La partenza

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- Figliola... hai 16 anni, da sola in un paese straniero non so se ci puoi andare, dal Canada alla Grecia c'è molta distanza, e poi tu non sai una parola di greco!- disse mio padre

-Oh, sta tranquillo,per la distanza non è un problema, prendiamo l'aereo e poi l'albergo dove soggiorniamo è di propietà inglese, quindi non avremo problemi!-

Mio padre fece un gesto d'arresa,e disse:-E va bene, puoi andarci! -

Gli saltai al collo:-Grazie grazie!! Sei il papà migliore del mondo ti voglio beneee- Lui, nel disperato tentativo di liberarsi dalla mia stretta, mugugnò:-Ehm..sì, ora mollami-

- Ops, scusa, e grazie ancora!- urlai mentre correvo nella mia stanza.

Ero al settimo cielo, fuori di me dalla felicità, insomma.  La Grecia era uno degli stati più belli del mondo, a mio parere, e andarci è sempre stato un mio sogno. Spiagge con quei grandi ciottoli levigati dallo scorrere lento e perpetuo dell'acqua marina,  quell'acqua dalle gradazioni di bianco, verde acqua fino all'azzurro profondo. Quell'acqua così fresca, con quelle onde paradisiache,  insomma, un paradiso.

Chiamai subito Amy per darle l'ok per la partenza,  e decidemmo si incontrarci all'aereoporto alle 7,il volo sarebbe stato alle 9, ma c'erano vari controlli, check-up e check-in, e varie cose.

Ore 23:48 ( tra l'altro, l'ora in cui l'ho scritto, mi scuso per le schifezze)

Sarei dovuta addormentarmi molto tempo fa, dato che domani dovrò svegliarmi alle 5:30, ma sono troppo emozionata,sto tremando dalla voglia di partire,  di rilassarmi in quelle spiagge, solo il pensiero mi distrugge lo stomaco.

Sono le cinque, e io non ho chiuso occhio per tutta la notte,  nonostante abbia bevuto 3 camomille e contato almeno 150 pecore.

Mi alzo, mi faccio una doccia fredda, per tentare di svegliarmi, ma invano: beh, vorrà dire che dormirò sull'aereo!

Ancora non ci credo, partirò per la Grecia,questo è il pensiero che mi ha tenuta sveglia per tutta la notte, tormentando le già poche ore di sonno a disposizione.

Presi il mio fidato motorino, quello che mi portava ovunque da ormai un anno, presi il casco e imboccai le strette vie di Seattle e, in pochi minuti, giunsi all'aeroporto.

Non era dei più puliti, ma almeno non si dovevano fare file chilometriche per il check-in.

Incontrai Amy,  ci salutammo e ci dirigemmo alla reception. Dopo aver fatto i vari check-in, chiedemmo dove fosse l'aereo privato dei Winbledon, e la gentile hostess ci disse:- Datemi i biglietti, per favore...

Uhm... sì, dovete prendere il primo corridoio a sinistra,  il secondo a destra e poi svoltare a destra,  lì troverete un cancello verde e una mia collega. Fategli convalidare il biglietto e sarete a posto!

Ero super emozionata!!

Spazio autrice

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Spero di sì,mi sto impegnando molto! :)

Miriam❤

La ragazza dagli occhi verdiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora