13.

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"Che cosa diavolo è un bestiario?"

Scott
Stringo più forte le mani attorno al bordo del lavandino, chiudendo leggermente gli occhi, giusto per riuscire a concentrarmi. Quando li riapro, alzando lentamente il volto, guardo il loro riflesso nello specchio: immediatamente un rosso acceso e lucente prende prepotentemente il posto del solito giallo, lasciandomi senza fiato per svariati secondi per via dello stupore; lo stesso tempo che impiegano poi per tornare a brillare come sempre di giallo.
Stringo forte gli occhi, digrignando i denti e pensando ad una ragione plausibile per spiegare quello che mi sta succedendo. Derek mi ha ripetuto più volte che si può diventare un lupo mannaro Alfa uccidendone un altro: se questo è vero, allora come si spiega l'improvviso cambiamento di colore dei miei occhi?
Uno scricchiolio improvviso mi fa sobbalzare dallo spavento, facendomi voltare di scatto in direzione della porta di camera mia.

Laura
Cammino piano lungo il corridoio, cercando di fare meno rumore possibile per non svegliare Isaac e Scott che, a quest'ora del mattino, staranno sicuramente ancora dormendo; e, considerato il loro udito ultra sviluppato, drizzerebbero le orecchie al minimo scricchiolare delle assi del pavimento.
Spinta da quell'istinto primordiale comunemente denominato "fame", che mi costringe a svegliarmi tanto presto per zittirlo, percorro il corridoio per raggiungere le scale che portano al piano di sotto.
Il mio corpo si blocca in corrispondenza della camera di Scott: arriccio istintivamente il naso come per annusare l'aria, ritrovandomi le narici irradiate da uno strano pizzicore, che mi ricorda tanto un sentimento di paura. Aggrotto la fronte, confusa: da quando l'olfatto capta emozioni?
Il volto si gira automaticamente in direzione della stanza di mio cugino. La porta di camera sua è sorprendentemente aperta, così come quella del bagno annesso: sbirciando dal piccolo spiraglio che si crea tra il legno della porta semiaperta e il suo stipite, riesco a malapena ad intravedere Scott, in piedi di fronte allo specchio del bagno; ma, contando la distanza e la pessima visuale, mi è impossibile capire cosa stia effettivamente facendo.
Mi sporgo appena di più sulla porta, spiaccicando il mio viso in quel minuscolo spiraglio. In realtà, non so nemmeno il perché mi stia interessando tanto: sarà il fatto di trovare Scott sveglio a quest'ora quando solitamente - da quanto mi ha raccontato Melissa - è un dormiglione? Sarà il battito del suo cuore che, alle mie orecchie, risulta più accelerato del solito? Oppure la quasi totale convinzione che quel velo di paura che il mio naso ha fiutato provenisse proprio da lui?
Forse la risposta mi è più chiara di quanto pensassi, ma il mio cervello non ha nemmeno la possibilità di esprimersi perché improvvisamente la porta si apre del tutto, stridendo contro il pavimento e catapultandomi in camera sua senza alcuna pietà; per fortuna posso ancora contare su quel briciolo di equilibrio che riesce ad evitarmi una terribile caduta di faccia, oltre ad una lieve riduzione della figuraccia colossale che ho appena fatto.
Ovviamente Scott si volta di scatto nella mia direzione: probabilmente, con il baccano che ho fatto, si sarà svegliato anche il nostro vicino di casa.
Mio cugino mi guarda con uno sguardo che non riesco benissimo a decifrare: è un miscuglio di "Oddio, stai bene? Ti sei fatta male?" e di "Che diamine ci facevi dietro la porta? Mi spiavi?". La mia unica risposta è un silenzio tombale talmente imbarazzato che, per qualche istante, mi sembra addirittura di poter sentire le mie guance andare a fuoco; e quando il mio sguardo incrocia il mio riflesso nello specchio del piccolo bagno di Scott, ne ho la conferma.
"I-io..." balbetto imbarazzata ed incapace di formulare una frase di senso compiuto che possa essere credibile "passavo di qua e...".
Sorrido nervosamente.
Tutto d'un tratto, Scott scoppia a ridere e sul mio volto si forma un'espressione confusa delineata da un cipiglio.
"Non ti sei fatta male, vero?" solo ora si ricorda di chiederlo.
Cerca di smettere di ridere, ma sembra quasi incapace di controllarsi: non credo di aver mai sentito qualcuno ridere così tanto di gusto. La sua risata è talmente genuina che alla fine finisce per contagiare anche me.
"Che succede di tanto divertente qui?" Isaac sbuca all'improvviso sullo stipite della porta, facendomi sussultare per lo spavento.
"Niente di che" svio il discorso con un gesto veloce della mano per evitare altro imbarazzo inutile.
Ripenso piuttosto a quanto mi ha portata qui, chiedendomi il motivo di tale agitazione a quest'ora. Osservo Scott di sottecchi per cercare di capire cosa possa esserci di strano in lui, ma vengo irrimediabilmente beccata in flagrante: sul volto di mio cugino si disegna nuovamente un'espressione confusa, accentuata dalle sopracciglia aggrottate.
"Come mai siete già svegli?" chiedo alquanto stranita, rimandando nuovamente la vera domanda che in realtà penso di aver scritta in faccia.
Isaac alza le spalle, non curante della situazione, cavandosela con un "Ho sentito un rumore e sono venuto a controllare", al quale aggiunge un irrilevante "a proposito, sei pessima nello spionaggio".
Gli regalo una bellissima linguaccia, del tutto giustificata e meritata.
Scott invece punta il suo sguardo perso in direzione dello specchio, fissando la sua immagine riflessa quasi a voler rivivere ciò che stava succedendo pochi minuti prima che invadessimo camera sua.
"Ho sentito un forte odore di paura prima" sussurro "Mi sembrava provenisse da qui".
Lo guardo attentamente mentre sposta lo sguardo a terra, accarezzandosi il braccio come se ci fosse qualcosa che lo rende agitato e nervoso; e il suo battito cardiaco me ne dà nuovamente la conferma.
"Che cosa succede Scott?" faccio un passo verso di lui, cercando di incrociare i suoi occhi.
Il ragazzo sospira, scuotendo la testa.
"Non lo so..." sussurra con la testa rivolta verso il pavimento, come se questa consapevolezza lo stesse divorando internamente.
Gli afferro la mano e solo ora rialza lo sguardo, come se avesse finalmente recuperato il coraggio di guardarmi negli occhi: stringo più forte la presa, abbozzando un sorriso per rassicurarlo, qualsiasi cosa lo stia affliggendo in questo momento.
"Io lo so" esclama Isaac, appoggiato allo stipite della porta, con le braccia incrociate al petto, mentre ci guarda.
Scott ed io ci voltiamo entrambi di scatto verso di lui.
"Come?" chiediamo in coro.
Scott deglutisce pesantemente sotto lo sguardo indiscreto di Isaac, che lo osserva con un mezzo sorrisetto sul viso.
"Stai diventando un alfa, Scott" confessa, staccandosi dalla parete per avvicinarsi all'amico "Hai un branco, tu ne sei indubbiamente il leader e i tuoi occhi certe volte diventano rossi".
Mio cugino scuote però la testa. "No... no, è impossibile! L'unico modo per diventare alfa è ucciderne uno".
"È un metodo, certo, quello più diffuso... ma non l'unico" ribatte il biondo "potresti diventare un vero alfa".
Io, sempre più confusa, aggrotto le sopracciglia. "Che cosa significa?"
"Avviene raramente che un beta riesca ad evolversi in un alfa soltanto grazie alla sua forza di volontà e senza uccidere nessuno, ma non è impossibile" spiega Isaac, sorridendo a Scott "E diamine Scott, tu hai tutte le carte in regola per essere un vero alfa!".
Il ragazzo in questione, ancora titubante, abbassa lo sguardo pensieroso.
"Tu come fai a saperlo?" lo guarda diffidente.
Isaac deglutisce, distogliendo lo sguardo e iniziando ad agitarsi. "Ehm, l'ho letto sul bestiario".
I miei occhi si posano con uno scatto su Isaac. "Che cosa diavolo è un bestiario?"
Ma nessuno dei due sembra fare caso a me o alla mia domanda. Oppure sono solo molto bravi a sviare la necessità di fornirmi una spiegazione.
"Ma lo tiene Allison"
Lo sguardo di Scott si fa più duro e potrei giurare di sentire odore di gelosia e testosterone invadere la stanza.
Scivolo agilmente vicino alla porta. "Vi lascio soli" sussurro, saettando più volte lo sguardo tra i due prima di uscire definitivamente dalla disputa.
Torno in camera mia con l'intento di prepararmi per la scuola, quando un pensiero più che un'idea mi balza alla mente, facendomi sorridere.
***
Non appena suonata la campanella, sgattaiolo rapidamente fuori dalla classe con l'unico intento di incontrare Allison nel corridoio: se c'è qualcosa che può dare una risposta alle mie domande, quello è indubbiamente il bestiario, e se c'è qualcuno che mi può aiutare ad averlo, quella non può essere altri che Allison.
Passo accanto al suo armadietto, sicura di trovarla intenta a prendere i libri per la lezione successiva, stupendomi invece di non vederla. Mi guardo attorno, finché gli occhi si puntano su una coppietta che si scambia effusioni amorose in un angolino del corridoio. Alzo gli occhi al cielo per l'esasperazione, incapace però di trattenere un sorriso: muovo i primi passi verso i due piccioncini, sperando che si stacchino prima del mio arrivo, evitandomi un'inbarazzante figuraccia.
"Ehi"
Fingo di accorgermi della loro presenza soltanto una volta giunta abbastanza vicina.
"Ciao Laura!" mi salutano in coro.
Guardo prima Scott, poi Allison con un sorriso smagliante in volto.
"Non è che potrei rubartela per qualche secondo?" domando mortificata "È un'emergenza".
Mio cugino non se lo fa ripetere due volte: alza le mani in segno di resa, ridacchiando, per poi lasciare la sua ragazza nelle mie mani. "È tutta tua".
La accompagno verso il suo armadietto, aspettando di essere fuori dal campo visivo di Scott per parlare e cercando nel frattempo le parole giuste per chiederle un favore tanto grande.
"Allora, dimmi tutto" sorride poco prima di aprire il suo armadietto "Qual è l'emergenza?".
"Avrei bisogno del bestiario"
Il corpo di Allison si blocca improvvisamente, lasciandola con un braccio sospeso a mezz'aria e facendole cadere l'astuccio di mano.
"Come sai del bestiario?" domanda paonazza e fattasi tutto d'un tratto seria.
Mi chino per raccoglierle l'astuccio. "Ho sentito Isaac e Scott che ne parlavano questa mattina... Allison, so di chiederti molto, ma ho davvero un disperato bisogno di sapere chi - o meglio cosa - sono, se sono davvero così pericolosa come dice Derek e soprattutto se c'è un modo per potermi fermare".
Abbassa lo sguardo, riflettendo sulle mie parole e sul da farsi.
Le afferro le mani, costringendola a guardarmi negli occhi per leggerne tutta la mia afflizione. "Ti prego"
Sospira. Libera le mani dalla mia presa per frugare nel suo astuccio: si guarda attorno, temendo forse che qualcuno la possa vedere, poi mi porge una chiavetta USB nera.
"Apri il file Traduzione, ma mi raccomando: nessuno deve sapere che te l'ho dato e, cosa ancora più importante, nessuno all'infuori di te lo può avere o anche solo vedere... se gli altri lo scoprissero..." mi istruisce preoccupata, ma io la interrompo per rassicurarla.
"Tranquilla" mi sigillo la bocca con un gesto delle dita "Da qui non uscirà nulla".
Sorride. "Spero che tu riesca a trovare quello che stai cercando".
"Sinceramente, anch'io"
***
La biblioteca è il posto perfetto per leggere qualsiasi cosa senza essere disturbati da niente e nessuno.
Salgo rapidamente i gradini che conducono al piano superiore e parcheggio libri e quaderni su un tavolino appartato posizionato accanto alla balconata: apro il pc e vi inserisco la chiavetta USB di Allison; non prima di essermi assicurata che nessuno mi stia guardando, clicco sul file che mi ha indicato la mia amica e aspetto finché la prima pagina non appare sullo schermo.
Scorro fino a trovare l'indice del bestiario: rimango spiazzata di fronte a pagine e pagine contenenti centinaia di nomi strani e appartenenti ad esseri sovrannaturali diversi. Fortunatamente per me la sezione riguardante i lupi mannari si trova nei primi capitoli del libro.

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