17.

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"Cosa farebbe Stiles al mio posto?"


Laura
Incrocio le braccia al petto e batto ripetutamente il piede sul legno ancora parzialmente integro, guidata dall'ansia e seguendo il ritmo del battito accelerato del mio cuore. Prendo un respiro profondo e chiudo gli occhi nel disperato tentativo di calmarmi, ma la verità è che sono un fascio di nervi e il fatto che Isaac mi abbia lasciata qui fuori, nel completo nulla, da sola, non aiuta affatto. Il livello di fiducia nei suoi confronti sta piano piano toccando il fondo.
Appoggio la spalla al muro accanto alla finestra. Con la parte laterale del braccio provo a strofinare uno stralcio di vetro per liberarlo dalle quattro dita di polvere, cosicché mi permetta di vedere a grandi linee cosa succede all'interno della catapecchia. Poi mi affaccio ad essa, al punto tale che il mio naso quasi sfiora quella finestra lurida, appoggiando subito dopo le mani ai lati del mio volto per impedire alla luce di riflettervi. Purtroppo però, nemmeno così riesco a vedere molto: solo Isaac che parla apparentemente al nulla, dato che non vedo Derek o la sua amichetta bionda da nessuna parte.
Improvvisamente sento un'asse di legno scricchiolare alle mie spalle sotto il peso di un corpo che non è il mio: mi giro di scatto, sperando con tutta me stessa di trovare i visi famigliari di Allison, Scott e Stiles, arrivati appena in tempo per aiutarci; al loro posto compaiono una chioma di capelli biondi ed un sorrisetto appena accennato esattamente davanti ai miei occhi. Nel giro di mezzo secondo mi ritrovo il suo pugno stampato in faccia, tanto forte da farmi perdere i sensi... di nuovo.
***
Non ricordo di essere mai stata brutalmente colpita con una bastonata in testa o da un pugno in faccia in tutta la mia vita. Non prima di oggi, almeno. E il fatto di averli sperimentati entrambi nel giro di circa un'ora, stabilisce un nuovo record personale per quanto mi riguarda.
Inalo una gran boccata d'aria, come se mi fossi appena svegliata da un lungo sonno, e un odore forte, acido, quasi nauseante invade le mie narici: solo dopo aver aperto gli occhi mi rendo conto di essere in una sottospecie di ripostiglio buio e angusto.
Mi alzo in piedi a fatica, aggrappandomi con le mani a degli scatoloni che per miracolo non mi cadono in testa. Scuoto la canottiera per liberarla dalla polvere mentre mi guardo attorno, nonostante l'interruttore della luce non dia segni di vita e a giudicare dai pochi raggi di sole che riescono a penetrare dalle sbarre della piccola finestrella che tocca quasi il soffitto, direi che mi trovo almeno due metri sotto terra.
"Fantastico" bofonchio, avvicinandomi allora alla porta in metallo, molto simile a quella di una cella frigorifera. Provo invano ad abbassare la maniglia, ma ovviamente si risolleva a vuoto. Vi appoggio contro la schiena, scivolando lentamente verso il pavimento. Passo le mani tra i miei lunghi capelli marroni, portando le ginochhia vicine al petto e, dopo aver abbassato lo sguardo, noto del sangue che si ormai seccato sul grigio della mia maglia: porto istintivamente le mani sul mio naso, ma le ritraggo subito per via del dolore che mi provoca una scossa che raggiunge la testa. Chiudo immediatamente gli occhi e stringo forte i denti per far fronte al dolore: quella stronza mi ha rotto il naso!
"D'accordo" sussurro a me stessa "ora basta autocommiserarsi". Mi rimetto nuovamente in piedi e inizio a guardarmi attorno, questa volta con le mani sui fianchi. "Cosa farebbe Stiles al mio posto?" Punto lo sguardo sugli scatoloni davanti a me e subito la risposta mi appare chiara: "Troverebbe un modo per uscire".
Mi metto subito all'opera, rovistando da cima a fondo ogni angolo, anche se in modo grossolano per via della fretta e per la paura che presto possa arrivare qualcuno; in quel caso, ogni sforzo sarebbe stato vano.
Asciugo la fronte con l'avambraccio, svuotando l'ultimo scatolone sul pavimento: sposto ogni oggetto con le mani con una rapidità straordinaria, non so se causata dalla situazione o dalla bestia che nascondo sotto pelle. Però finalmente la trovo la chiave per la mia via di fuga: una graffetta. Ringraziare il nonno per avermi regalato i libri di Nancy Drew che mi hanno insegnato come scassinare una porta con delle forcine mi farebbe perdere del tempo prezioso che purtroppo temo di non avere, perciò mi appunto mentalmente di farlo una volta libera, ma soprattutto sana e salva, lontano dalle grinfie di Derek. Riesco a piegare la graffetta a metà in modo che entri perfettamente nella serratura della porta: con le mani tremanti, la faccio girare un paio di volte nella toppa, fremendo dalla paura che qualcuno possa arrivare da un momento all'altro.
La porta si apre, lasciandomi con il fiato sospeso: dall'altra parte, il corridoio è vuoto. Prendo con me un bastone di legno appena più basso di un manico da scopa trovato in uno degli scatoloni, poi inizio a correre lungo il corridoio fino a raggiungere la rampa di scale.
In quel momento sento il rumore di una porta che viene chiusa piano, e poi ancora dei passi leggeri ma veloci, seguiti dal cigolio dei gradini in legno, farsi sempre più vicini. Guardo rapidamente prima a destra e poi a sinistra, nascondendomi nell'unico punto oscuro di questa lunga stanza tutta dritta: il sottoscala. Mi rannicchio contro il muro con il bastone davanti, pronto a colpire, quando vedo un paio di sneakers passarmi davanti, dirette proprio al ripostiglio in cui mi tenevano prigioniera. Mi tappo la bocca con una mano prima che il mio respiro pesante e affannato mi faccia scoprire; per calmare il cuore che a momenti esplode nel mio petto non ho però alcuna idea.
Dei mormorii provenienti dallo scantinato mi fanno raddrizzare la schiena. Aggrotto le sopracciglia e tendo meglio l'orecchio, trattenendo il fiato finché un "Dannazione!" fuoriesce dalla bocca della stessa persona che è passato di qui poco fa.
Un sospiro lascia le mie labbra. Subito dopo esco dal mio nascondiglio, sorprendendo il ragazzo girato di spalle.
"Stiles" la mia voce lascia la mia bocca in un sussurro. Ma nel silenzio del seminterrato, anche un udito umano come quello del ragazzo in piedi in fondo al corridoio riesce a percepirlo.
Stiles infatti si gira verso di me con uno scatto e un'espressione in bilico tra la sorpresa e la paura dipinta sul volto. "Laura" sussurra a sua volta.
Dopo soltanto una manciata di secondi, inizia a correre verso di me fino a slanciarsi in un abbraccio finale in cui mi racchiude completamente con il suo corpo: avvolge le braccia attorno alla mia schiena e appoggia il mento sulla mia testa, lasciandomi di tanto in tanto qualche bacio tra i capelli. Allaccio a mia volta le braccia dietro la sua schiena, poi appoggio la guancia contro il suo petto, respirando il suo profumo e chiudendo successivamente gli occhi.
"Stai bene?" domanda poco dopo in un sussurro.
Annuisco. "A parte il naso rotto e la paura, tutto bene"
Prende un respiro profondo prima di allontanarsi leggermente da me. "Scott e Allison stanno tenendo occupati Derek e Erica. Isaac ci aspetta in macchina. Dobbiamo andare" Afferra immediatamente la mia mano e, ancora prima che possa annuire, mi trascina di corsa dietro di lui, ripercorrendo per il lungo tutto il corridoio per la seconda volta. 
Una volta raggiunta la rampa di scale però, Stiles si blocca di colpo e il mio corpo sbatte inevitabilmente contro la sua schiena. Non perdo tempo e mi sposto subito al suo fianco, ritrovando due occhi rossi ed un sorriso delineato dai canini aguzzi proprio a pochi passi da me: vedendoci, il ghigno aumenta sul viso di Derek, non so se più per il fatto che mi abbia ancora in pugno o per la consapevolezza di essere l'unico ostacolo che ci separa dalla via di fuga.
Approfittando della nostra sorpresa, dovuta al fatto che Scott ed Allison avrebbero dovuto tenerlo occupato per permetterci di scappare, l'alfa si scaglia nella mia direzione spalancando le fauci. Nello stesso momento, la mia mano perde il contatto con quella di Stiles: e mentre io sono paralizzata sul posto che guardo la mia fine farsi sempre più tangibile, lui mi allontana con una spinta dalla traiettoria del lupo, facendomi sbattere violentemente contro il muro e prendendo di conseguenza il mio posto. Un urlo riempie l'intera abitazione. Pochi secondi dopo, tutta l'arcata dentale di Derek è incisa sul braccio già sanguinante di Stiles, il quale si accascia successivamente a terra, stringendo con forza la parte colpita dal morso.
Guardo Stiles steso a terra, sanguinante, sapendo che ha sacrificato la sua umanità pur di salvare la mia, e l'unica cosa che riesco a fare io invece è starmene impalata, come se i miei piedi fossero stati ancorati a terra e il resto del corpo al muro. Lo sento lo sguardo di Derek spostarsi di nuovo su di sé, come se non avesse appena trasformato erroneamente un ragazzo in un lupo mannaro; li percepisco i suoi movimenti nella mia direzione; eppure non riesco a fare altro che fissare Stiles e sentire una stretta al cuore che mi opprime, togliendomi quasi il respiro.
Improvvisamente il corpo dell'alfa finisce sul pavimento, non molto lontano da Stiles: subito dopo, mio cugino appare alle sue spalle. Si precipita verso di me, afferrandomi per le spalle e scuotendomi leggermente, ma la sua voce arriva ovattata e lontana alle mie orecchie.
"Stiles" bofonchio ancora sotto shock. Gli basta seguire il mio sguardo per capire a cosa mi riferisco.
"Forza, dobbiamo andarcene da qui... ora!"
Dopo aver aiutato l'amico ad alzarsi, Scott afferra anche la mia mano, costringendomi a correre dietro di lui su per le scale, attraverso un paio di stanze ed infine fuori dalla porta di casa Hale. Isaac gira le chiavi nel cruscotto e, non appena Allison ci raggiunge, mette in moto.
Più quella vecchia catapecchia in legno diventa piccola all'orizzonte, più il mio corpo sprofonda sul sedile della jeep a seguito di un sospiro. Poi guardo Stiles e il suo braccio che ha miracolosamente smesso di sanguinare. E questo può significare solo una cosa.



Nota Autrice
Questo capitolo è talmente pieno di colpi di scena che non vi ricorderete nemmeno del ritardo.
Anyway, Stiles lupo mannaro?! Eheheh
Spero siate pronte perché il drama è dietro l'angolo.
Un bacione e al prossimo aggiornamento
Laura

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