14.

2K 85 6
                                    

"Hai assorbito il mio dolore"

Stiles
In questi ultimi giorni le cose sembrano scorrere tranquille: niente più attacchi improvvisi da parte di Derek, nessun'altra novità a sconvolgere i nostri piani. Tutto tace, e la cosa non fa altro che mettermi in un costante ed angoscioso stato di allarme perché, come ci disse Deaton una volta, le cose prima o poi raggiungono una sorta di equilibrio, anche se questo rimane pur sempre precario. Infatti, in quanto tale, esso è destinato a cambiare e sta a noi il compito di decidere da quale lato far oscillare l'ago della bilancia; e dipende proprio dalle decisioni che prendiamo o dalle azioni che decidiamo di compiere la piega che la storia prenderà.
Abbiamo già appurato diverse volte che questa teoria non può essere applicata ad una cittadina come quella di Beacon Hills, dove l'equilibrio è destinato ad essere sempre sbilanciato dalla parte in cui, se le cose si mettono male, prima o poi andranno anche peggio. Ancora non ne capisco il motivo, ma ho la netta sensazione che questa volta non farà eccezione.
Cammino a testa bassa lungo il corridoio della Beacon Hills High School, tenendo il mio sguardo corrucciato e pensieroso fisso a terra, almeno fino a quando due mani si appoggiano contemporaneamente sulle mie spalle, facendomi sobbalzare per lo spavento.
"Ehi!"
A risvegliarmi dal mio stato di trance è la voce del mio migliore amico Scott, che stringe leggermente più forte la presa sulle mie spalle.
"Va tutto bene?"
Annuisco meccanicamente, ancora con la testa altrove; poi sposto di nuovo lo sguardo nel vuoto più totale. Almeno finché in quel vuoto totale appare la figura di Laura che, dopo aver sorpassato me e suo cugino senza nemmeno sollevare gli occhi da terra, si dirige molto rapidamente verso l'aula della sua prossima ed ultima lezione del giorno.
"Devo scappare" liquido frettolosamente il mio amico, sorpassandolo con un agile scatto e camminando in modo altrettanto veloce in direzione di sua cugina.
Purtroppo riesce ad entrare in classe poco prima che io possa raggiungerla. Varco la soglia della classe e subito i miei occhi la individuano, seduta come suo solito in uno dei banchi accanto alla finestra, il mento appoggiato sul palmo della mano e lo sguardo perso ad ammirare chissà cosa.
Sorrido, muovendo successivamente i primi passi per aggiudicarmi il posto a sedere dietro di lei: sistemo i libri sul banco e, allungandomi sulla sedia, picchietto leggermente il dito sulla sua spalla per attirare la sua attenzione.
A quel semplice e breve contatto, Laura sussulta, abbandonando probabilmente i suoi pensieri per tornare con i piedi per terra. Si volta di scatto verso di me, deglutendo solo dopo aver posizionato i suoi grandi occhi azzurri su di me.
"S-Stiles" balbetta il mio nome, lasciando che un sospiro esca dalle sue labbra "Ciao" ed un sorriso appena accennato appare subito dopo sul suo volto.
"Ciao" assottiglio gli occhi "va tutto bene?".
Lei annuisce. Eppure c'è qualcosa che non va, riesco perfettamente a leggerglielo negli occhi.
Apro bocca per indagare più a fondo, ma ovviamente in quel preciso istante la professoressa di matematica fa il suo ingresso in classe, facendo sfumare ogni mia possibilità di dialogo.
***
Dopo sessanta lunghissimi minuti di numeri, formule e problemi ben lontani dal trovare una soluzione - a meno che lo scarabocchio che ho disegnato a bordo pagina risolva magicamente ogni mio problema. La mia mente era totalmente concentrata su ciò che so fare meglio, ovvero investigare: centro della mia indagine è capire cosa passa per la testa della cugina del mio migliore amico, e la mia carissima amica campanella mi ha appena dato un'imperdibile opportunità per scoprirlo. Mentre Laura ritorna bruscamente con i piedi per terra, iniziando a sistemare i libri nella cartella con una calma innata, io catapulto tutto dentro lo zaino e con la stessa foga mi alzo, fermandomi proprio di fianco al suo banco con un sorriso enorme stampato sul volto.
"Ehi"
Il sguardo si alza fino a posarsi su di me. Tira un leggero sorriso, tornando quasi subito a concentrarsi sulla sua precedente attività.
"Solo a me sembra arabo la matematica?" ironizzo per rompere il ghiaccio, puntando il dito verso la lavagna, ancora ricoperta di geroglifici.
Laura chiude la cerniera dello zaino, accennando una risata.
"Non è così difficile come sembra... se vuoi ti presto i miei appunti" sussurra mentre un lieve rossore le pittura le guance.
Spalanco gli occhi. "Ne sei sicura?"
Ma lei annuisce.
"Sei un angelo!" e il rossore sulle sue guance si espande come una chiazza di colore sulla tela di un pittore.
Sorrido, abbassando lo sguardo, sentendomi davvero tanto in imbarazzo: è una sensazione strana, che solo poche volte nella mia vita ho provato, ma quando sono con Laura è come se il mio cervello staccasse la spina e se andasse in vacanza. Io, Stiles Stilinski, a disagio e a corto di argomenti. Se dovessi dirlo a Scott probabilmente mi riderebbe in faccia!
L'intera classe ha lasciato l'aula già da qualche minuto. Anche Laura si alza in piedi, sicuramente intenzionata a raggiungere suo cugino che la aspetta nel parcheggio, ma le sfioro appena il braccio prima che se ne possa andare. Lei si blocca immediatamente: allora mi schiarisco la voce e punto il mio sguardo dritto nei suoi bellissimi occhi celesti.
"Io e gli altri stavamo organizzando di andare al luna park questo sabato e... mi chiedevo se ti andrebbe di unirti a noi?"
I suoi occhi, impegnati a fissare il mio sguardo, vengono attraversati da una scintilla luminosa che li rende ancora più chiari e particolarmente affascinanti.
Deglutisce pesantemente, poi si sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, abbassando lo sguardo a terra, per nascondere il rossore ed un sorriso che spunta improvvisamente sulle sue labbra.
Poco prima che sia in grado di darmi una risposta, veniamo interrotti dal rumore di due porte che si chiudono contemporaneamente: entrambi ci voltiamo di scatto e, in piedi di fronte alle uniche vie d'uscita da quest'aula, riconosciamo perfettamente le figure di Derek e della sua amichetta Erica.
Scivolo istintivamente davanti a Laura, fungendo da scudo umano con l'unico intento di proteggerla. So perfettamente di poter fare ben poco di fronte a non uno, ma ben due lupi mannari: per questo non perdo tempo e chiamo immediatamente i rinforzi.
"Scott. Isaac. Aula di matematica. Ora." sibilo a denti stretti, consapevole che anche i due mutaforma qui davanti l'hanno sentito.
Infatti, con uno scatto del polso, lunghi artigli affilati prendono il posto delle solite unghie. Erica passa la lingua su quei suoi canini aguzzi, mentre guarda le sue prede con un sorriso quasi più luminoso dei suoi occhi gialli. A fare un passo in avanti è però Derek, a cui non serve altro se non la sua faccia seria da duro per incutere timore alla gente. Non sfoggia nemmeno i suoi scintillanti occhi rossi; non fino a quando è abbastanza vicino da poter scaraventare il banco di fronte a noi contro il muro alla sua destra: a quel punto spunta sul suo volto anche un perfido e maligno sorrisetto, incorniciato dai quattro canini che lo rendono più simile ad un cane rognoso che non ad un tipico cattivo da film. Ed è proprio in momenti come questo che ringrazio il cielo che i licantropi non siano in grado di leggere nel pensiero! Altrimenti a quest'ora sarei già morto e sepolto.
Troppo impegnato a seguire i movimenti di Derek, mi accorgo della vicinanza di Erica quando ormai è troppo tardi: applicando una forza sovrumana ad un semplice e banalissimo schiaffo, la ragazza riesce a catapultarmi dall'altra parte della stanza, facendomi battere forte la testa contro uno dei banchi in ultima fila. Questo lascia via libera a Derek, che si affretta a raggiungere Laura, appiattita contro il muro come una sardina e immobilizzata dalla paura.
Pochi secondi prima che il grande lupo cattivo riesca ad alzare anche un solo dito su Laura, la porta dell'aula si spalanca con un tonfo sordo, rivelando le figure di Scott e di Isaac, già trasformati e terribilmente incazzati. Entrambi ringhiano, mostrando i canini affilati e gli occhi gialli ridotti a due fessure.
È questione di attimi prima che, nella stessa aula dove poco fa esplodevano cervelli, scoppi una lotta sovrannaturale: Erica inveisce immediatamente su Isaac per metterlo facilmente fuori gioco, mentre Scott si scaglia contro Derek con l'unico obiettivo di allontanarlo da sua cugina. E in un primo momento ci riesce.
Laura, dopo aver ripreso a respirare, si gira con uno scatto nella mia direzione, incrociando il mio sguardo. Subito dopo sgattaiola verso di me per vedere come sto: mi accarezza la fronte, sussurrando qualcosa, ma la sua voce giunge alle mie orecchie ovattata e tanto lontana da impedirmi di sentirla. Sbatto più volte le palpebre, iniziando a vedere tutto il mondo scurirsi pian piano sotto i miei occhi: cerco allora la mano di Laura, intrecciando le nostre dita e stringendola forte più che posso. Finché il buio poi mi avvolge completamente.

Whatever You AreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora