Capitolo XVIII

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Maschere, costumi, risate e urla, tutt'intorno è un turbine d'allegria ed eccitazione.

Tranne lui. Lui non è allegro né eccitato ma solamente nervoso, ansioso e concentrato.
Cerca istericamente fra i ragazzi, gli adulti e i bambini un viso, un particolare anche piccolo che gli riveli la presenza di Giuseppe.
Samurai, angeli, demoni e fate si susseguono; ogni momento perso potrebbe essere fatale, cerca però di non farsi abbattere dalla probabile impossibilità di raggiungere il proprio proposito e continua a correre da un viso all'altro.

Si porta nervosamente a un padiglione e osserva dall'alto la dinamica del flusso delle persone per capire se venga mai disturbata in qualche modo da qualcosa di inconsueto.

Padiglione otto, tutto calmo, poi di seguito il padiglione nove ugualmente tutto tranquillo, poi un urlo lo elettrizza, il cuore raddoppia i battiti e i sensi si acuiscono.
Vede uno sciame di ragazzine correre incontro ad un giovanotto, accerchiarlo e chiedergli l'autografo.

Si tratta di uno youtuber di sedici anni. Uno che passa il tempo libero ad autofilmare la propria vita, i propri momenti di svago per poi pubblicarli in internet e farli vedere ad altrettanti giovani che apprezzandone le qualità lo idolatrano e lo ricoprono di attenzioni.

Falso allarme, non sa se esserne sollevato o deluso, spera di scovarlo ma dentro di sé c'è una piccola e flebile voce che gli urla di scappare, tasta quindi la pistola che tiene nella tasca interna del giacchetto per cercare un briciolo di sicurezza; è fredda, pesante e solida, come la forza di volontà profusa in questa caccia disperata.
Un fiume di ragazzi, potenziali vittime di un sadico mostro, si agita di fronte a lui e in questo fiume non sa davvero che pesci pigliare.

~~~

Finché rimango in ombra sarò invisibile, nessuno potrà vedermi e avrò tutto il tempo necessario per prepararmi al meglio. Sotto alla pensilina starò benone, eviterò soltanto l'esposizione in pieno sole, sarà qui che succederà, qui avrò la possibilità di seminare morte e poi fuggire nella direzione più praticabile.

Nei padiglioni sarebbe più complicato ed é improbabile che possa scappare avendo tutta quella gente appiccicata addosso.
Mi siedo su una panchina distante dagli ingressi, qui passano poche persone, così avrò tempo e calma per disegnare e creare quel mistico contatto che lega me al demone.

Non devo aspettare molto, eccomi capovolto, dall'altra parte a recitare la parte del personaggio, dell'infernale burattino che esegue pateticamente gli ordini impartiti da un'empia e blasfema entità che si ciba della mia anima rendendomi più forte, più veloce e più vicino all'eterna dannazione di qualsiasi umano sulla terra.

Giunge regale nel suo incedere innanzi a me e anche se non ne ha, sembra che i suoi occhi buchino i miei.

Dice che il momento è ora e che questo farà in modo che io diventi sempre più grande, più potente per assurgere ad una ritrovata libertà.
Libertà dei pensieri, dalle catene costruite dagli altri umani, libertà dalla condizione di essere mortale e fallibile.

"Farò di te il mio capolavoro." E prosegue lentamente.
"Solo la morte rende liberi. Liberali, liberati." Suona come una benedizione.
Con i nuovi sensi che mi ha donato posso trovare una nuova anima da regalargli al posto della mia, così da liberarmi dall'eterno dolore.

Sono pronto più che mai, torno a vedere il mondo con i propri consueti colori, odori e suoni, mi alzo e seguo la corrente come fossi un alligatore sotto il pelo dell'acqua in cerca della preda.
Fiuto famelico tutto ciò che mi circonda consapevole della mia inumana forza e iniqua spietatezza.

Poi fra la moltitudine di corpi caldi che si ammassano intorno a me, prende forma intorno ad essi qualcosa di indefinibile come fosse un'aura ma non luminescente, no, anzi somiglia più ad una nuvola di vapore o forse polvere. Ora vedo nuvolette giallo arancioni intorno ad ogni corpo poi d'improvviso ne scorgo uno in lontananza, l'unico che si distingue perché è azzurro e blu, però è molto distante e scompare quasi immediatamente dal mio nuovo campo visivo perché entra nel padiglione.

Quella cantinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora