in ogni infero esistente, nella storia e nella memoria di ogni demone che comanda per carpire informazioni e per sapere semmai sia stata in loro presenza.

Poi passa nella grande pianura ferma, dove miliardi di anime piangono e attendono per un tempo indefinito. Ne stermina migliaia, bruciate dall'eterno fuoco di cui è composto, soltanto perché non potevano servirlo nella sua ricerca.

Migliaia di anime sprecate, dissolte, svanite nel freddo e buio nulla cosmico, lasciando di sé soltanto nebbia, solitudine e disperazione.
Nessuna speranza né redenzione per chi viene condannato da Am hore.

Passa al setaccio ogni strato e livello delle grigie tonalità dell'aldilà, dove le anime transitano, confuse e sole nell'attesa del giorno del giudizio, quando ci saranno solamente due fazioni, quelle del paradiso e quelle dell'inferno.

Richiama a sé la eco di una remota coscienza, l'ombra di uno spettro che conosce da più di quattrocento anni che erra nel plasma che aderisce fra i lembi delle due realtà della vita, come fossero le due facce di una stessa medaglia.

Gli comunica che quella anima ha stretto un patto con la Legione, che la protegge e la copre ma che non sa altro.
Promette che a tempo debito si ricorderà dell'aiuto ricevuto e che lo ricompenserà.

Scende nella pancia della terra, dove fra i demoni si sussurra che la Legione è un immenso nucleo di anime guerriere che riesce ad eludere il proprio piano esistenziale compenetrando quello fisico e che sono molto pericolosi.

È furente, una masnada di lenzuoli animati lo sta fregando, rischiando di mandare all'aria il suo proposito di portare l'inferno sulla terra.

Deve mettere le mani dentro l'anima dell'umano che ha distolto le attenzioni del suo schiavo e lo farà urlare, impazzire di dolore.
Gli farà vedere la profondità dell'eterno dolore e del fiume contorto e impetuoso di disperazione che lo travolgerà.

Gli strapperà la memoria, azzannerà la sua volontà e la dilanierà. Sterminerà ogni suo ricordo, sogno e desiderio, lo ridurrà in un guscio vuoto, informe e impalpabile senza possibilità d'esistenza nel suo e in nessun altro universo.

Non c'è vita o morte che può resistere alla sua potenza.

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